Vomito ricorrente per ogni situazione

Gent.ma dottoressa,

ho una bimba di quindici mesi nata a 36 settimane di 2,400 per 45 cm. Adesso la bimba pesa 10,150 ed è alta 77 cm.

Le scrivo perché ho veramente bisogno di un suo consiglio, non so più cosa fare. Da quando aveva nove mesi la bimba ha iniziato a vomitare, i primi episodi si sono verificati nel momento in cui la piccola rifiutava di bere il latte sia la mattina che durante il giorno, quindi dietro parere della pediatra, che tutt’ora insiste nel dire che la bimba deve assumere almeno 500 ml di latte al giorno, ho iniziato a farle il latte con i biscotti 180 ml + 8 biscotti.

Naturalmente a pranzo la bimba aveva meno appetito e appena la forzavo lei vomitava. Ho cercato di rimediare allungando gli orari e cercando di diminuire i biscotti nel latte. la situazione sembrava andare meglio, ma puntualmente la bimba ha dei periodi di "minore appetito" e appena la si forza lei vomita.

A partire sempre dai nove mesi però la bimba ha iniziato a vomitare anche per altri motivi: beve l’acqua e le va di traverso? Vomita! Mette un pezzettino, anche piccolo, di qualcosa in bocca e poi non lo vuole? Vomita! Vuole ancora mangiare tutto frullato e se provo a mettere nella pappa anche piccoli pezzettini, vomita! Si mette a piangere perché la sgrido? Vomita! Andiamo dal pediatra per un controllo e lei piange? Vomita! Ha un po’ di raffreddore e tosse? Inizia a tossire e vomita!

Quello che voglio precisare è che la bimba sta bene, gioca, è tranquilla, mi sembra che tutto sommato cresca anche bene, ma ha questi periodi, che non so a cosa siano legati, in cui ha minore appetito, non mangia volentieri e inizia a vomitare per qualsiasi scusa.

Cosa mi può consigliare? Anche per la sua alimentazione, la bimba mangia di tutto, ma tutto rigorosamente frullato.

La prego mi dia un suo parere, e se secondo lei è il caso di consultare qualche specialista.

La ringrazio

Maria

 


I bimbi "facili vomitatori" sono numerosi: vomitano per problemi alimentari o psicologici e, quando si accorgono che questo comportamento suscita ansia e, in questo modo attira l’attenzione, lo usano anche come strumento di ricatto per contrastare l’adulto che si comporta in un modo contrario alla loro volontà. Quindi, è molto semplice: pur nell’ottica di non viziarla, cerca di non contrastarla e di non prenderla mai con la forza ma solo, se puoi, con la persuasione.

Non è facile, specie con un bambino che si avvicina ai due anni, ma certamente quello che si può fare è cercare di creare sempre una atmosfera rasserenante attorno alla bimba e non preoccuparsi più di tanto per situazioni che non meritano preoccupazione.

Pertanto, prendiamo i problemi di appetito: tutti i bambini hanno periodi di fame e periodi di relativo calo dell’appetito, soprattutto se nei periodi di fame sono stati, come dire, troppo assecondati e hanno mangiato più del necessario per il loro metabolismo e per le loro esigenze o in modo incongruo.

Bisogna, quindi, rispettare le loro esigenze, mantenere la serenità, non eccedere nel dare loro molto da mangiare quando dimostrano di avere molta fame e non insistere quando non vogliono finire la porzione che, in fondo, non si sono scelti da soli ma è stata arbitrariamente messa nel piatto dal genitore. Otto biscottini possono essere troppi, certamente e un bambino che dimostra di non gradire eccessivamente il latte può tranquillamente assumerne di meno nel biberon aggiungendo, magari, un cucchiaino in più di parmigiano nelle minestrina, così come un biberon di latte bevuto malvolentieri può essere sostituito con un vasetto di yogurt, a volte più gradito e contenente pari sostanze.

Nei periodi di minore appetito i bimbi vanno sempre rispettati nei loro rifiuti di alimentarsi, senza mai insistere solo "per principio" o perché qualcuno, pediatra incluso, ha detto che deve assolutamente finire tutto il piatto, anzi, in quei giorni la quantità di pappa andrebbe dimezzata, avendo cura che in quel poco versato nel piattino vi sia tutta la quantità di carne o pesce o formaggio, il cucchiaino o i due cucchiaini di olio di oliva, più o meno la quantità di cereali o pastina, ma anche un po’ meno basterebbe e molto meno brodo vegetale come diluizione.

I cereali in meno possono tranquillamente essere sostituiti da una fettina di pane da sgranocchiare o un biscottino in più (uno o due, non otto!) e il brodo vegetale, cioè i liquidi in meno, da qualche sorso di acqua o succo di frutta in più. Se la bimba non è ancora pronta per i cibi un po’ più consistenti, continua pure a frullare tutto, in fondo, essendo nata prematura, è come se avesse un mesetto di meno e, pur essendo cresciuta bene, devi considerare che ha il peso di un bimbo di circa un anno o poco più e come tale va alimentata, non seguendo gli schemi di alimentazione di un bimbo di quindici mesi.

Per quanto riguarda la quantità di latte da assumere durante la giornata: compiuto il primo anno di vita, basterebbero 350, massimo 400 gr e non più 500, quindi 180 gr la mattina più uno yogurt a merenda oppure 180 gr la mattina più il formaggio come pietanza a cena sono più che sufficienti.

Così come a 15 mesi, che poi sono 14, un bambino non andrebbe sgridato ma gli si dovrebbe soltanto impedire di compiere azioni per lui potenzialmente pericolose e in casa bisognerebbe cercare di eliminare tutte le tentazioni o gli oggetti pericolosi dai quali è inevitabilmente e fatalmente attratto e se, nonostante ciò, ad ogni frustrazione determinata da un rifiuto del genitore di fargli compiere qualche azione o gesto pericoloso, si mette a piangere innescando il meccanismo del vomito, non bisognerebbe dare nessuna importanza all’avvenimento affinché il bambino non continui a credere di potere, in questo modo, arrivare dove vuole e attirare costantemente l’attenzione a suo favore.

Quando vomita dopo un colpo di tosse, poi, non c’è un granché da fare se non, forse, rallegrarsi se con il vomito ha eliminato anche un po di catarro contenuto nello stomaco, sicuramente fastidioso per una corretta digestione dei cibi e pieno di virus. Se vomita in occasione della visita pediatrica vuol dire che si cercherà di andare da lui il meno possibile, magari in un orario in cui ha meno fretta e più tempo per tentare di convincere la bimba con le buone maniere, ma qualche cambiamento di atteggiamento si potrà vedere quando inizierà a parlare, cioè dopo il secondo anno, non prima: la gelosia nei confronti del proprio corpo è molto forte a questa età.

Quindi, a mio parere, non servono specialisti di nessun tipo, ma solo molta pazienza e molto buon senso: il periodo non è facile, ma passerà, cerca di non essere né troppo apprensiva, né troppo protettiva e scrollati di dosso l’ansia in eccesso, nata forse, anche da lontano, dalla nascita un po’ prematura della piccola o quant’altro.

Un caro saluto,

Daniela

 

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