Questioni su riconoscimento e disconoscimento

 
Buongiorno.

Ho una bimba di dieci mesi (accertata tramite test DNA). La madre, una donna nigeriana che vive in Francia, non mi ha mai permesso di riconoscerla e io non ho mai potuto vedere i documenti di mia figlia e non so dove sia nata.
Ho potuto vedere mia figlia solo quando lei ha compiuto i tre mesi e non mi è stato permesso (con vari sotterfugi e bugie) di essere presente al momento del parto.
Un mese fa ho scoperto che la mia bimba non porta il cognome della madre ed è dunque stata riconosciuta da un uomo francese di cui conosco nome e cognome.
Non sono riuscito ad appurare dove queste persone (inclusa la mia bimba) vivano. Pensavo fosse un paese in Francia dove ero stato, ma all’anagrafe non risulta niente.

La madre ha tenuto i contatti con me solo per estorcermi denaro utilizzando la mia bimba come arma di ricatto (tipo: se non fai questo o mi dai questo, porto la bimba in Nigeria e non la vedi più).
Da circa un mese ho perso i contatti con la madre e sto cercando il modo per poter riconoscere mia figlia e prendermi tutte le responsabilità che ciò comporta. Non sono mai stato sposato, non ho altri figli, ho una casa, un lavoro stabile e onesto, ed amo mia figlia più di ogni altra cosa.
Considerati tutti gli sforzi fatti, la pazienza, il buon senso, la ragionevolezza e tenuto conto che sono sempre stato dell’idea di crescere la bimba in due, credo che mi rimanga come unica soluzione quella di intentare la causa per riconoscere mia figlia e conseguentemente tentare con l’affidamento, anche se non è quello che volevo, specie per la bambina che non ha colpe e non può decidere. Bisognerebbe mettere da parte gli egoismi e avere la buona volontà di provare a crescerla in una famiglia vera.

Il problema, da quello che ho capito, è che essendo la bimba già stata riconosciuta è necessario avere preventivamente il disconoscimento. Questa azione legale, sia in Italia sia in Francia, può essere intrapresa unicamente da pochi soggetti legittimati: madre, padre o figlio stesso se diciottenne (oppure sotto tutela se minorenne) ma mai dal padre naturale (biologico) anche se quest’ultimo non è mai stato messo in condizione di poter riconoscere la bimba, anzi gli è sempre stato impedito con ogni mezzo di procedere in tal senso.
La cosa che mi preme di più è chiaramente evitare traumi o stress alla bimba, ma capisco anche che di fronte ad un’azione legale ci sia la fondata possibilità che la mamma di mia figlia scappi con lei in Nigeria (sta programmando di andare là da novembre a febbraio) ed io non la veda mai più.
Se la soluzione finale è quella di non vederla mai più o comunque di poterla incontrare nuovamente solo quando avrà raggiunto la maggiore età (non voglio neppure correre il rischio di prendermi una denuncia per molestie o altre cose del genere), allora dovrò rassegnarmi.
Ma se vi è anche una sola minima possibilità di poter intraprendere una qualche azione legale lo farò.
Un’altra alternativa potrebbe essere cercare l’uomo che ha riconosciuto mia figlia e parlargli… visto tutto quello che è successo non credo che sappia la verità. Credo piuttosto che anche lui sia una vittima delle bugie di questa donna.

Dunque concludendo le domande fondamentali rimangono poche:
1. Non posso davvero fare niente dal punto di vista legale?
2. Ha senso cercare quest’uomo e provare a parlargli, e forse chiederà lui il disconoscimento (se non è già troppo tardi per la legge)?
3. Come posso trovare la residenza di mia figlia?
4. Se un giorno io e mia figlia ci ritroveremo cosa posso fare adesso, affinché lei sappia che io ho fatto di tutto per poterla riconoscere, starle vicino e crescerla.
5. Cosa posso fare per essere tutelato da eventuali richieste di alimenti o mancato sostentamento da parte della madre o della bimba stessa quando sarà cresciuta (anche in considerazione del fatto che la mamma probabilmente la crescerà nella cultura della menzogna, del ricatto e del solo denaro).

Grazie, Paolo.

Caro Paolo,

premesso che la giurisdizione e la legge applicabile sono dello Stato di nazionalità della minore, non sapendo quale esso sia, le dico cosa potrebbe fare se avesse giurisdizione lo Stato italiano e fosse applicabile la legge italiana.

Se è certo che questo signore ha effettuato il riconoscimento di sua figlia, lei potrebbe impugnare il riconoscimento ai sensi dell’art. 263 del codice civile (impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità). La relativa azione è imprescrittibile.

Una volta impugnato il riconoscimento e accertato che lo stesso è privo di veridicità, laddove la madre di sua figlia continui ad opporre rifiuto al riconoscimento da parte sua, può adire il Tribunale per ottenere una sentenza che tenga luogo del consenso mancante. Ovviamente il Tribunale valuterà se sussista o meno interesse per la minore al riconoscimento.

Buona fortuna.

Avv. Chiara Donadon

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.