Bonus bebè e discriminazioni

BonusbebeNegli anni scorsi le famiglie allietate dalla nascita di un figlio hanno ricevuto un bonus bebè di 1.000 euro una tantum, che inizialmente riguardava solo i figli successivi al primo (secondogeniti, terzogeniti e così via).
Nel 2006 il bonus è stato esteso a tutti i nuovi nati, con una spiacevole diatriba riguardante circa 3000 stranieri non comunitari residenti in Italia: a queste famiglie è stata recapitata una lettera del Presidente del Consiglio, che si è rivolto a tutti i genitori con neonati residenti in Italia, informandole della possibilità di percepire il bonus.

Molte di queste famiglie hanno richiesto e ricevuto i 1.000 euro pur non avendone diritto, essendo il bonus destinato solo ai neonati con nazionalità italiana o comunitaria. A tali famiglie è stato intimato, in seguito, di restituire il bonus; inoltre rischiavano ripercussioni spiacevoli con conseguenze anche penali per aver autocertificato la nazionalità italiana del figlio, forse credendo erroneaemente che l’essere nati in Italia fosse sufficiente per avere la cittadinanza.

La Finanziaria 2007 si occupa di questo problema, stabilendo che le somme erogate ai cittadini con cittadinanza non italiana né comunitaria non devono essere restituite; pare non sia ancora completamente risolto il problema dei procedimenti penali ma immagino sia un problema di forma che verrà corretto, perché la volontà di non dar seguito a questa spiacevole vicenda è sicuramente presente.

Ricordiamo, a titolo informativo, che la Finanziaria 2007 non prevede, a oggi, alcun bonus bebè per i nati nel 2007.
Ci fa piacere che questa nuova Finanziaria abbia risolto il problema discriminatorio della mancata distribuzione del bonus alla famiglie straniere residenti in Italia, a cui avrebbe potuto essere assegnato fin da subito visto che per lo Stato, tra l’altro, non si trattava di un esborso supplementare significativo, riguardando poche migliaia di famiglie su un totale di circa 600.000.
Ci auguravamo, però, che il bonus venisse esteso a tutti e non certo che questo contributo venisse equamente cancellato! Per quanto poco significativo, nell’ambito delle spese per un figlio era sempre meglio di niente.

Cogliamo l’occasione per ricordare al nuovo Presidente del Consiglio i suoi buonissimi propositi, espressi in campagna elettorale: ovvero di elevare il bonus a 2.500 euro e di erogarlo fino al compimento dei tre anni di età.

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