Laurearsi con dei figli si può: 5 consigli per farlo senza stress

Studiare, arricchire il proprio bagaglio culturale e approfondire le proprie conoscenze è aspettativa di molte donne, ma quando arriva la gioia della maternità, tutto è dolcemente stravolto.

Spesso, però, sono proprio i cambiamenti a stimolare l’inizio di nuovi percorsi, come quello di conseguimento di una laurea. Studiare anche se si è mamme (e talvolta si lavora) è possibile, basta seguire alcune dritte che aiutano a ottimizzare i tempi. Ecco cinque consigli che potranno aiutare a sviluppare un’ottima motivazione per cominciare.

Laurearsi con figli

Iscriversi a gruppi universitari sui social network

La paura di affrontare un percorso così lungo può scoraggiare anche le mamme più motivate, soprattutto all’inizio. Un valido aiuto può essere iscriversi a uno o più dei numerosi gruppi universitari presenti sui social network, soprattutto su Facebook. Si tratta di forum sempre attivi dove scambiare informazioni, ricevere costante supporto, condividere e risolvere dubbi e incertezze.

In questo modo si avrà anche la possibilità di conoscere nuove persone, colleghi e colleghe di studio che possono diventare amici, oltre che validi alleati nel percorso di studio.

Scegliere un corso di laurea online

Le giornate delle mamme sono molto frenetiche e spostarsi per lezioni ed esami può rendere il tutto ancor più faticoso e stressante. La scelta, quindi, può ricadere su un corso di laurea online, che permetterà di gestire gli studi in modo più flessibile, seguendo le lezioni quando e da dove si vuole. Su siti come  ateneionline.it è possibile scoprire quali sono le migliori università telematiche e tutte le informazioni sui corsi di laurea a distanza.

Altri vantaggi dell’apprendimento da remoto sono il risparmio – conseguente al fatto che non ci si deve spostare per raggiungere fisicamente l’ateneo, non occorre pagare un alloggio per chi è fuori sede, e non si devono acquistare i libri di testo, che sono digitali e spesso inclusi nelle tasse universitarie –, ma anche l’opportunità di avere un tutor personale a propria disposizione, e il non dover sostenere alcun test di ingresso, perché non c’è il numero chiuso.

Programmare le ore di studio

Una perfetta organizzazione del tempo a disposizione è fondamentale per affrontare al meglio ogni esame: programmare quando e quanto studiare, suddividere gli argomenti da approfondire e stabilire un planning su un’agenda, sono step che mantengono alta la concentrazione sugli obiettivi da raggiungere.

Lasciare i momenti di studio al caso, in base all’umore della mamma o del figlio, è una strategia sbagliata, poiché in questo modo sarà molto più facile distrarsi, lasciarsi sopraffare dagli impegni e tralasciare lo studio.

Dotarsi delle attrezzature tecnologiche adatte

Oggi più che mai la tecnologia può essere un prezioso alleato: tablet, pc portatile, lettore mp3 sono tra i dispositivi che agevolano lo studio nel tempo libero. Anche delle cuffie wireless possono tornare molto utili: con queste sarà possibile per esempio ascoltare le lezioni mentre si cucina o si fanno le faccende domestiche.

Sfruttare le 150 ore di diritto allo studio

Per gli studenti lavoratori, sono molto utili le 150 ore annue di permessi retribuiti, utilizzabili secondo modalità ed esigenze ben precise. Dopo un caso di polemica risalente al 2011, anche i lavoratori e le lavoratrici in prova o con contratto a tempo determinato possono usufruire di questo aiuto prezioso. Ad esempio, può essere utile in prossimità di un esame per un ripasso generale o per seguire lezioni su argomenti più elaborati. Basterà chiedere al proprio ufficio del personale come farne richiesta.

Nei momenti difficili saranno proprio i dolci sguardi dei piccoli in giro per casa a far ripartire le mamme con il giusto spirito e a ricordare loro che, esame dopo esame, la meta è sempre più vicina. Soprattutto oggi che il problema della denatalità sta affliggendo l’Italia ogni giorno di più, devono essere ammirate le donne multitasking che hanno il coraggio di mettersi in gioco e sfidare le difficoltà e i pregiudizi della società.

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