I bambini e l’alimentazione vegetariana

Alimentazione vegetariana

Quante volte avete sentito dire in TV agli esperti nostrani che l’alimentazione vegetariana è inadatta ai bambini e causa gravi carenze nutrizionali?

Alla base di questa convinzione non ci sono studi specifici (che mostrano, invece, il contrario) ma semmai casi sporadici di effettiva malnutrizione, a cui i mass media danno ampio risalto, parlando di vegetarianismo o veganismo (in modo indistinto) e non di ciò di cui si tratta in realtà, ovvero di ignoranza.

Il miglior modo per combattere l’ignoranza, però, non è l’allarmismo altrettanto disinformato, ma l’informazione corretta e puntuale.

Da anni ormai l’American Dietetic Association e l’American Academy of Pediatrics hanno riconosciuto la validità della dieta vegetariana anche nei bambini, sulla base del numero crescente evidenze che indicano che un’alimentazione vegetariana ben bilanciata (e, quando necessario, arricchita con integratori o alimenti fortificati) è in grado di soddisfare i bisogni dell’organismo in crescita apportando inoltre dei vantaggi (minore rischio di obesità, ipertensione, dislipidemie, coronariopatie, neoplasie).

Gravidanza e allattamento
 

Per quanto riguarda l’alimentazione durante la gravidanza, è in particolare l’alimentazione vegana a richiedere le maggiori precauzioni.

La donna dovrà porre attenzione ai seguenti aspetti:

– Aumentare l’apporto calorico e la quantità giornaliera di proteine: questa raccomandazione è valida per tutte le donne in attesa ma spesso nell’alimentazione onnivora il problema è opposto poiché apporto calorico e proteico sono già eccessivi, mentre nell’alimentazione vegana è un aspetto da tenere in considerazione. Il fabbisogno calorico in gravidanza, comunque, varia in base al peso di partenza e all’incremento ponderale previsto.

– Vitamina B12: importante per la sintesi dei tessuti, è assente nei cibi di origine vegetale. Il fabbisogno aumenta in gravidanza. Una dieta latto-ovo-vegetariana, di solito, ne assicura un apporto sufficiente, ma i vegani devono sempre prevedere una fonte affidabile di vitamina B12 (integratori o alimenti fortificati, come latte di soia addizionato). La carenza nel lattante può portare a una gravissima forma di paralisi neuromuscolare permanente.

– Ferro: l’anemia può insorgere in qualsiasi gravidanza e tutte le donne hanno bisogno di aumentare l’apporto di ferro, se necessario con integratori. Cibi vegetali ricchi di ferro sono verdure a foglia verde, legumi e frutta secca; l’assunzione contemporanea di cibi ricchi di vitamina C (tipo agrumi o kiwi) aumenta l’assorbimento di questo minerale.

– Zinco: buone fonti sono fagioli, piselli, spinaci, noccioline, tofu.

– Calcio e vitamina D: importanti per la crescita e la salute di ossa e denti. Paradossalmente una dieta troppo ricca di latte e latticini potrebbe portare a una carenza di calcio, perché l’eccesso di proteine animali ne aumenta la perdita con le urine. La vitamina D è prodotta dall’organismo tramite l’esposizione al sole. È assunta dai vegani solo tramite alimenti fortificati o integratori, necessari qualora l’esposizione al sole non sia sufficiente (carnagione scura, clima invernale).

– Grassi omega 3: importantissimi per lo sviluppo del sistema nervoso, sono contenuti nel pesce mentre per i vegani e vegetariani le fonti principali sono l’olio di semi di lino e le alghe (che ne sono ricchissime).

– Taurina: è una molecola essenziale, in particolare nel feto e nei primi periodi della vita per lo sviluppo della retina e del cervello. È presente esclusivamente nei cibi di origine animale con un’eccezione: le alghe verdi. La donna in gravidanza e che allatta deve assumere taurina col cibo o integratori e il latte formulato per i bambini non allattati al seno deve contenere taurina.

Durante l’allattamento diminuisce il fabbisogno di ferro, mentre aumentano leggermente il fabbisogno calorico, proteico e di vitamina B12.

Lo svezzamento vegetariano

Di solito, i genitori vegetariani crescono i loro figli con lo stesso regime alimentare, per coerenza con la propria scelta di vita.

Anche fra gli onnivori, comunque, c’è chi sceglie di alimentare in modo vegetariano i figli fino ai tre anni, per una scelta salutista, ritenendo che sia l’alimentazione più fisiologica per un bambino piccolo.

Nello svezzamento vegetariano, e ancor più vegano, riveste una grande importanza l’allattamento al seno che, come suggerito dalle indicazioni dell’OMS (valide per tutti) dovrebbe durare almeno fino a tutto il secondo anno di età.

È ovviamente possibile sostituire il latte materno con latte formulato (a base di soia, nel caso delle famiglie vegane), quando l’allattamento al seno non è possibile.

Le bevande alternative al latte (latte di soia, latte di riso) sono inadeguate, possedendo le proprietà nutritive dell’alimento da cui derivano.

Vediamo i possibili errori:

– Eccedere nell’uso di cereali integrali e fibre in generale (quindi anche verdure): lo stomaco dei bambini è piccolo e il senso di sazietà viene raggiunto presto, per cui si rischia un insufficiente apporto calorico. L’eccesso di fibra può causare vari problemi fra cui insufficiente assorbimento di vitamine, minerali, grassi, insufficiente accrescimento, coliche gassose, disturbi di digestione, stitichezza paradossa per eccesso di volume fecale.

– Proporre un’alimentazione vegetariana o, ancor peggio, vegana in assenza di latte materno (o di altro latte adattato), con rischio di gravi carenze.Le madri vegane che allattano dovrebbero porre una grande attenzione, come già detto, a integrare la propria dieta con fonti di ferro, zinco, calcio, vitamina D e B12.

– Eccedere nell’uso di latticini per compensare la mancanza di carne.

– Una dieta troppo povera di grassi: i bambini fino ai due anni necessitano di calorie e grassi più che in ogni altro momento della vita. Inoltre alcuni grassi sono importanti per lo sviluppo del cervello.

– Portare avanti la propria scelta ciecamente, senza tenere conto delle necessità del bambino. Sappiamo, ad esempio, che è possibile che i bambini rifiutino alcuni alimenti: più la rosa di alimenti a cui attingere è ristretta, più è difficile sostituire con altri l’alimento (o gli alimenti) non accettati.

A questo punto è d’obbligo una riflessione: la dieta onnivora non è garanzia di apporto sufficiente di tutti i nutrienti importanti per l’organismo: la mancanza di informazione fa sì che il regime alimentare seguito in molte famiglie sia comunque errato, con scarso uso di pesce, frutta e/o verdura, eccessivo uso di cereali raffinati, eccessivo consumo di carne e scarso consumo di legumi, rispetto alle più recenti indicazioni degli organismi preposti.

Bambini vegetariani in Italia

In Italia, dal 1975 a oggi, numerosi bambini svezzati in modo vegetariano sono stati seguiti presso il Centro di Auxopatologia della Clinica Pediatrica dell’Università di Torino in collaborazione con il dottor Luciano Proietti, che da sempre si è interessato alla scelta vegetariana, sia come medico che a livello personale. Per lo più, questi bambini hanno seguito una dieta priva di carne e pesce nei primi tre anni di vita, per poi introdurli in modo saltuario (alla mensa scolastica) successivamente.

Osservazioni effettuate su parte di essi hanno mostrato che la crescita del bambino vegetariano è equiparabile e quella degli altri bambini, con una prevalenza della massa magra e una minore incidenza di malattie, soprattutto di tipo respiratorio (e in particolare delle tonsilliti).

La collaborazione con altri centri e associazioni ha consentito la creazione di una banca dati di più di 2.000 bambini cresciuti per lo più con dieta lacto-ovo-vegetariana (talvolta lacto-vegetariana o vegana) almeno fino ai tre anni.

Un altro importante riferimento per i genitori vegetariani è l’associazione “Il Melograno”, nata a Verona e diffusa attualmente in altre città italiane (Varese, Roma, Treviso, Ancona).

Ricordate che è sempre indispensabile affidarsi a una figura esperta che guidi i genitori nella formulazione di una dieta equilibrata e che valuti periodicamente lo stato di salute del bambino.

Per approfondimenti

http://www.scienzavegetariana.it/ (il sito della SSNV, Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana)

“Figli vegetariani”, di Luciano Proietti, Sonda edizioni

1 commento su “I bambini e l’alimentazione vegetariana”

  1. penso che una dieta vegetariana non abbia nessuna controindicazioni nei bambini e nelle donne in gravidanza a patto che non si escluda il consumo di uova e latticini; in questo caso difficilmente si andrà incontro a carenze nutrizionali; proteine complete di tutti gli aminoacidi, calcio e grassi non verranno a mancare!

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