La personale sofferenza può nuocere al bambino in grembo?

Buongiorno Dott.ssa Rotondi,

mi chiamo Deborah e sono una ragazza di quasi 29 anni, con il mio compagno (37 anni) vorremmo provare ad avere un bimbo ma vi è un “problema”.

 
A mia nonna paterna, alla quale sono molto molto affezionata, hanno diagnosticato un tumore al pancreas non più tardi di un mese fa. 

Il mio dubbio è: se dovessi rimanere incinta e durante la gravidanza mia nonna dovesse stare male e poi venire a mancare, la mia inevitabile sofferenza può nuocere al bambino? Se sì in che modo?

Io comunque vedrei la gravidanza come una cosa chiaramente positiva, come un modo per tutta la famiglia di “rinascere”, di avere un motivo per essere forti e superare il lutto.

Mi farebbe piacere avere un suo parere.

RingraziandoLa porgo cordiali saluti



Cara Deborah

Eventi dolorosi (come una malattia grave o un lutto) o stressanti possono avere un peso ed un significato diverso in persone differenti.
Il vissuto dipende da tanti fattori legati alla relazione con la persona malata/ che si perde, da elementi culturali, dalle risorse dell’individuo, etc.
Quindi e’ difficile fare una valutazione precisa del’impatto che un evento del genere avrebbe su di lei, peraltro durante la gravidanza,  periodo che dovrebbe essere più sereno possibile.
Credo sia impossibile vivere in una campana di vetro. Solo bisogna proteggersi quanto più possibile.
Comunque mi colpisce e mi sembra  significativa la sua lettura di “rinascita” che assegna all’arrivo di un bambino, possibile risorsa per lei e per la sua famiglia, anche per vivere il lutto.
Si guardi “dentro” e “intorno” e decidete in serenità.

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