ho 26 anni e sono mamma di una bimba di 22 mesi. Io e il mio ex compagno ci siamo separati (eravamo conviventi). Lui vive con i suoi genitori ed io e la bimba con i miei. Per ragioni economiche abbiamo dovuto lasciare l’appartamento che avevamo in affitto, lontano da casa dei suoi genitori. La separazione è dovuta principalmente al nostro disaccordo, per l’intromissione nelle nostre vite dei suoi genitori, costantemente presenti, alla quale lui non ha mai voluto e saputo mettere freno… anzi.
Io non lavoravo, ora lavoro a tempo indeterminato, vicino alla residenza dei miei genitori, che dista dalla residenza del mio ex compagno circa 60 km. Lui fino ad ora non mi ha mai dato alcunché, per il mantenimento della bimba, ma ne percepisce gli assegni famigliari. Fino ad ora hanno provveduto ad ogni nostra necessità, privandosi del loro, i miei genitori.
Io e la bimba abbiamo una stanza per noi, in quanto lei dorme ancora con me, ma ha una cameretta tutta per lei, un giardino dove giocare, e presto andrà al nido.
Ora vorrebbe avere la bimba come e quando lo decide lui, e io devo dargliela fornita di pannolini, biscotti, creme, e quant’altro… comperati dai miei genitori. La bimba a casa del mio ex compagno dovrebbe dividere il letto e la stanza con la zia o con i nonni, oltre che con il papà. Senza contare che loro fumano e non si limitano di fronte a lei, e le loro abitudini alimentari non sono consone all’età della piccola. Capisco che traspare da questa mia la rabbia e l’ostilità verso di loro, e l’idea che la bambina passi delle notti e dei giorni con loro mi pesa moltissimo.
Sono sempre stati forzatamente presenti nelle nostre vite e continuano ad esserlo. Io desidererei che la bambina continuasse ad avere un papà, ma i nonni in questo caso sono troppo impiccioni, e il papà ha sempre anteposto la sua famiglia a questa famiglia. Quali passi è giusto fare?
Non dispongo di denaro, ho appena iniziato a lavorare. A chi mi devo rivolgere? Intanto la bambina devo per forza dargliela? Per quanti giorni? (lui lavora). Vorrei solo che si mantenessero le stesse linee guida, nel crescere la bimba, che non sono di nessuno se non le mie, che mai sono state rispettate dai suoi e da lui di fronte a loro. E ora schioccano le dita e pretendono…
Aggiungo che il mio ex delegherebbe ogni necessità della piccola alla propria mamma. In pratica non andrebbe dal papà, ma dai nonni…
Grazie.
Jlenia
Cara Jlenia,
il principio della bigenitorialità, sancito oltre che dalla biologia anche dalla legge italiana, è tale per cui, in assenza di condizioni particolari di grave pregiudizio per la prole, i figli hanno diritto a mantenere significativi e costanti rapporti con entrambi i genitori e con i familiari.
L’eccessiva "attenzione" o comunque l’ingerenza che i genitori del tuo ex compagno hanno dimostrato e continuano a dimostrare verso la bambina non può essere di ostacolo all’attuazione di questo sacrosanto principio.
Non ho ben capito se tra te e il padre di tua figlia vigono accordi particolari che quindi saresti tenuta a rispettare. Comunque, in difetto di un contratto tra di voi e di un provvedimento del tribunale, l’esercizio della potestà sulla bambina spetta a te in quanto genitore con lei convivente. Ciò non significa però che puoi rifiutarti di far vedere la piccola al padre, anzi dovrai comunque favorire le loro frequentazioni, in modo che abbiano un rapporto assiduo e continuativo, compatibilmente con le esigenze quotidiane della minore e con i vostri impegni personali e professionali.
Se c’è elevata conflittualità tra di voi, ti consiglio di adire il tribunale per i minorenni per ottenere la regolamentazione dell’affidamento della bambina e le relative modalità di frequentazione con il padre, consapevole però del fatto che verosimilmente verrà disposto un affidamento condiviso e che pertanto la bambina avrà diritto di stare con suo padre (e anche con i nonni) secondo le modalità che saranno indicate dal Tribunale.
Buona fortuna.
Avv. Chiara Donadon
