Pediculosi (pidocchi)? Parliamone..

pediculosi

Che cos’è il pidocchio del capo?

Il Pediculus humanus capitis (questo è il nome scientifico del pidocchio) è un parassita  così detto “obbligato” perché non è in grado di vivere lontano dal cuoio capelluto umano, dove attua l’intero suo ciclo vitale. È un parassita “specie-specifico”, cioè specifico dell’uomo: non potrebbe cioè vivere sul pelo di altri animali, così come i pidocchi di altri animali non possono vivere sull’uomo.

È un parassita ematofago, si nutre cioè solo ed esclusivamente di sangue umano, che succhia varie volte al giorno (ogni 2 o 3 ore).

Il pidocchio non trasmette malattie.

Il suo ciclo vitale dura circa un mese e avviene attraverso tre stadi: uovo, ninfa, pidocchio adulto.

uova1 Le uova sono deposte dalle femmine a livello del follicolo pilifero, dove origina il capello, e si allontanano progressivamente dal cuoio capelluto mano a mano che il capello cresce.

Le uova si schiudono dopo 7-10 giorni dalla loro deposizione e si trasformano in ninfe, e dopo altri tre stadi maturativi successivi, nell’arco di un mese circa, si trasformano in insetti adulti.

Il maschio, più piccolo della femmina, è lungo 2-3 millimetri. Le femmine adulte entro 24 ore dall’accoppiamento depongono da 4 a 10 uova (lendini) al giorno. Nel corso della sua vita una femmina può deporre da 50 a 300 uova.

lendinedipidocchio Le uova, o lendini, sono ovali o piriformi. Hanno una grandezza di 0,5 millimetri di lunghezza per 0,3 di larghezza, assomigliano a un piccolissimo chicco di riso e sono rivestite da uno strato chitinoso duro color grigio madreperlaceo lucido. Più sono giovani, più sono vicine al bulbo del capello e saldamente cementate su di esso. Se ne possono trovare più d’una sullo stesso capello disposte “in fila indiana” o a “grani di rosario”.

Concluso il ciclo maturativo, la lendine schiude e si trasforma in pidocchio, ma solo se trova favorevoli condizioni di temperatura e umidità: la sua temperatura ideale è infatti 29-30 gradi. Al di sotto, di solito, la femmina non depone uova; al di sopra, se per esempio il bambino ha la febbre alta, le lendini spesso muoiono.

pidocchio

Il pidocchio adulto ha zampe a forma di uncino e corre velocemente sul cuoio capelluto (23 cm al minuto) provocando incessante prurito.

Quali sono le categorie a rischio di pediculosi?

La pediculosi del capo colpisce tutte le età e tutte le categorie socio-economiche; tuttavia è più frequente nei bambini tra i 3 e gli 11 anni. Preferisce il capello liscio e il sesso femminile.

Quali sintomi devono far sospettare la pediculosi?

Essenzialmente il prurito al cuoio capelluto, incessante e ripetuto tanto da indurre il bambino a grattarsi continuamente: comportamento che può produrre graffi e lesioni che, anche se raramente, possono infettarsi. Molto più raramente vi può essere ingrossamento dei linfonodi regionali in seguito all’infezione delle lesioni da grattamento.

Come si diagnostica la pediculosi?

Con un’accurata ispezione del cuoio capelluto di tutti i bambini che si grattano e, in via preventiva, di tutti i bambini che frequentano una comunità. Le lendini si localizzano più frequentemente dietro le orecchie e la nuca, ma un’accurata ispezione deve comprendere tutta la testa.

L’uso della pettinina a denti fitti aumenta di 4 volte l’accuratezza della diagnosi e ne raddoppia la velocità. Essa deve essere passata nella ciocca di capelli cominciando dalla radice e tirata con fermezza verso il basso.

La diagnosi di pediculosi è posta solo in presenza di pidocchi adulti e/o ninfe e/o lendini vitali. La presenza delle sole lendini non significa necessariamente infestazione attiva: se la loro distanza dal cuoio capelluto è inferiore a mezzo centimetro o poco più, la diagnosi di pediculosi è probabile; se le lendini si trovano più distanti, per esempio a più di 1 cm dalla radice del capello, può trattarsi di pediculosi non attiva, cioè di lendini morte. Perché questo? Perché la lendine viene deposta sul cuoio capelluto, alla radice del capello; il capello cresce in media un centimetro al mese; il ciclo vitale della lendine, dalla deposizione a quando schiude, è di circa un mese; lontana dal cuoio capelluto la lendine non vive perché non può nutrirsi; quindi le lendini trovate lontano dalla radice, se non si sono ancora schiuse, sono già morte.

Qual è il trattamento più efficace contro la pediculosi?

I trattamenti topici sono essenzialmente a base di insetticidi. Sono generalmente usate le piretrine naturali, i loro derivati sintetici e il malathion. Il malathion non viene usato nei bambini. Le pietrine agiscono provocando una paralisi motoria dell’insetto; il malathion provoca una paralisi respiratoria dell’insetto.

Perché il trattamento risulta spesso inefficace o scarsamente efficace?

Perché il farmaco può non riuscire a penetrare all’interno del corpo dell’insetto o all’interno della cuticola della lendine; perché il tempo di contatto sulla cute può non essere sufficiente; perché se si usano gli shampoo la diluizione dovuta all’acqua o al capello bagnato rende il farmaco poco efficace; perché con il tempo e con l’uso troppo frequente e diffuso dei farmaci antiparassitari l’insetto modifica il suo corredo enzimatico e diventa resistente; perché non si seguono correttamente le istruzioni di uso dei vari prodotti, e così via.

Qual è allora il trattamento più efficace?

Per un corretto trattamento della pediculosi si consiglia di usare prodotti topici sul cuoio capelluto a secco, cioè sul capello asciutto. Vanno bene lozioni, creme o schiume termosensibili che devono essere usate rispettando rigorosamente i tempi prescritti dalle istruzioni d’uso. Dopo la loro applicazione i capelli possono essere lavati con shampoo normale o con shampoo a base di aceto (l’aceto favorisce lo scioglimento della sostanza che cementa la lendine al capello). Dopo lo shampoo, a capelli umidi o asciutti, è buona norma usare la pettinina a denti fitti e controllare tutti i capelli ciocca per ciocca cominciando, cosa importantissima, dalla radice!

In questo modo, eventuali lendini residue, per non parlare dell’insetto adulto, non solo possono, ma devono essere rimosse.

Il trattamento deve essere ripetuto una seconda volta dopo 7-10 giorni.

In seguito è necessario un semplice controllo regolare dei capelli ogni 10-15 giorni, con l’ausilio utilissimo della pettinina.

I farmaci consigliati per uso pediatrico, per la loro efficacia e la loro scarsissima tossicità, sono attualmente le piretrine sinergizzate e i piretroidi sintetici.

I prodotti naturali esistono ma sono poco efficaci e, non riuscendo spesso ad uccidere insetto e lendini rischiano, al contrario, di creare resistenze.

Nei casi particolarmente resistenti alle terapie e in presenza di infestazione massiva si può affiancare il trattamento per uso topico con farmaci da prendere per bocca (per es. sulfamidici come Bactrim) ma solo dietro consiglio e prescrizione medica.

Come si frena il propagarsi dell’infestazione?

Solo con la prevenzione, che consiste in un monitoraggio attento e continuativo e in una diagnosi appropriata e tempestiva.

È fondamentale il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle famiglie, che devono farsi carico di controllare attentamente ed eventualmente trattare in modo appropriato tutte le persone che in un modo o nell’altro vivono a stretto contatto con il bambino affetto da pediculosi per impedire il propagarsi dei focolai.

I genitori andrebbero educati a un controllo costante dei loro bambini e, tramite materiale informativo, al riconoscimento delle lendini e dei parassiti.

Quali regole igieniche sono da tenersi in caso di pediculosi?

La trasmissione della pediculosi del capo è interumana e diretta: i pidocchi riscontrati su cuscini, berretti, cappotti, poltrone, ecc. sono presumibilmente morti e difficilmente possono infettare una persona. Non serve disinfestare né disinfettare gli ambienti.

L’attenzione deve concentrarsi solo sul cuoio capelluto.

L’utilizzo profilattico di insetticidi e il lavaggio regolare dei capelli con prodotti pediculocidi è da sconsigliare fortemente perché, oltre a non essere efficaci a livello preventivo, possono essere responsabili delle crescenti resistenze a questi farmaci che si stanno attualmente evidenziando.

Andrebbero invece lavati ad alte temperature pettini e spazzole utilizzati dal soggetto infestato.

È assolutamente inutile tagliare i capelli proprio perché insetti e lendini vivono sul cuoio capelluto e non sul capello, se non nella sua immediata prossimità.

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