Stralci di storia della struttura familiare

famiglia.jpgUna farfalla. Sì, a questo ho pensato nel vedere l’immagine di quei resti, di cui le cui braccia incrociate, le ginocchia sfioranti, le mani giunte, definiscono i profili. Due adulti e due bambini, gli uni di fronte agli altri, così erano stati sepolti, in un ultimo atto d’amore.
È la prima famiglia della storia a noi conosciuta, il contesto è quello preistorico: 4.600 anni fa nell’Europa centrale (Sassonia), così hanno certificato gli studi svolti dall’Università di Adelaide.
Fa riflettere l’affermazione del Prof. HoaK, responsabile degli studi sul ritrovamento avvenuto nello scorso novembre: "L’unità nella morte suggerisce l’unità nella vita, tuttavia ciò non vuol dire che la famiglia sia un modello universale e che sia la più antica istituzione della comunità umana".

Nessuno conosce il passaggio dalla nascita dell’uomo alla sua unione in gruppi famigliari, certo è che da sempre la famiglia è stata la base fondante della società.
Molti, tra storici e filosofi, hanno tentato di dare connotazione e immagine a questa naturale e al contempo misteriosa necessità di coesione e coesistenza dell’uomo chiamata famiglia, intesa anche come fondamentale elemento della nostra identità, del costume, della cultura popolare.
Il tentativo di spiegare "la forza dell’archetipo famigliare" ha spinto la storiografia a un’analisi profonda della società. Gli studi antropologici, come quelli di storia sociale, hanno messo in luce la molteplicità di modelli ed esperienze famigliari nelle assai diverse società del passato.

Nel Medioevo (1000-1500) la famiglia era di tipo "esteso", concetto che includeva la coesistenza di più gruppi parentali sotto lo stesso tetto. La famiglia tradizionale era caratterizza da una estrema permeabilità ai condizionamenti esterni e ai controlli della comunità, al suo interno i rapporti erano ispirati alla deferenza e all’autoritarismo del patriarca e da esso regolati. Il matrimonio era un rapporto di tipo economico, produttivo e riproduttivo, un modo per trasmettere le proprietà di generazione in generazione. Nel matrimonio, come nella famiglia, vigevano regole dettate dall’autorità patriarcale con una rigida gerarchia di ruoli, con un distacco nei rapporti che determinava un basso livello di affettività.

Nel XVI e XVII secolo, Stato e Chiesa regolavano la vita famigliare, la Chiesa vigilava sul rispetto delle regole del sacramento, lo Stato legiferava per rafforzare l’autorità patriarcale, tanto che nel 1556, in Francia, un editto regio vietò i matrimoni non approvati dai genitori.
Questo modello entrò in crisi nella seconda metà dell’800. Già con la Rivoluzione Francese la famiglia diventa la cellula base della nuova concezione dello Stato borghese, volàno per la trasmissione dei valori simbolici della coscienza nazionale.

Ma sono l’industrializzazione e l’urbanizzazione a decretare il cambiamento e la semplificazione dei gruppi domestici, passando dalla famiglia "estesa", o multipla, a quella "nucleare", complici i profondi mutamenti economici, politici e sociali di quegli anni, basti pensare alla metamorfosi di autorità tra ceti e classi sociali.
Nella società preindustriale le esigenze e i bisogni del componenti più deboli venivano come assorbiti e risolti dall’intero gruppo famigliare; nella società industriale invece si andava affermando una forma di assistenza legata non più alla famiglia ma al pubblico, rappresentato in larga parte dall’associazionismo operaio.

Tra l’800 e la prima guerra mondiale l’Italia viveva una netta spaccatura nel modello famigliare: nell’Italia meridionale, ricca di latifondi la cui proprietà era di pochi, erano presenti soprattutto famiglie mononucleari di braccianti che lavoravano la terra altrui, mentre in a una realtà come la pianura padana vi era una ripartizione della proprietà (mezzadria) che favoriva il prototipo di famiglia tradizionale, estesa.
Progressivamente, e con lentezza, a metà del ‘900 si affermò una famiglia liberale, più che patriarcale, nella distribuzione del potere, tenuta insieme dall’affetto e non da interessi economici, profondamente attaccata ai figli e "franca nel modo di esprimere la sessualità" (L. Stone).

La famiglia ha subito cambiamenti radicali, i comportamenti e le relazioni del vissuto di uomini e donne, padri e figli, mariti e mogli ci sono oggi lontani, tanto da essere talvolta incomprensibili; oggi la famiglia è tutto e il suo contrario, è stata messa in discussione la sua antica veste, ne sono stati contestati i vincoli e i legacci, ma alla fine, tutti noi ci ritroviamo a cercare le nostre radici, per scorgere in ciò che è stato ormeggi necessari al nostro presente, non per riproporre vecchi modelli, ma per conoscerli, per averne consapevolezza, quella consapevolezza e quella conoscenza che sono, e saranno, strumenti indispensabili per affrontare qualsivoglia cambiamento.
"La famiglia è un collegamento con il nostro passato, e un ponte verso il nostro futuro" (A. Haley).

Bibliografia:
Interpretazioni storiche della famiglia 1500-1914, M. Anderson, Ed. Rosemberg&Sellier, Torino1982
Cambridge group for the history of population an social structure.
L’organisation de la famille, Federic Le Play
Famiglia e matrimonio in Europa, Jack Goody, Milano 1984

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