Dire no con il sorriso

 

Buongiorno,

mi chiamo Manuela ho una figlia (prima)di 9 mesi e a volte mi pongo il problema di come comunicare con lei…ovvero credo che in questo periodo i divieti e i no li capisca, quindi per esempio quando apre i cassetti e le dico che non si fa, che tono devo utilizzare? Perche lei sorride e mi viene difficile non sorriderle.

Mia figlia inoltre ama stare sempre in compagnia, è una bambina molto socievole quindi quando siamo fuori casa tutto bene quando siamo a casa vuole parlare in continuazione e io non posso stare tutto il giorno a giocare con lei, perché essendo sola a casa devo seguire anche le faccende ed inoltre credo che debba imparare anche a giocare da sola.

Infine non so se sono una buona mamma perché lei è sempre allegra e sorridente e io non sempre e per questo mi sento in colpa.

La ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti

Cara mamma,

con il primo figlio anche la donna diventa mamma, e come il bambino impara a crescere, così la mamma impara a fare la mamma. Lentamente. Per prove, successi, errori, dubbi e risultati. Mamme si diventa!

Venendo ai suoi quesiti, per ciò che riguarda il NO, è questo il momento di iniziare a dirlo. Dolcemente, anche sorridendo, perché no? Ma in modo coerente e fermo. Non ci si deve aspettare che il bambino capisca subito, né che una volta compreso il suo significato, obbedisca; anzi, la maggior parte dei bambini manifesta un vero e proprio rifiuto del divieto parentale che si esprimerà, tra qualche mese, con veri e propri comportamenti oppositivi.

Ma non c’è da preoccuparsene, anzi semmai è un segno che il bambino ha ben compreso il suo significato e sta provando a controllarsi da solo. Per ciò che concerne il tempo trascorso insieme, è ovvio che una mamma che lavora, in casa o fuori, abbia necessità di tempo per sé e per la casa. Abituare i bimbi ad essere autonomi, nei tempi corretti per l’età che hanno (a 9 mesi 5 minuti di gioco autonomo sono già un buon punto di partenza) non significa lasciarli soli, ma piuttosto tenerli accanto a sé, impegnati in qualcosa che consenta di fare il resto. Provi a coinvolgere la bimba nel quotidiano di una mamma, le dia un mestolo di legno ed una pentola, le faccia curiosare nel cassetto delle tovaglie, le metta a disposizione una carota da osservare…l’ambiente circostante, proprio perché naturale, è la migliore fonte di stimoli per un essere in crescita.

Da ultimo vorrei riflettere con lei sul fatto che non sempre è possibile avere lo stesso tono d’umore in famiglia, e dunque neppure tra mamma e figlio. Siete due persone diverse, con età e preoccupazioni differenti, ed è normale che non proviate le emozioni sempre in contemporanea. Quando sua figlia sorride spensierata, anche se lei non lo è, le sorrida lo stesso, per farle capire che la mamma le vuol bene, nonostante abbia un momento di tristezza interiore. Rimandi a quando sarà gioiosa le risate, che non sono indispensabili sempre, mentre i sorrisi lo sono di più.

Cordiali saluti, Chiara Rizzello

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