Atipie citologiche e preoccupazioni

Buonasera Dott. Alaadik,

sono una mamma di 42 anni e sono stata operata nel 2005 al seno per togliere due papillomi intraduttali tramite galattoforectomia selettiva ed exeresi di albero duttale corrispondente. L’istologico dopo questo intervento diceva: 1-2 papillomi intraduttali.

Nel 2007 ho dovuto subire un altro intervento sempre alla stessa mammella perché fuoriusciva un siero giallastro dal capezzolo. L’intervento è consistito nella resezione dei dotti galattofori e dell’albero duttale + ampia exeresi di area displasica con ricostruzione ghiandolare. L’esito istologico:

A,B) reperto istologico compatibile con papilloma intraduttale con aree di sclerosi dello stroma e focali atipie citologiche. Sono presenti micro calcificazioni.

C) Parenchima mammario sede di malattia fibrocistica di tipo proliferativo con iperplasia duttale di grado lieve, focolai di papillomatosi intraduttale e metaplasia apocrina. Presenza di artefatti da cuzione.

SNOMED T-04000  M-85030

SNOMED T-04000 M-85030

SNOMED T-04000 M-74320

Alla consegna di quest’ultimo esame mi è stato detto di tenermi controllata una volta all’anno facendo sia l’eco che la mammografia. Nessuna cura mi è stata data.

Io non vivo serena perché so, per aver letto molto a riguardo (forse sbagliando), che le atipie citologiche sono all’inizio dei tumori e mi domando se sia giusto non anticipare con cure quello che poi potrebbe trasformarsi in un tumore maligno.

Infine, Le volevo chiedere se poteva essere utile nel mio caso, fare un prelievo del sangue per verificare se ci sono i markers tumorali (CA 15-3 , MCA, TPA , CEA)  e la ricerca del gene BRCA1 e 2. Le anticipo che non ho casi in famiglia di tumori alla mammella, sebbene resti un dubbio sulla nonna paterna che sembra essere deceduta per tumore allo stomaco proprio forse dopo averlo avuto al seno, ma nessun parente è in grado di dirmelo con certezza.

Grazie infinite dottore e scusi se mi sono dilungata un po’.

Susanna


Gentile Susanna,

la considerazione che ho tratto dalla lettura della mail è che a fronte di una ghiandola mammaria, mi passi il termine "irrequieta", sia stata seguita e trattata in maniera competente. Comprendo le preoccupazioni che le derivano dall’essersi informata su termini e argomenti tipo "iperplasia proliferativa", "atipie citologiche", "microcalcificazioni", etc, ma dovrebbe convincersi che quegli aspetti istologici non devono essere interpretati come condanne al carcinoma mammario, bensì come indicazioni ad una maggiore sorveglianza. Tale sorveglianza si traduce appunto in ecografie semestrali e mammografie annuali e non prevede terapie farmacologiche né valutazione dei marcatori tumorali (che non servono per fare diagnosi precoce ma si usano solo per rilevare eventuali riprese di malattie in pazienti operate per tumore – quindi non il suo caso -). L’eventuale studio genetico, infine, non indicato perché non è tracciabile una familiarità, anche nel caso in cui rilevasse in lei una portatrice di mutazione dei geni BRCA1 e 2, non modificherebbe il suo programma di sorveglianza senologica, non aggiungendo nulla a quanto lei sta già facendo.

Distinti saluti

Gianni Alaadik

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