Ho conosciuto Andrea in settembre. Andrea è in sezione al nido con mio figlio Matteo. Andrea ha occhi scuri di velluto e pelle ambrata. Ha origini medio orientali da parte di madre ed è arrivato a casa di Claudia e di Claudio quando aveva 7 mesi.
Poi ho conosciuto meglio Claudio, una persona cordiale, viva, aperta, acuta. È stato collega della mia amica più cara che, anni fa, mi raccontò la sua storia. Ci ho messo qualche mese a collegare, poi ho capito. Ho capito perché il nome di Claudia Nasi è da settembre che mi ritorna continuamente in mente. Ho capito chi è Claudia. La mamma di Federico, la fondatrice della CASINA DEI BIMBI.
E le ho chiesto di raccontarci la loro storia. Una storia di dolore. Ma di quel dolore che non blocca, di quel dolore che apre alla vita. Di quel dolore che solo le persone speciali sono capaci di vivere così.
E Claudia e Claudio lo sono.
Era pallido, dolorante in tutto il corpo… ecco, ci risiamo, sarà l’ennesima influenza di fine inverno! Poche linee di febbre tutti i giorni, che strano, si sarà indebolito con l’ultimo antibiotico. Nella notte si lamenta e lo trovo in un lago di sudore che bagna lenzuola e materasso. Il giorno dopo una ghiandola ingrossata nel collo mi fa correre nuovamente dalla pediatra che mi tranquillizza come sempre.
– Ora basta gli faccio fare degli esami in ospedale.
– Signora dobbiamo ricoverare urgentemente suo figlio, sospettiamo abbia una grave anemia che potrebbe far pensare…
Ho scoperto così la leucemia di mio figlio Federico, 3 anni e mezzo, un bellissimo gigante per la sua età! Abbiamo combattuto insieme, abbiamo vinto tante battaglie e imparato a convivere con chemioterapie, perdita di capelli, isolamenti, protocolli, statistiche di guarigione. Tuo figlio si ammala di leucemia e tu di paura, impotenza, rabbia.
Federico ci ha lasciato per sempre dopo due anni, in un giovedì qualsiasi a mezzanotte, dopo una ricaduta della sua malattia, dopo un trapianto di midollo osseo, dopo un mese di rianimazione.
La malattia ha preso il sopravvento, tutto si è spento: la gioia, la voglia di vivere.
Tutto si può spegnere, ma non il ricordo di chi ha fatto sorridere tuo figlio durante le degenze, il ricordo di chi ha donato un’ora del suo tempo a un bambino ospedalizzato e ai suoi genitori.
Erano i ragazzi di “Gioco Amico”, volontari della Cooperativa le Mani Parlanti di Parma, ragazzi con una valigetta magica che apparivano in una giornata grigia.
È incredibile quello che può creare nella testa di una mamma una persona che ti dona l’unica cosa che non puoi più avere: il tempo.
Ho sentito pronunciare questa frase da una psicologa e da questa sono partita: “un bambino non muore perché si è ammalato, ma si ammala perché deve morire”.
Ho raccolto i ricordi più belli e ho lanciato un messaggio: vi rendete conto quanto sia importante donare il proprio tempo?
È nata così l’Associazione Onlus “Casina dei Bimbi”, chiedendo anche un’ora di tempo per occuparsi dei bambini ospedalizzati in emergenza o delle loro famiglie; emergenza nata dall’assenza dei genitori durante i ricoveri ospedalieri, per molteplici motivi che vanno dagli incidenti stradali, agli abbandoni, agli abusi, ad assenze momentanee; emergenze nate anche per far riposare genitori soli dopo tanti giorni e notti di degenza dei propri figli.
Oggi siamo 200 volontari su tre realtà ospedaliere, Reggio Emilia, Castelnovo Ne’Monti e Carpi e siamo disponibili solo su chiamata degli ospedali che verificano attentamente la necessità.
Fede VIVE!
Vive nei ragazzi che donano il loro tempo ai bambini o ai loro genitori e che, grazie a lui, possono chiamarsi “L’Amico Fedele”, quell’amico che vedi in Ospedale quando sei in difficoltà perché non hai i tuoi genitori vicino, quell’amico che non vuole più farti sentire una famiglia fantasma chiusa nel suo dolore.
Questa esperienza è nata per non far morire mai la voglia di aiutare e per far vivere per sempre un bambino.
Claudia Nasi
Mamma di Federico
Dietro alla firma per il nostro 5 per mille ci saranno finalmente persone, storie, vite.
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