ITALIA: TRATTA DEI MINORI IN AUMENTO, NUOVO DOSSIER “SAVE THE CHILDREN”

save the childrenSi stima che siano 2,5 milioni le vittime della tratta di esseri umani nel mondo, l’80% delle quali donne e bambine; 1,2 milioni i minori, pari al 50% del totale. Un business con un volume di affari – gestito da reti criminali transnazionali – pari a circa 32 miliardi di dollari l’anno e paragonabile a quello del traffico di armi o di stupefacenti.
Per quanto riguarda l’Italia, sono 54.559 le vittime di tratta che hanno ricevuto assistenza e protezione fra il 2.000 e il 2007. Di esse, un numero rilevante è rappresentato da minori: 938 gli under 18, numero decisamente sottostimato, assistiti e protetti nello stesso periodo.
Il dossier «La tratta dei bambini in Italia» diffuso alla vigilia della ‘Giornata Internazionale in ricordo della schiavitù e della sua abolizione’ che si celebra il 23 agosto è stato redatto da Save The Children con la collaborazione di oltre 40 enti ed organizzazioni che si occupano di minori stranieri sul territorio italiano. Dieci pagine intense ove si ricostruisce il fenomeno della tratta dei bambini così come emerge altresì dall’aggiornamento del profilo dei “minori vittime” realizzato dall’organizzazione a tutela e difesa dell’infanzia nel corso del 2009.

Minori di entrambi i sessi che giungono in maggioranza dall’est Europa, soprattutto dalla Romania, nonché da paesi africani fra cui Nigeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Algeria, Senegal, e sfruttati non solo nella prostituzione ma anche nel lavoro agricolo, nell’accattonaggio o in attività illegali come lo spaccio di droga o i piccoli furti. Molti sono minori migranti non accompagnati che approdano, per esempio, in Sicilia e poi fuggono dalle comunità d’accoglienza dell’isola non vedendo prospettive di pemanenza legale sul nostro territorio. In crescita il flusso di minori egiziani vittime di smuggling – cioè di traffico – e a rischio di subire gravi forme di sfruttamento.

«A causa delle norme contenute nel pacchetto sicurezza molti minorenni immigrati rischiano di cadere nelle mani dei trafficanti di esseri umani», queste le parole di Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, contenute nel dossier, che ci spiega: «Poniamo per esempio il caso per niente raro che un adolescente di 16 o 17 anni – età prevalente dei minori in arrivo – una volta in frontiera, venga erroneamente scambiato per un maggiorenne, al pari degli adulti sarà soggetto alla applicazione delle disposizioni in materia di reato di ingresso e soggiorno illegale in Italia. Per lui quindi scatterà subito il trattenimento in un Centro di Identificazione ed espulsione (CIE) fino a 180 giorni, eventualmente anche insieme ai suoi trafficanti e potrà essere soggetto ai provvedimenti di espulsione sia amministrativa che conseguente all’accertamento del reato di soggiorno illegale. In generale, la trasformazione del migrante irregolare in autore di un reato e la sua successiva immediata espulsione impediscono o rallentano l’attivarsi dei meccanismi di emersione e di identificazione delle vittime di tratta».

E’ questa la politica contro l’immigrazione clandestina attuata da nostro governo? Lasciare che i minori finiscano nelle mani della delinquenza, che commettano reati sotto minaccia degli sfruttatori così da far decadere il loro stato di “vittima di tratta” e farli entrare d’ufficio nella schiera dei criminali e giustificare così la loro espulsione, visto che il decreto parla chiaro: chi delinque, anche se minore, anche se costretto alla prostituzione è accompagnato alla frontiera ed espulso.

La criminalizzazione contraddice per altro uno dei principi raccomandati dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite che stabilisce proprio che le persone trafficate non possano essere detenute, perseguite e punite per il loro ingresso o soggiorno illegale nei paesi di transito e di destinazione, e non possono essere né processate né punite per i reati commessi nella loro condizione di vittime.

Questo il quadro degli esseri umani che arrivano in Italia senza permesso d’ingresso: vittime dello sfruttamento, ancor più se minori, costretti a delinquere per pagare il pegno d’essere stati trasportati nel primo mondo o obbligati a lavorare in condizioni disumane e noi continuiamo a chiamarli clandestini.

Cosa ci dobbiamo attendere ancora? Forse che siano abbandonati a se stessi in mezzo al mare affinché muoiano di stenti? Che per non affrontare l’indignazione di chi s’è detto contrario alle espulsioni indiscriminate (fanno sempre comodi i voti dei Cattolici e l’opinione della CEI) si passi direttamente all’ignorarli alla deriva? Quasi a lanciare un messaggio sinistro: non imbarcatevi per l’Italia perché non verremo a soccorrervi.

Laura Boldrini, portavoce Onu per i rifugiati, getta un’ombra sinistra su quanto accaduto il 20 agosto, quando alcuni immigrati recuperati nel canale di Sicilia hanno raccontato della loro odissea nel mediterraneo, lasciati a morire senza soccorsi, sono partiti in 78 e sono arrivati in meno di 10 «È allarmante che per oltre 23 giorni queste persone abbiano vagato senza che nessuna imbarcazione le abbia soccorse. Come se stesse prevalendo la paura di aiutare sul dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare».

In mezzo a loro, forse, anche minori.

Attendiamo che sia fatta chiarezza e che qualcuno davvero inizi ad indignarsi.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.