Comunicazione e linguaggio

 

Cara Chiaretta,

ho sempre sentito il mio primogenito e gli altri bambini ripetere le parole dette da noi adulti almeno giuste nelle vocali (magari non complete ma insomma, si riconosceva lo sforzo)

A Dario, il mio secondogenito di 21 mesi, spesso se dici "moto" la ripete iaia, ruspa e-e, insomma, sbaglia tutte le vocali e le consonati.

Tieni conto che però, almeno una dozzina di paroline le dice "intuibili", e qualcuna anche appresa ultimamente. Solo…mi spiazza! Mi dai un parere?

Grazie mille

Cara mamma,

credo che vista l’età ciò si possa attribuire al fatto che Dario sta iniziando solo ora a categorizzare il mondo e ad attribuire le etichette verbali (parole a modo suo) agli oggetti che riconosce. La cosa importante è che se tu dici moto lui capisca di cosa parli e risponda (sempre a modo suo) in maniera coerente con il tema.

L’acquisizione linguistica verbale corretta segue sempre l’intenzione comunicativa, ossia prima ci deve essere intenzionalità comunicativa nel bambino, e competenza ad utilizzare un codice (qualsiasi esso sia) con lo scopo di entrare in una relazione in cui si scambiano informazioni e si condivide un pensiero, poi solo dopo si sviluppa il linguaggio verbale, poi ancora dopo quello corretto.

È inoltre assodato che non serve correggere i bambini prima dei 6 anni, mentre è utilissimo parlare loro in modo esatto, senza storpiare appositamente i termini in una sorta di "bambinese". Quindi voi continuate a costruire frasi corrette e semplici e pian piano Dario, con la crescita, ci si approssimerà.

Non serve far finta di non capire per farlo sforzare, anzi bisogna far capire al bambino che è riuscito a comunicare; se l’adulto capisce, (oltre ovviamente al fatto che è anche questione di competenza dell’adulto), il bambino in realtà ha raggiunto il suo scopo comunicativo, per cui non ha molto senso far finta di non capire.

Semmai appunto, si aiuta un bimbo ad esprimersi sempre meglio parlandogli in modo corretto, adeguato all’età (intendo come tipo di costruzione della frase, ad esempio prima dei 4 anni i bambini non comprendono le frasi incassate l’una nell’altra del tipo "io penso che tizio abbia mal di pancia" ma invece già dall’età di Dario è facile che un bimbo capisca una frase del tipo "tizio ha mal di pancia". Se poi alla frase si accompagna il gesto della mano che si posa sul pancino, si aiuta certamente a collegare la parola alla cosa.

Ecco, nel tuo caso, quando Dario indica o gesticola per ottenere una cosa, potresti chiedergli "vuoi il bicchiere?" aspettando la sua risposta, poi porgendoglielo puoi dirgli "ecco il bicchiere".

Se, al contrario, non si capisce cosa il bambino intende, bene mediare con mezzi non verbali, tipo disegni o foto o oggetti, sempre associati al termine (ad esempio mostrare la foto di una moto, indicandola e chiedere "la moto?")

La cosa importante da valutare è se vi sono progressi, ad esempio da qui a 6 mesi in almeno qualche aspetto del linguaggio (aspetti fonetici, semantici, sintattici ).

Un saluto, Chiara Rizzello

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