Diritti di un padre

Buongiorno,

mi chiamo Selenia. Undici anni fa dalla mia convivenza è nato Riccardo.Dopo un anno e mezzo la nostra storia è finita. Non ci siamo rivolti a nessun avvocato e col padre ero stata chiara che poteva vederlo quando voleva senza paletti. Fino a che Riccardo non è andato all’asilo. Lo teneva al mattino, poi lui si è fatto la sua vita e ha cominciato a tenerlo solo qualche ora il sabato, sino a quando il bambino non ha cominciato a non voler più andare dal papà. Ho saputo che poi dalla nuova compagna ha avuto un’altra bimba e da lì non si è più interessato al bambino. Riccardo più di una volta mi ha chiesto come fare per avere il mio cognome, cosa cui sono sempre riuscita a dare poco peso. Tengo a precisare che quando ci siamo lasciati non mi dava niente per il mantenimento, perché siccome pagava un affitto, e io no, era un venirci incontro. Poi ha venduto la casa dove anche io pagavo il mutuo e nonostante ciò non ha mai dato niente al figlio, e tutt’ora non provvede, ma questa cosa non è un problema. L’altro giorno ho iscritto Riccardo alle medie e dal modulo mi hanno fatto cancellare il nome di mio marito e inserire il nome del mio ex, chiarendomi che se lui volesse potrebbe parlare con i professori e andare anche a prenderlo a scuola! La cosa mi ha molto infastidito. Cosa posso fare per risolvere questa situazione senza creare scompiglio? È anni che non si fa vedere e non si preoccupa, quindi non vi è modo di lasciargli sì la patria potestà (deciderà Riccardo poi da grande cosa fare), ma fare in modo che della vita di Riccardo me ne occupi io, come sinceramente faccio da anni? Mi scuso per il caos, ma ho cercato in breve di spiegarle il tutto.

La ringrazio e cordialmente la saluto.

Selenia

Cara Selenia,

non credo che nel suo caso ci siano gli estremi per escludere la patria potestà del padre di suo figlio. Potrebbe semmai rivolgersi al Tribunale per i Minorenni, chiedendo l’affidamento esclusivo del bambino, adducendo (e provando) a sostegno di questa domanda il completo disinteresse del padre per il proprio figlio. Naturalmente l’affidamento esclusivo del minore non esclude il padre dalla titolarità della potestà genitoriale ma comporta che il suo esercizio compete al genitore affidatario. Sarà poi il Tribunale adito a stabilire se e in quale misura, nonché con quali modalità, il minore potrà stare con il padre.

Mi corre l’obbligo però di invitarla a valutare in modo obiettivo le circostanze. Davvero i rapporti tra suo figlio e il padre sono inesistenti? Come mai il bambino manifesta questa repulsione all’idea di stare con il padre? Il padre di suo figlio non si è mai fatto vivo con il minore?

Insomma, qualsiasi azione lei voglia intraprendere, dovrà essere consapevole che se il padre di suo figlio si dimostrasse invece interessato a coltivare il proprio rapporto con il minore, il Tribunale cercherà in ogni modo di recuperare questo rapporto, a meno che la persona in questione (il padre di Riccardo) non sia ritenuta inidonea ad assolvere il proprio ruolo genitoriale.

Si consulti quindi con un legale per valutare approfonditamente cosa sia opportuno fare.

Buona fortuna.

Avv. Chiara Donadon

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