Esplosioni di collera e testate

Gentile Chiaretta,

sono mamma di un bimbo di 16 mesi che da un mesetto circa quando riceve un no, per qualche cosa che sta facendo, prende a tesate la prima superficie disponibile.

Ha capito che io mi preoccupo e di solito la fa guardandomi con una certa aria di sfida. Talvolta lo fa anche quando è in braccio, solo con me, cercando di prendere a testate la mia testa. Da qualche giorno, in mancanza di muri o tavoli o di altre cose nelle vicinanze è capitato anche che si sia dato qualche colpo con la manina da solo.

Si tratta di un bimbo generalmente allegro e vivace, perché fa così? Le sembra un atteggiamento strano?

Avrei bisogno di capire perché lo fa e come comportarmi.

Grazie infinite

Alessandra

 

Cara Alessandra,

la prima cosa che mi preme dirle è di non avere paura a dire dei NO temendo come conseguenza la reazione che descrive: i primi NO sono importantissimi, sono quelli che pongono un limite fermo e autorevole (e non duro, pieno di ira e autoritario). I divieti devono essere motivati, coerenti e puntuali (dati cioè quando un comportamento non idoneo si sta verificando) e sono per il bene del bambino e per la sua crescita globale, di questo dobbiamo esserene certi.

Se un bambino reagisce con pianti, urla e azioni che richiedono interventi di emergenza (come quelle che appunto lei descrive), bisogna agire su queste e non sul NO. Un bimbo che non tollera la frustrazione del divieto può essere aiutato in molti modi, ad esempio cambiando la modalità in cui esso viene posto: il tono della voce, l’espressione del viso, le parole usate, i gesti che accompagnano il NO, che può essere seguito immediatamente da una proposta alternativa piacevole che distragga suo figlio e lo coinvolga positivamente in altro (ad esempio, "Non giocare con la presa elettrica, prendi queste matite in mano e andiamo a colorare").

Ricordiamoci poi che per ogni NO bisognerebbe dire almeno cinque SÌ, affinché egli non si senta perennemente in una condizione di divieto e limitazione. E ancora, durante i momenti di tranquillità, mantieni un contatto con il corpo del tuo bambino, se egli lo accetta: accarezzalo, soprattutto sulla testa, fagli provare sensazioni positive laddove egli si procura dolore.

Durante le crisi di collera, puoi provare il cosiddetto "abbraccio contenitivo", prendendo tuo figlio tra le tue braccia, stringendolo con affetto senza lasciarlo andare finché non si è calmato, facendo sfogare la sua rabbia in un contenitore "buono" come il corpo materno, che resta tranquillo (possibilmente) comunicando tranquillità.

Un saluto,

Chiara Rizzello

 

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