Intolleranza al latte

Buonasera dottore,
le pongo alcune domande riguardo all’intolleranza al latte che, da circa un mese, come un fulmine a ciel sereno è comparsa nella mia bimba piccola di 5 anni e mezzo
Mio marito è intollerante al latte, come appurato dopo esami del sangue e Vega test
a sua memoria lo è sempre stato, ma nella nostra piccola non si era mai presentato fino ad un mese fà, quando ha avuto un blocco intestinale dovuto ad alcuni giorni di mancata evacuazione
Da allora quando beve un tazzone di latte lamenta fitte alla pancia, all’ano, mal di testa e bisogno di evacuare spesso
sostituendo il latte vaccino con quello di soia abbiamo risolto il problema, ma se mangia la pizza con la mozzarella torna il mal di pancia
La mia domanda quindi è, possibile che sia comparsa un’intolleranza al latte così all’improvviso? devo farle fare gli esami anche a lei o può essere una cosa transitoria?
La ringrazio in anticipo
Mara



Buongiorno,
guardi riguardo il latte vi è purtroppo ancora (volutamente) molta disinformazione. Come tutti i mammiferi anche l’uomo, una volta finito lo svezzamento (ossia con la comparsa dei primi dentini), non necessita più di latte. L’organismo di norma evidenzia ciò anche smettendo di produrre l’enzima lattasi indispensabile per la digestione del lattosio (principale zucchero del latte) da cui i fenomeni definiti erroneamente (e strumentalmente) di “intolleranza” ma che in realtà sono fisiologici. In altre parole, per esser più chiaro, fino all’arrivo dei primi denti (ca. 1 anno di età) il latte materno (non quello vaccino nè tanto meno quello industriale) rappresenta l’alimento ideale e insostituibile per l’essere umano, dopo l’uomo deve nutririsi di altro. Non è in alcun modo vero che il latte (e i latticini) aiuta nella crescita dopo lo svezzamento e, in tarda età, a combattere l’osteoporosi (tutti gli studi scientifici seri a riguardo dimostrano infatti il contrario). E’ in realtà un’alimentazione ricca di vegetali a garantire una sana e robusta crescita scheletrica e non solo. Qualora avesse dubbi sulla capacità dei vegetali a riguardo la invito a osservare la struttura scheletrica degli animali erbivori (ad es. gli elefanti).

Per completezza aggiungo che fanno eccezione alcune popolazioni che vivono in ambienti coperti da neve per lunghi periodi e pertanto impossibilitate a coltivare i terreni. Tali popolazioni, essendo costrette a nutrirsi principalmente di prodotti di origine animale (fra cui latte e latticini), hanno di norma sviluppato una mutazione genetica che fa sì che producano l’enzima lattasi per tutta la vita. In alcuni casi può succedere che anche soggetti mediterranei ricomicino a produrre tale enzimi soto il continuo stimolo dato da ripetute assunzioni di latticini (si tratta però in qualche modo di una forzatura contro natura).

Pertanto più che preoccuparsi dei latticini mi occuperei di impostare l’alimentazione su una ricca varietà di vegetali (legumi compresi ovviamente). Ala latte di soia le consiglierei il latte di avena biologico in quanto più equilibrato (si trova nel reparto bio di molte famose catene di supermercati).


Le invio un caro saluto
Giovanni Chetta

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