Sedicenne in profonda crisi e obesità

 

Ciao Chiaretta,

è bello avere delle persone con cui confrontarsi, anche se sono ancora in fase esplorativa, ho notato che nel vostro sito si affrontano interessanti tematiche. Ora vorrei esporti il problema della mia Anna tracciandoti di seguito vari passaggi.

Infanzia: Anna in casa è una bambina meravigliosa, gode della totale attenzione di cinque adulti (è l’ultima di quattro figli di cui tre già grandi), fuori casa è invece irascibile e permalosa, a scuola un po’ pigra però grazie alla sua vivace intelligenza, brava.

Preadolescenza: dopo un trasferimento a 15 km in campagna, vive l’incubo delle medie in piena regola, vittima di atti di bullismo sia al femminile che al maschile. Rendimento scolastico mediocre, comincia ad ingrassare. La pigrizia è diventata patologica, a casa le tensioni si fanno sentire, nasce un forte conflitto che non sempre riesco a gestire.

Adolescenza: alle superiori Anna è una ragazza sola. Pur adorandola siamo spesso costretti a rimproverarla per lo scarso rendimento scolastico, lei reagisce con alzate di voce, pianti isterici e chiusura. È ormai una ragazza obesa. Si odia e non ha amiche, cerchiamo una soluzione. Finiamo in un centro auxologico dove rimane un mese e cala di 7 kg. Odia la palestra. Rientra a casa e dopo un primo inizio tranquillo chiede l’aiuto di una psicologa. Via la dieta, lo stile di vita consigliato al centro e tutti i suoi sforzi di quei mesi. Risultato: vuole tornare a Piancavallo. Ha ripreso quasi tutti i kg persi.

Oggi ne ha aggiunti anche altri due. La psicologa l’ho garbatamente liquidata e questo giugno dovrà rientrare nel centro. Nel frattempo Anna sta male, con lo studio e la scuola il rapporto è pessimo. In questo momento io sono il suo unico confronto. Il papà lavora fuori, i fratelli sono adulti e  non vivono con noi. A vederla così mi si stringe il cuore, non so se confortarla o scuoterla, faccio entrambe le cose puntando sulla sua mancanza di rispetto delle regole.

Mi dai qualche consiglio? Perdona se mi sono dilungata,  però mi ha fatto bene lo sfogo. Grazie

Gentile mamma,

purtroppo anche dopo un ricovero per obesità, che in principio pare riuscito nel suo intento, all’uscita dal centro di cura c’è ancora tanto lavoro da fare per tutti, lavoro che andrebbe coordinato, diretto e seguito dagli stessi operatori che hanno curato Anna a Piancavallo (se ho capito bene, tua figlia tornerebbe nello stesso centro dov’è già stata).

Il calo ponderale non è infatti il solo elemento da valutare in un percorso di cura e non è neppure il più importante, dal momento che non è la causa principale del disagio di tua figlia ma solo un effetto che diventa a sua volta causa di un ulteriore malessere e chiusura.

Usciti da un centro per la cura dell’obesità, appunto, bisogna continuare a curarsi seguendo le indicazioni in dimissione e sottoponendosi a frequenti e regolari incontri con gli operatori (in alcuni casi perché il distacco non sia troppo netto si visita il centro in regime diurno per alcuni mesi ancora, per poi diradare lentamente i contatti).

Il problema principale mi pare essere quello relazionale e caratteriale, in un quadro in cui si evidenziano chiusure dovute un po’ al tipo di personalità e un po’ agli eventi cui è stata sottoposta durante il periodo della preadolescenza.

Io smetterei totalmente di farle presente lo scarso rendimento scolastico, una persona con questi problemi non può affrontare la didattica con serenità, mentre continuerei a porle delle regole che possano contenerla e rassicurarla (come ad esempio quella di continuare a frequentare la scuola nonostante la demotivazione), che la aiutino a mettere un po’ di ordine nel suo quotidiano e nella vita in casa. Il tutto fatto con dolce fermezza e senza recriminare o rimpiangere, senza farla sentire in colpa.

Se è buono, il rapporto coi fratelli, benché adulti e già fuori casa, potrebbe giovare comunque. Da qui a giugno, chieda agli operatori di Piancavallo cosa fare di preciso per sostenere Anna, e parimenti lei stessa, perché come donna e mamma soffre della stessa solitudine di sua figlia.

Mi permetto di darle l’indirizzo del mio blog, se voleste, lei o sua figlia, confrontarsi con altre persone in crisi ed ottenere aiuto. Ci sono sia figlie che mamme.

http://gold.libero.it/bricioledipane/

Mi riscriva ancora se lo desidera.

Chiara Rizzello

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