Allattamento al seno: 18 miti e leggende da sfatare

L’allattamento al seno dei bambini è uno di quegli argomenti su cui molti fra coloro che circondano la neomamma vogliono dire la loro, talvolta a sproposito.

Tutti sembrano sapere quando il bambino ha fame, quando è sazio, quando è il momento di introdurre altri cibi o di passare al latte artificiale. Alcuni addirittura sembrano dotati di sofisticatissimi strumenti per valutare quantità e composizione del latte materno, senza nemmeno vederlo!

Potremmo interpretarlo come uno strano fenomeno, a tratti anche divertente, non fosse che queste influenze esterne quasi mai aiutano e tranquillizzano la neomamma. Anzi, data la fragile emotività della puerpera, rischiano di compromettere un allattamento che avrebbe potuto funzionare benissimo.

Dato che il valore del latte materno è fuori da ogni dubbio, e molte donne si rammaricano di non avere allattato, è utile cercare di sfatare tutta una serie di luoghi comuni che resistono ancora oggi (inspiegabilmente, dato che le informazioni corrette sono ormai alla portata di tutti). Vediamoli insieme.

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L’allattamento – Foto di Leilani Roger

Non avere il latte: è possibile che una donna non abbia latte, o ne abbia troppo poco?

La risposta è NI, cioè: è possibile che ci sia una effettiva incapacità di produrre latte, o che ne venga prodotto in quantità scarse, ma si tratta di un evento piuttosto raro, che non può essere responsabile di tutti i casi di cui sentiamo raccontare.

È possibile che l’eventuale scarsa produzione sia dovuta a una serie di fattori assolutamente modificabili (errato attacco del bambino, allattamento a orari fissi anziché a richiesta, uso di ciuccio e/o tisane a causa di cui il bambino riduce la richiesta di latte, stanchezza, bere troppo poco, mangiare troppo poco…) e, corretti i quali, la maggior parte delle donne può allattare con successo.

Far trascorrere almeno tre ore fra una poppata e l’altra

È falsissimo. Il latte materno è molto digeribile e inoltre, a meno di non fare la doppia pesata, è impossibile sapere quanto il bambino abbia mangiato la volta precedente. A volte il neonato ha semplicemente sete e non svuota il seno.
Allattare a richiesta è fondamentale per lasciare che la produzione si adegui ai bisogni del bambino. Imporre pause troppo lunghe interferisce col meccanismo perfetto di richiesta/produzione di latte, che ha la capacità di autoregolarsi, ed è uno dei pochi motivi per cui davvero il latte potrebbe risultare insufficiente.

Somministrare acqua ai bambini allattati al seno

Non serve dare acqua ai bambini allattati al seno. Una breve poppata è ottimale per dissetare: il primo latte, infatti, è quello più acquoso. Inoltre somministrare acqua o altri liquidi in grande quantità (non sto parlando di qualche cucchiaino) rischia di interferire con l’allattamento, provocando un senso di sazietà che induce il bambino a richiedere meno latte del necessario.

Il latte è poco sostanzioso/è acqua oppure, al contrario, è troppo grasso/il bimbo non lo digerisce, o qualsiasi altra valutazione sulle proprietà nutrizionali del latte materno

No e poi no. Il latte materno è l’alimento IDEALE per un neonato. Il latte della propria madre è l’alimento ideale per ogni bambino, poiché cambia in quantità in base alla richiesta e in qualità in base all’età, adattandosi ai bisogni specifici del neonato che cresce.
Il consiglio di un operatore preparato potrà aiutare le mamme a valutare e risolvere eventuali problemi.
Un eventuale problema di digeribilità potrebbe presentarsi in caso di intolleranza ad alimenti assunti dalla madre. Se la madre si alimenta in modo vario, questo non può costituire un problema effettivo. Il caso più frequente è l’intolleranza al lattosio, che può avere vari gradi: di solito basta ridurre o eliminare i latticini dalla dieta della madre. In rarissimi casi il neonato risulta effettivamente intollerante anche alla quantità di lattosio presente normalmente nel latte materno e solo in questi casi può essere necessario ricorrere a un latte formulato specifico.

Dopo 3/6/12 mesi il latte è acqua/non serve più

Questo non è vero, il latte materno apporta indubbi benefici, fosse solo a livello di aiuto al sistema immunitario, che fino almeno ai 2 anni è ancora immaturo.
L’allattamento prolungato inoltre non è “innaturale” (tutt’altro) e non è quello che può nuocere psicologicamente al bambino.

Le poppate non devono durare più di 5-10 minuti per seno

È falso. La gran parte del latte viene assunto nei primi 5-10 minuti ma, come abbiamo detto, il latte più sostanzioso è quello che fuoriesce alla fine della poppata.
Inoltre i neonati spesso non sono molto “energici” nel poppare, all’inizio. Io mi sono accorta, con la doppia pesata, che facendo un altro “giro di tette”, la mia prima bimba prendeva ancora una quantità non indifferente di latte (30-40 grammi) e solo quando ho perseverato nel tenerla attaccata al seno, oltre i tempi indicati dal pediatra, ha iniziato a crescere a sufficienza. È comunque tutto abbastanza soggettivo: ad esempio c’è chi offre un solo seno per volta, aspettando che il bimbo si stacchi quando è sazio.

La birra fa latte-il latte fa latte

In realtà basta mangiare normalmente, in modo vario. L’assunzione di latte di mucca non ha effetti sulla produzione di latte materno. La birra, in effetti, a quanto ho letto contiene alcune sostanze che possono stimolare la produzione di latte, ma non bisogna dimenticare che l’alcol va evitato, quindi non si possono assumere grandi quantità di birra a questo scopo!

Usa il seno come un ciuccio

Accade effettivamente che ai bimbi piaccia stare attaccati al seno a “ciuccettare”, anche senza ingerire latte. Dopo le prime settimane, una mamma saprà valutare benissimo se in quel momento il bambino sta prendendo latte (si sente ingoiare!) o sta semplicemente rilassandosi. Del resto, se questo non provoca dolore alla mamma (in presenza di ragadi si cerca di ottimizzare il tempo al seno), è un passatempo piacevole e rilassante per il bambino, e non c’è motivo per evitare questa concessione.

Ha ricominciato a svegliarsi più volte per notte: il latte non è più sufficiente

Fermo restando che un bambino può svegliarsi per tutta una serie di motivi indipendenti dalla fame, è normale che ogni tanto le poppate si intensifichino per qualche giorno: così facendo il bambino stimola la produzione di una quantità maggiore di latte, adeguata alle crescenti necessità (più il bimbo cresce, più aumenta la quantità di latte assunta giornalmente). Interferire con questo meccanismo, aggiungendo latte artificiale all’alimentazione del bambino, fa sì che la richiesta di latte cali proprio nel momento in cui invece dovrebbe aumentare, e allora è chiaro che il latte diventa insufficiente.

Se la mamma ha la mastite/è ammalata non può allattare

In realtà si può continuare ad allattare, non è necessario tirarsi il latte e buttarlo, come spesso accade. Si può allattare se si subisce un’anestesia locale dal dentista, si può allattare prendendo antibiotici (ci sono antibiotici compatibili con l’allattamento).
In ognuna delle occasioni in cui è necessario assumere farmaci è importante informarsi bene per evitare di interrompere l’allattamento, se non necessario (e se medici e pediatri vi sembrano poco collaborativi, rivolgetevi a personale esperto. Si veda sotto).

Il bambino si agita durante la poppata: c’è poco latte

In realtà sono molteplici i motivi per cui un bambino può mostrare irrequietezza durante la poppata, ma la scarsità di latte è proprio il motivo meno probabile. Potrebbe addirittura essere a causa di un eccessivo riflesso di emissione (troppo latte che fuoriesce dal seno all’inizio della poppata), di un forte riflesso gastrocolico (mal di pancia dovuto ai movimenti intestinali che avvengono durante la poppata), di reflusso gastroesofageo (quindi questa spiegazione frettolosa potrebbe addirittura impedire il riconoscimento di un problema reale).

Non si possono allattare gemelli

Come già detto, la produzione si adegua alla richiesta. Vale almeno la pena di provarci, se lo si desidera.

Non si può allattare dopo un cesareo

Altra convinzione sbagliata che però resiste ancora. Si può benissimo allattare anche se il parto non è avvenuto per via vaginale. Il segreto è sempre lo stesso: attaccare spesso il bambino al seno, il latte arriverà.

Se tua madre non ha allattato, non ce la farai nemmeno tu

Evviva l’ottimismo! Chiaramente dipende dal perché non ha allattato: le scelte personali, le informazioni errate, i consigli sbagliati… non sono ereditari!
Si fosse trattato di uno di quei rari casi in cui c’è un effettiva incapacità fisica di produrre latte, non è comunque detto che sia ereditario.
Quello che può essere vero è che avere in famiglia un ambiente che non ritiene importante e non incoraggia l’allattamento al seno, può influire, ma se una mamma vuole allattare può trovare comunque le informazioni e gli stimoli giusti per farlo.

Seno piccolo = poco latte e viceversa

No, la quantità di latte non dipende dalle dimensioni del seno.

Se ti arrabbi/sei nervosa il latte è cattivo/veleno

Presente in parecchie varianti, è ovviamente falso. Quel che è vero è che una neomamma dovrebbe stare il più tranquilla possibile (come tutti del resto): beh, aiutiamola non dicendo stupidaggini!

Quando torna il ciclo il latte diventa cattivo/Mangiando certi alimenti il latte diventa cattivo

Il sapore del latte varia in risposta a cambiamenti ormonali o in base ai cibi assunti dalla madre; questo è normale e non costituisce un problema per l’allattamento.

Se la mamma è miope non deve allattare

Rientra nella serie di obiezioni relative alla salute della mamma. È vero che l’allattamento è una fatica in più per l’organismo, ma basta un po’ di riposo, qualche caloria in più, un integratore apposito… e non ci sono motivi per rinunciare!

Ci sono poi osservazioni alle quali non vale la pena obiettare, ma che è carino segnalare perché sono veramente spassose.
La medaglia d’oro va al: se bevi mentre allatti, il bambino affoga!, ma si piazza bene anche dopo l’anno il latte è scaduto.
A volte purtroppo sono i pediatri stessi, forse non abbastanza aggiornati, o non abbastanza motivati, e probabilmente troppo impegnati per poter valutare il singolo caso, a fare affermazioni non molto corrette.
Per questo, se ci tenete ad allattare, può essere necessario rivolgersi a personale esperto e motivato.
Presenti un po’ in tutta Italia, le consulenti de La Leche League sono sempre disponibili a questo scopo.
Localmente possono essere anche le ostetriche, le infermiere del nido, gruppi formati da mamme e personale sanitario, a fornire un supporto all’allattamento al seno: informatevi presso i reparti di ostetricia degli ospedali più vicini.

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