I Videogiochi e il tempo passato insieme

k2814031Ci sono padri che con i bimbi, anche i più piccoli, sono dei giocherelloni. Passano ore sul tappeto con i pargoli a costruire torri di Lego, tirano calci al pallone, si divertono con le macchinine, leggono fiabe e inventano storie.

Mio marito non è mai stato il massimo nel coinvolgimento ludico con i figli quando erano piccoli. Guardava insieme a loro o cartoni, ma giocare non gli veniva poi così naturale…

I figli lo sapevano e chiedevano a me o al nonno di mettersi con loro sul tappeto.

 

Quando hanno raggiunto l’età per giocare ai videogiochi, allora il papà ha cominciato a giocare con loro. Il week end, se non si era via o impegnati in altro, si poteva giocare insieme. Figli e papà, che ha sempre dettato le regole sia per la durata che per il tipo di gioco da scegliere. La scelta è sempre caduta su giochi di compagnia, da fare insieme. E’ sempre stato un momento divertente e da passare con il papà. Io ero (e sono tuttora) negata per tutto ciò che erano giochi di abilità e di azione. Il mio contributo al gioco era (ed è) di puro divertimento: sono un tale disastro che le mie performance sono ridicole. Insomma, sono il loro clown!

 

Quando la prima console si è rotta, abbiamo ceduto alle insistenti richieste della prole per averne una più interattiva, quella che tutti gli amici avevano. Un Natale l’abbiamo chiesta ai nonni come dono per la famiglia. Proprio così, per la famiglia. Per divertirsi e passare le serate tutti insieme. Spiegata così la richiesta, i nonni si sono convinti. Ci siamo dotati di quattro telecomandi e abbiamo acquistato e preferito videogiochi che si potessero giocare in quattro.

 

La domenica sera è il momento per la famiglia. Si mangia velocemente (solitamente si è reduci da pranzi luculliani) e poi si decide: un film o un videgioco? E’ il nostro momento, che ci permette di non demonizzare ne’la televisione, ne’i videogiochi.

 

Stare insieme ai figli e seguirli in ciò che li appassiona significa provare anche a divertirsi giocando alle corse automobilistiche, ai giochi olimpici e ad altre avventure. Non c’è storia: il maschietto vince sempre e la mamma ha dei risultati pessimi, ma non importa. E’ tempo passato insieme, con equilibrio e con la voglia di divertirsi. E i miei figli sono i primi a dire che è molto più bello giocare con i videogiochi insieme ad altri che non da soli.  

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