Michel Houellebecq è un autore prepotente, un uomo ricco di sfaccettature, soffocato e allo stesso tempo liberato dal suo mal di vivere. I suoi lavori contengono molto della sua vita, delle sue caratteristiche. La sua vita privata è costellata di problemi di depressione, che lo portano spesso a entrare e uscire da una clinica psichiatrica.
La sua estrema sensibilità si trasforma in gelida lucidità quando scrive, esamina ogni cosa sotto la luce fredda della realtà, senza lasciare nulla al caso.
Così nascono i suoi libri di poesia, per sfogare un po’ della sua amarezza e così spuntano fieri anche romanzi come questo.
Autobiografico quel tanto che basta per farci vedere Michel, (quarant’anni, parigino, disincantato, spento e apatico) attraverso una finestra di tulle, che lo intenerisce un po’.
Funzionario ministeriale, annoiato della sua vita senza slanci affettivi e senza entusiasmi per nulla di ciò che gli gira intorno, di fronte alla notizia della morte del padre viene colto dal desiderio di partire, unico slancio rilevabile in una descrizione scaltra e pratica di sistemazioni di cose e di incasso di eredità spaventoso.
Sceglie così come meta la Tailandia, paradiso del turismo sessuale, per godersi appieno i piaceri della carne e vivere almeno per qualche giorno la libertà della sessualità, senza doversi rintanare nei soliti peep show.
Durante il viaggio, Michel conosce Valérie, una dirigente di Nouvelles Frontières. Una donna dall’animo sensibile, dall’umanità spiazzante, infinitamente dolce e comprensiva e allo stesso intelligente, disinibita e sicura.
Con la Tailandia affamata di turismo sessuale come sfondo, inseguendo e annoverando personaggi dall’aria malinconica e spesso insulsa, si sviluppa una vera e propria storia d’amore tra i due protagonisti.
Entrambi disincantati a sufficienza, fortemente attratti da una sessualità libera e non complessata, essi stessi immersi nello scoprire caratteristiche di vita nuove rispetto alla media della loro vita, si uniscono in un legame che è affascinante, superbo, quello che forse qualcuno segretamente sogna.
Decidono di intraprendere, insieme a un collega di Valérie, un’avventura finanziaria.
Il loro intento è quello di progettare e creare un nuovo modo di vivere il villaggio turistico, inserendo il sesso come base necessaria, indispensabile e allo stesso tempo free. Libera. Con una prostituzione autorizzata.
Immediatamente l’impresa ha successo, ma presto la situazione sfugge di mano.
Tema ricorrente della sua vita e del libro è una certa idiosincrasia verso il popolo musulmano, che è costato a Houellebecq un tormentoso processo per incitamento all’odio razziale, portato avanti da diverse organizzazioni musulmane (che alla fine perderanno la causa).
Evito di raccontare l’epilogo, che trasforma un libro eccezionalmente asciutto e allo stesso tempo freddo in un romanzo struggente, che lascia spazio anche alla commozione, all’abbandonarsi su una sedia e pensare.
È a questo che porta, infatti, la lettura. L’umorismo dissacrante rende vivace lo scorrere delle pagine, le descrizioni a luci rosse divampano il viso di chi le beve, la tristezza e il cinismo dell’ambiente e dello svilupparsi della storia costringono a un necessario scorcio di amarezza e di struggente sentimentalismo, nonostante la freddezza della sua esposizione.
Impossibile non rimanerne intrisi e in qualche modo appagati.
Una costante nei libri di Houellebecq è il desiderio selvaggio e cinico dei suoi protagonisti. Michel infatti fin dalle prime righe trascrive descrizioni sessuali assolutamente precise, senza ricami, oggettive. Quasi brutali. Riportarne una servirebbe solo a suscitare un po’ di scandalo, lo stesso scandalo di cui senz’altro la Francia è stata investita, alla pubblicazione di questi libri. Un effetto choc direttamente voluto, o un modo come un altro per difendere o mettere in piazza i propri disturbi mentali? E se di disturbi mentali si tratta – cosa a cui è difficile credere – allora ci si inchina di fronte a una tale capacità di analisi obiettiva delle persone, a un crescendo così lussurioso e meccanico di parole, accostate una all’altra fino quasi a creare un cortometraggio, di cui si immagina ogni scena.
Un modo di parlare di sesso sincero, francamente eccitante. Non giri di parole, non metafore per addolcire, non erotismo da libretti soft. E neppure pornografia, anche se di fronte a certe narrazioni, è impossibile non figurarsi energiche erezioni, libidinosi incontri lesbici, amplessi incalzanti. Talmente reali da desiderarli davvero, da restarne quasi appesi.
Già in Le particelle elementari la masturbazione era una pratica quotidiana e frequentissima, quasi uno stemma di quel libro. In Piattaforma il sesso si dilata, arriva a toccare ogni personaggio, lo ingloba in un’atmosfera cruda e lucida. Ne fa una cornice esigente, per persone che non si lasciano sconvolgere, per una lettura intensa, forte, senza vergogna o pudore.
Avvicinarsi a Houellebecq con questo libro è rischioso. Si può perdere un eventuale lettore, così, di colpo. Senza poter fare nulla per restituirlo all’intrigo.
Già in Estensione del dominio di lotta si intuisce la capacità descrittiva dell’autore, il suo umorismo fine, che scava nelle pieghe, dissacrante. È palese la sua intelligenza, il talento.
In Le particelle elementari è evidente invece la sua esperienza di chimico (sì, Houellebecq non è solo scrittore), e qui in Piattaforma"invece prende piega la sua sensibilità di uomo, il suo debordante pessimismo che annega nella dolcezza di Valérie, personaggio chiave del suo cambiamento, terra ferma su cui approda come per magia, seconda possibilità che la vita gli dà e che teme di perdere, incantevole donna che tutti vorrebbero avere.
Inutile dire che lo consiglio a pieni voti. Per chi ama bere grandi sorsate al collo della bottiglia, senza paura di bagnarsi. Per chi dice le cose come stanno, senza pensare a come tamponare gli effetti. Per chi non ama la censura.
Titolo | |
Autore | Michel Houellebecq |
Prezzo | € 8,20 |
Dati | 304 pp |
Anno | 2003 |
Editore | Bompiani |
Collana | Tascabili. Romanzi e racconti |
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