Sono arrivata in Svizzera nell’agosto del 2001.
Alla consegna del permesso di soggiorno annuale ci siamo sposati.
Facciamo entrambi parte di quelle 700.000 persone che nell’ultimo decennio hanno lasciato il Sud Italia in cerca di un lavoro.
All’inizio l’integrazione, in questa parte della Confederazione, non è stata molto semplice, soprattutto per via dei problemi di comunicazione e delle diversità culturali.
Da quando sono mamma, comunque, riesco ad accostarmi più serenamente alla realtà del luogo in cui vivo: il fatto di avere un bambino mi rende più naturali ad esempio i contatti con le altre mamme e mi avvantaggia soprattutto a livello di inserimento "pubblico".
dall’ostetrica bulgara, che parlava perfettamente l’italiano, come pure il mio ginecologo cileno, allo staff medico, che per oltre la metà era immigrato come me. Tutti hanno contribuito a farmi vivere serenamente quei momenti così importanti, senza farmi pesare minimamente il fatto di trovarmi in un paese straniero.
Per noi italiani emigrati all’estero, nonostante tutto, le sensazioni non sono cambiate molto rispetto a quando a partire erano i nostri nonni o i nostri genitori: parlando con tanti connazionali mi accorgo che un po’ tutti ancora oggi immaginiamo, forse un po’ ingenuamente, di restare qui solo il tempo necessario per assicurarci in un futuro non troppo lontano, un’esistenza serena nel nostro Paese.
Mi sento ugualmente molto fortunata: vivo in un luogo lontano, ma civile.
In questi ultimi tempi mi capita spesso di pensare a quello che succede in Italia quando si parla di stranieri: alla fine è un po’ quello che succedeva ai nostri nonni quando lasciavano quel poco che avevano per partire per un paese sconosciuto, senza un soldo, affrontando spesso vere odissee per raggiungere la "terra promessa".
È successo anche a noi di essere discriminati, anche in maniera violenta: ma l’Italia dalla memoria corta ha dimenticato la feroce caccia all’italiano nelle saline della Camargue, o negli Stati Uniti dove, dal massacro di New Orleans a quello di Tallulah, il popolo italiano è stato linciato senza pietà, ha dimenticato gli episodi di intolleranza di cui fino a qualche anno fa erano vittima i nostri connazionali in Germania e in tanti paesi europei.