I NO che aiutano a crescere

Buongiorno,

volevo parlarle del mio bimbo di 11 mesi.

Emanuele è un bambino molto allegro, è inserito in un nido famiglia e quando torno a casa lo trovo abbastanza sereno. Adesso si trova nella fase "dei guai"…vuole toccare tutto e fare ogni cosa che gli detta la testa e se provo a dirgli NO grida come una persona nervosa, come se avesse dentro una rabbia repressa!

Io vorrei fargli fare tutto ciò che è possibile perché capisco che lui abbia bisogno di scoprire il mondo ma come faccio a fargli capire i miei NO senza ferirlo o senza indurlo a gridare?

Grazie

Gentile mamma,

ogni bambino vive i primi mesi con un naturale sentimento di onnipotenza personale: quando piange, qualcuno lo consola, lo accudisce, lo nutre, lo cambia, lo scalda, lo intrattiene.

Ai neonati non vengono posti divieti né restrizioni, come è ovvio e giusto che sia, affinché il loro unico modo di comunicare, il pianto, possa essere accolto e ascoltato per il soddisfacimento di ogni esigenza. Ecco perché si suol dire, anche, che sino a una certa epoca di sviluppo (6 mesi circa) non sono mai "capricci".

Con l’acquisizione delle capacità manipolative, motorie e sociali e con l’apertura al mondo, il senso di onnipotenza neonatale si scontra con il principio di realtà dato dall’ambiente fisico e dai genitori: non sempre è possibile ottenere ciò che si desidera.

Il passaggio dall’uno all’altro è una fase indispensabile dello sviluppo e comporta sempre un certo grado di frustrazione sana, sperimentata dal bambino. Frustrazione del proprio desiderio che viene esplicitata in modo personale a seconda del temperamento: chi con i musi, chi con i pianti, chi con le urla, ogni bimbo esprime il suo disappunto.

Finché lo si lascia esprimere, contenendolo e tranquillizzandolo se necessario, non vedo grandi problemi per il bambino, ma forse di più per i genitori che si trovano a fronteggiare una nuova fase dello svuluppo del figlio.

I NO vanno detti con criterio, secondo regole coerenti, ma senza astio o paura nel dare dei divieti necessari. Poi va aiutato il bimbo a capire, vivere il suo disappunto, superarlo e riconciliarsi con il mondo.

Sono tutti passaggi fondamentali di un lungo percorso che di solito termina positivamente verso i 36 mesi, quando il bimbo saprà aprirsi al mondo sociale con le dovute competenze e un senso di realtà che, anche con i vostri NO, gli avrete fatto acquisire.

Chiara Rizzello

 

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