Compiti a casa: cara Maestra, caro Ministro dell’Istruzione

Compiti a casa: cara Maestra, caro Ministro dell'Istruzione
Lettera alla maestra di Maria, una bimba che frequenta le elementari a tempo pieno

Caro Ministro dell’Istruzione,

a nome degli oltre 33 mila firmatari della petizione: “Basta compiti!” e dei 13.800 iscritti alla omonima pagina Facebook, chiedo un suo intervento che induca le scuole (dirigenti scolastici, consigli di istituto, collegi dei docenti…) a regolamentare l’assegnazione dei compiti a casa, laddove si ritenga necessario ricorrere a una pratica abbandonata da tempo, per manifesta inadeguatezza didattica, in scuole di eccellenza internazionale.

Compiti a casa: cara Maestra, caro Ministro dell'Istruzione
Mole di compiti a casa nel mondo – Fonte Ocse

Compiti a casa: gli studenti italiani tra i più tartassati del mondo

Iniziativa tanto più urgente considerata la mole soverchiante di lavoro inflitta, fin dai primi anni di scuola, agli studenti italiani e alle loro famiglie (dati Ocse) – basti ricordare che si danno compiti a casa persino ai bambini (6-11 anni) che frequentano  scuole a tempo pieno: dopo 8 ore di immobilità forzata in aule più o meno confortevoli e sovraffollate, non è infrequente che si assegnino compiti tutti i giorni, nei week end e durante le vacanze, come dimostra la letterina eloquente e rispettosa che allego, scritta da Maria, una bambina di Roma che frequenta una scuola primaria a tempo pieno (ma potrei recapitarle migliaia di  messaggi scritti da genitori disperati per le condizioni di sofferenza inflitte, senza ragione e misura, ai loro figli).

Come si può intervenire

I docenti che decidano di assegnare i compiti devono esplicitare gli obiettivi che in tal modo ritengano di poter conseguire, e indicare le prove (indicatori, descrittori…) attraverso le quali sia possibile verificare l’efficacia di una pratica pedagogicamente controversa, così da stabilire se sia il modo migliore o l’unico per raggiungere i risultati attesi.

Un intervento di siffatto tenore rientrerebbe nelle Sue prerogative e non sarebbe in contrasto con la “libertà di insegnamento” del singolo docente, con l’autonomia delle scuole e neppure con le attribuzioni del dirigente scolastico, e sarebbe ampiamente legittimato dalla necessità di garantire allo studente il “diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…” sancito dall’art.31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dallo Stato italiano il 27 maggio 1991, con legge n.176.

A titolo puramente esemplificativo, riporto il mio “Regolacompiti”, dichiarandomi fin d’ora disponibile a qualsiasi chiarimento reputasse utile.

REGOLACOMPITI

Premesso che nessuna norma impone l’assegnazione dei compiti a casa (in altri Paesi è addirittura vietato), e le sole occasioni nelle quali il Ministero P.I. si è occupato dei compiti è stato per raccomandare di non assegnarli quanto meno nel fine settimana e durante le vacanze, si stabilisce quanto segue:

  1. I docenti che decidano di assegnare compiti a casa si impegnano a correggerli tutti e a tutti – altrimenti non avrebbe senso farli.
  2. I docenti che decidano di assegnare compiti si impegnano a preparare adeguatamente gli studenti perché siano in grado di svolgerli per proprio conto (devono verificarlo e garantirlo ai genitori) – sarebbe assurdo e umiliante chiedere loro di fare ciò che non sanno fare.
  3. Ai compiti svolti a casa non deve essere assegnato alcun voto – il docente non può sapere come e da chi siano svolti.
  4. I compiti non fatti non possono essere “recuperati” sacrificando la ricreazione che per nessun motivo, men che mai “disciplinare”, deve essere ridotta o annullata – gli studenti ne hanno bisogno e diritto.
  5. I compiti non svolti durante i periodi di assenza (es. per malattia) non devono essere recuperati – non sarebbe umanamente possibile e si perderebbero le nuove acquisizioni.
  6. La giustificazione del genitore per il mancato svolgimento dei compiti deve essere recepita evitando reprimende o punizioni – umilianti per lo studente e offensive per i genitori.
  7. Nelle classi a 40 ore (tempo pieno), non si assegnano compiti: le attività didattiche devono esaurirsi nelle 8 ore di forzata immobilità e concentrazione – pretendere un ulteriore impegno sarebbe controproducente, penoso, crudele.
  8. I docenti che decidano di assegnare compiti pomeridiani verificheranno, preventivamente, che non richiedano a nessuno studente un impegno giornaliero complessivo che superi:
    • 10 minuti nelle classi prime della scuola primaria
    • 20 minuti nelle classi seconda e terza
    • 30 minuti nelle classi quarta e quinta
    • 40 minuti nelle classi prime della scuola secondaria di primo grado
    • 50 minuti nelle classi seconde
    • 60 minuti nelle classi terze.
  9. Non devono essere assegnati compiti nel fine settimana e durante i periodi di vacanza o sospensione delle lezioni – agli studenti deve essere permesso di ricrearsi (garantito il “diritto a riposo e al gioco”), e alle famiglie di ritrovarsi, senza l’assillo stressante dei compiti.
  10. Non devono essere assegnati “compiti per le vacanze” (ossimoro logico e pedagogico) – per le ragioni già espresse nel punto precedente e per evitare che i docenti, come previsto dal primo punto di questo Regolamento, trascorrano il resto dell’anno scolastico a correggere gli esercizi previsti dai “Libri per le vacanze”.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.