Perché proprio con la mamma?

 

Salve,

scrivo perché ho bisogno di un po’ di conforto e di qualche consiglio.

Il mio Filippo, che il prossimo maggio compirà tre anni, è diventato terribile. Ho letto varie mail e sue risposte che parlano dei terribili due anni e questo parzialmente mi consola e mi fa sentire meno sola.

La cosa che però mi manda nello sconforto più totale è che delle volte ha degli atteggiamenti violenti, soprattutto con me, se lo contrario o gli dico di no lui si arrabbia tantissimo e dalle minacce passa all’azione: morsi, schiaffi, calci…

Io cerco di mantenere la pazienza, di contenere la sua irruenza, cerco di abbracciarlo, alcune volte cambio stanza, ma la pazienza ha un limite e altre volte esasperata lo rimprovero ancora più forte… insomma inizia un braccio di ferro estenuante e delle volte parte uno sculaccione, cosa che mi fa sentire sconfitta perché mi rendo conto che, oltre a non risolvere il problema mi fa abbassare al suo livello (la persona adulta dovrei essere io).

È un bambino affettuoso, vivace ed intelligente, si esprime già molto bene con il linguaggio ed adora stare con gli altri bimbi con cui gioca tranquillo senza particolari problemi di comportamento.

Con le altre persone che si occupano di lui, cioè suo padre e sua nonna, con cui sta tutto il giorno (io sono al lavoro), queste "crisi" sono molto meno frequenti e molto meno violente.

In dei momenti penso che voglia farmi scontare il fatto che lavoro e passo poco tempo con lui (sono rientrata al lavoro quando aveva solo tre mesi, a tempo pieno) visto che quando siamo insieme vuole che gli faccia tutto io, da suo padre non si fa versare neanche l’acqua nel bicchiere.

Cosa posso fare per migliorare la situazione? Siamo sempre stati molto attaccati ed il suo atteggiamento degli ultimi tempi mi fa soffrire molto.

Mi scuso per essermi dilungata e per lo sfogo. Grazie, Federica

Cara mamma,

io ribalto subito la sua prospettiva e la sua ipotesi finale, dicendole che secondo me Filippo riserva a lei sola questi comportamenti proprio perché la ama a dismisura, si sente legato a lei tanto da darle completa fiducia. Se ci pensa, chiunque di noi si contiene con la maggior parte delle persone, mentre riserva a pochi intimi un apertura tale del proprio io da permettere di mostrarsi fragile, debole, in crisi.

Il suo bimbo è in crisi. Una crisi di sviluppo, probabilmente gli ormai celeberrimi terribili two. Suo figlio sa di non poter sfogare la propria aggressività con tutti, ma sa anche che ci sarà sempre una persona con cui può essere se stesso, in ogni momento. E questa persona è lei, la sua mamma.

Con ciò non le ho dato nessuno strumento risolutivo in più, me ne rendo conto, ma forse una visuale differente sulle motivazioni di Filippo. Egli ha bisogno di questo contenitore dei suoi stati emotivi. Ha bisogno di una mamma normale, non perfetta, che lo contenga, che forse si arrabbi con lui, perché appunto è umana, ma che ci sia.

Accetti questa fase, stressante molto (me la ricordo perché l’ho vissuta due volte), ma anche importantissima. Il suo bambino sta imparando il senso del NO e del limite, si sta scontrando tra un desiderio di onnipotenza e la prima percezione della realtà così com’è e non come la vorrebbe. Quanto dev’essere difficile! Lo è stato anche per noi, a suo tempo, solo che non ce ne ricordiamo.

Soffrono tanto, i bambini a questa età, forse più di noi adulti. Forse questo pensiero può aiutarla un po’. Ed abbia fiducia nel tempo, perché di solito è questione di una manciata di mesi.

Cari saluti, Chiara Rizzello

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