Quel rompicapo dello streptococco

Buongiorno.

Sono la mamma di Fabrizio (3 anni e 2 mesi).

Il mio bimbo sta attraversando un periodo non proprio facile su due fronti:

1) Abbiamo scoperto un’allergia alimentare (uovo e sue proteine) con episodi di broncospasmo, laringospasmo e asma allergica

2) Tonsilliti e faringiti con positività allo streptococco

Ora: per il problema allergia ho trovato un’allergologa piuttosto scrupolosa e mi sento in buone mani. Per quanto riguarda invece la situazione tonsille non ho ancora chiara la faccenda e mi rivolgo a lei per un consiglio.

Un mese fa il bimbo ha presentato febbre, aveva mal di gola ma il tampone è risultato negativo, la febbre è durata 3 giorni e, senza alcun antibiotico, è andata via. Dopo 5 giorni è ricomparsa e stavolta il tampone è risultato positivo, inoltre gli esami del sangue erano molto alterati (VES = 100). Al Pronto Soccorso dove mi sono rivolta, mi hanno dato Zimox per 10 giorni. La pediatra dell’ospedale mi ha detto di cominciare subito la terapia per non incorrere nei problemi di uno streptococco non curato (intanto che aspettavamo gli esiti erano passati già 15 giorni dall’inizio della prima febbre). Al termine della terapia antibiotica (dopo 5 giorni) abbiamo rifatto il tampone che è nuovamente risultato positivo. Ho chiamato la mia pediatra della mutua (che non mi da nessuna soddisfazione, mi tratta sempre con leggerezza e sembra seccata ad ogni mia preoccupazione) e mi ha detto che deve tenersi lo streptococco.

Adesso chiedo a lei: ma non è forse il caso di fare anche gli esami del sangue per verificare se l’infezione batterica è ancora in atto? È normale che il bimbo non riesca a mangiare (vuole solo latte e yogurt, lui che è sempre stato un bel mangione), ha la gola rossa e le tonsille gonfie?

Posso secondo lei procedere con una visita ORL per fare chiarezza?

La ringrazio di cuore per la sua disponibilità, ho davvero bisogno di sentire un parere per inquadrare la situazione e capire come muovermi.


Lo streptococco, comunque lo si voglia considerare, è un rompicapo: mi ricordo di avere usato queste stesse parole in occasione di una risposta analoga, proprio all’inizio della mia collaborazione al sito sapendo che sarebbe stato un light motiv ricorrente.

Ad ogni modo, primo punto: essere certi di avere eseguito bene tecnicamente il tampone quando la risposta viene negativa: i bambini si dimenano, la pressione del tampone sulle tonsille deve esere piuttosto decisa e ripetuta e spesso, a causa delle ben note difficoltà, ci si accontenta di essere riusciti a fare soltanto una fugace toccatina, a volte non si sa neanche bene se sulle tonsille oppure sul faringe. Quindi le risposte negative andrebbero sempre prese con cautela se non si è sicuri della corretta tecnica utilizzata, inclusi i tamponi rapidi usati in ambulatorio che sono accettabilmente affidabili ma non come quelli tradizionali del laboratorio analisi. Ciò non toglie che se un bambino mette in atto le proprie difese immunitarie e se queste risultano efficaci, lo streptococco può essere combattuto anche senza antibiotici (come avrebbero fatto a guarire i bambini in era pre-antibiotica visto che gli antibiotici non hanno nemmeno un secolo di vita?). Al contrario, un tampone può risultare positivo anche dopo una terapia antibiotica adeguata sia per la scelta dell’antibiotico che per la durata e questo perché, come ho già avuto modo di spiegare più volte, sulle tonsille non esistono solo gli streptococchi patogeni ma tutta una serie di altri germi non patogeni che, per sopravvivere all’antibiotico, col tempo e con l’uso e l’abuso di antibiotici, hanno creato dei meccanismi di difesa tali da distruggere l’antibiotico stesso. Allora succede che l’antibiotico ben conosciuto per essere efficace nei confronti dello streptococco quando lo si studia in laboratorio, in vivo, cioè sul paziente, risulta, invece, inefficace, o quantomeno non totalmente capace di distruggere tutti gli streptococchi, proprio perché gli altri germi presenti sulle tonsille lo hanno inattivato prima ancora che finisse il suo compito di pulizia "etnica", diciamo, cioè il compito di distruggere selettivamente gli streptococchi. Gli attuali antibiotici ad ampio spettro come l’ampicillina o l’amoxicillina, che sono penicilline semisintetiche, sono usati molto volentieri dai pediatri perché validi, non tossici neanche se somministrati a lungo e ad ampio spettro, però, più un antibiotico è a largo spettro più è a rischio di creare resistenze, ma non resistenze da parte dello streptococco, o almeno non solo, resistenze sviluppate proprio dagli altri batteri coinquilini delle tonsille. Per questo bisognerebbe ritornare alla cara vecchia penicillina che è e resta l’antibiotico di primissima scelta nei confronti delle infezioni da streptococco (si può dare anche per bocca ma più volte al giorno ed è a rischio di allergia più dell’amoxicillina, per questo non è molto amata). Bisogna comunque dire che, data l’estrema diffusione degli streptococchi, il fatto che un bambino ne sia portatore pochi giorni dopo la fine della terapia antibiotica idonea può anche solo voler dire che lo ha preso da qualche altro compagno che era a sua volta portatore sano e tutti i bei discorsi sugli antibiotici possono non entrarci nulla.

Allora che fare? Al di fuori di una sintomatologia di tonsillite acuta con febbre, mal di gola, mal di pancia, vomito, mal di testa, ecc., nessuna terapia se si trova soltanto un tampone positivo. Se la gola e le tonsille sono cronicamente ingrossate e infiammate, con presenza di essudato o di muco, con inappetenza e segni generici di malessere, anche se non ci sino i sintomi più acuti come febbre, vomito ecc. meglio fare alcune analisi come pcr, emocromo, evitando tas perché tanto sarà e rimarrà elevato per settimane se non mesi dopo una infezione da streptococco anche senza che vi sia nulla di importante in atto. Se la pcr risulta elevata e l’emocromo mostra aumento significativo dei globuli bianchi neutrofili, si può pensare ad una terapia antibiotica anche con penicillina intramuscolo, cioè diaminocillina, che prolunga il suo effetto per quindici giorni circa, ma se il tampone positivo non è accompagnato da segni di infezione perché pcr ed emocromo risultano nella norma, ti consiglio di non fare proprio nulla e di considerare il bambino come un semplice portatore sano, a meno che in famiglia non vi siano casi di malattia reumatica. In tal caso, per evitare il rischio di questa spiacevole conseguenza, il bambino andrebbe profilassato con antibiotici comunque, anche solo a causa di un tampone positivo ma senza sintomi clinici. Naturalmente, bisognerebbe valutare se, oltre ai probabili portatori sani tra i suoi compagni di scuola, non vi siano casi di portatori sani in famiglia (genitori, fratelli, ecc): un controllo dal proprio medico di famiglia potrebbe dirimere il dubbio. Dopo la risposta di queste semplici analisi, alle quali, volendo, il medico curante può aggiungere qualcos’altro compresa la sideremia se è svogliato e mangia poco (a meno che non siano state già fatte dall’allergologo), si può pensare a un parere da parte dell’otorino.

Un caro saluto,

Daniela

 

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