La fontanella del neonato

Fa impressione: quando si accarezza delicatamente la testina di un neonato, inevitabilmente le dita vanno lì, su quell’avvallamento, quel piccolo “buco” nel cranio, proprio sopra la fronte del piccolo.

Si, è vero, toccandolo, le dita non hanno la sensazione di affondare, si capisce che è ben protetto da membrane resistenti ed elastiche, ma sapere che in quel punto il cervello non è ricoperto dall’osso suscita comunque un certo timore.

Si tratta della fontanella bregmatica. Bisognerà aspettare quasi un anno per non sentirla più.

fontanella neonato

Cos’è la fontanella?

Le fontanelle sono degli spazi membranosi fisiologicamente presenti nel cranio del feto e del neonato verso i quali convergono le ossa craniche nel corso del loro sviluppo durante il processo di ossificazione che termina mesi dopo la nascita. Sono sei, due mediane, anteriore e posteriore e quattro laterali, simmetriche, sempre due anteriori e due posteriori.

Quella più visibile e conosciuta è la fontanella anteriore o bregmatica: è a forma di rombo o di losanga e si trova alla confluenza dell’osso frontale con le due ossa parietali di destra e di sinistra.

Simile a questa ma solitamente più piccola e con scomparsa più precoce, di solito massimo un mese dopo la nascita, è la fontanella posteriore o lambdoidea perché a forma della lettera greca lambda. Essa si trova alla confluenza dell’osso occipitale con le due ossa parietali.

Le altre due fontanelle non si palpano quasi mai alla nascita: sono quattro, due sono chiamate pteriche e si trovano alla confluenza dell’osso frontale con le due ossa parietale e temporale, una a destra e una a sinistra; e due sono chiamate asteriche e si trovano alla confluenza dell’osso occipitale con il parietale ed il temporale.

Le ossa della volta cranica, poi,si uniscono tra loro mediante linee articolari dette immobili che sono chiamate suture. La presenza di queste zone ancora non ossificate (fontanelle e linee di sutura) conferisce al cranio del neonato una straordinaria elasticità e plasticità: l’elasticità serve per assorbire la inevitabile deformazione che subisce durante il passaggio nel canale da parto alla nascita, la plasticità serve affinché la crescita del cervello, ancora molto vivace nei primi anni di vita, non trovi ostacoli alla sua espansione.

Encefalo e midollo spinale sono avvolti da tre membrane sovrapposte dette meningi: quella più esterna si chiama dura madre, è composta da tessuto fibroso resistente ed elastico ed è a sua volta circondata da uno strato di tessuto adiposo che ne attutisce gli urti. Lo strato intermedio e lo strato interno si chiamano rispettivamente aracnoide e pia madre.

Al di sotto della pia madre vi è il cervello vero e proprio, al di sopra della dura madre vi è ancora il sottocutaneo e il cuoio capelluto. Si capisce così come, anche senza copertura ossea, la fontanella non rappresenti una zona particolarmente o comunque molto più fragile e delicata rispetto al resto del cranio.

Quando si chiude la fontanella?

Abbiamo detto che la fontanella posteriore si chiude, cioè si ossifica, precocemente, entro il secondo mese di vita; quella anteriore invece, che mediamente alla nascita misura due o tre centimetri di lato, inizia a ridursi verso il sesto mese per completare la sua ossificazione verso la fine del primo anno e anche oltre se alla nascita era molto ampia.

Anche quando si dicono ossificate, però, le fontanelle, così come le linee di sutura, non perdono la loro elasticità ancora per molto tempo e ciò permette al cranio di crescere regolarmente.

Anche le suture, alla nascita, possono palparsi separate, cioè con i bordi distanti di qualche millimetro: anche questo, quando non associato ad altri segni clinici particolari, non è patologico.

La fontanella non si chiude: devo preoccuparmi?

Se la fontanella tarda a chiudersi, cioè al 16° mese non da segni di modificazione, è motivo di preoccupazione. Bisogna allora valutare l’aumento della circonferenza cranica del bambino e altri segni riferibili ad idrocefalo.

Anche uno scarso processo di ossificazione, come in caso di rachitismo, può ritardare la chiusura delle fontanelle, ma anche in questo caso la diagnosi si attua a causa della presenza di altri sintomi correlati.

Come interpretare le variazioni della fontanella

La fontanella, quando ancora aperta, può dare utili informazioni sullo stato di salute del bimbo.

Fontanella neonato infossata: per esempio, dopo alcune ore di febbre, se si palpa o si vede addirittura depressa e a forma di piccola conca, è segno di disidratazione. Il bambino va quindi reidratato. Ma la febbre stessa, dando vasodilatazione periferica, può accentuare le pulsazioni che normalmente si possono percepire appoggiandovi sopra alcune dita.

Fontanella neonato gonfia: quando la fontanella è bombata in fuori, oltre che pulsante e tesa, può essere indice di ipertensione endocranica, come nella meningite, oppure nei rari casi di ipervitaminosi.

L’ostetrica, poi, attraverso il reperimento e la palpazione delle fontanelle, può avere un’idea della posizione assunta dalla testa del feto durante il travaglio.

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