Come trovare il giusto latte artificiale per il mio bimbo.

 

Salve ho un bimbo di un mese e dieci giorni, non riesco a trovare il latte giusto per lui, abbiamo iniziato con un latte liquido e rigurgitava spesso anche a distanza di ore, ma cresceva bene! Poi la pediatra mi ha consigliato di cambiare latte, e prendere quello in polvere anti rigurgito così ho fatto ma il rigurgito è diminuito ma non mi faceva la cacca nonostante i continui sforzi ed ho incrementato con delle bustine di integratori per l’intestino ma niente non ha funzionato ogni giorno dovevo stimolarlo. Ne ho provate 3 di marche di latte in polvere anti rigurgito ma tutti lo stesso effetto, poi ho trovato il latte novalac reflusso andava bene per il reflusso ma faceva troppe scariche d diarrea.

Adesso non so cosa fare e che latte dare per risolvere tutto, potrebbe darmi qualche consiglio? Grazie

 

Cambiare così spesso latte e per di più ad un bambino di così pochi giorni, non è una buona strada da seguire: spesso può significare che si sta dando al latte somministrato e non al bambino la colpa di problemi o mal inquadrati o del tutto fisiologici a quell’età o, a volte, legati ad altri fattori che con il latte non hanno molto a che vedere.

Certamente, senza conoscere il bambino, non ho possibilità di valutare con obiettività la situazione, ma cercherei di affrontare il problema in questo modo:

1) mi accerterei con la visita che il bimbo stia bene nel complesso sia fisicamente che dal punto di vista dello sviluppo psicomotorio e nutrizionale.

2) Valuterei con attenzione la quantità di latte da prescrivere nell’arco delle 24 ore in base al peso, all’età e alla velocità di crescita sia staturale che ponderale di quel determinato bambino senza troppo seguire gli schemi e le tabelle, consigliando di non insistere nel far finire la poppata in caso di appetito più scarso ma nemmeno di prepararne di più quando si notasse voracità e forte appetito.

3) Cercherei di osservare il bambino durante la poppata per capire se succhia in modo disordinato e rumoroso, se ingurgita aria assieme al latte, se finisce la poppata troppo velocemente, se ha difficoltà ad emettere aria a fine poppata, se viene tenuto nella posizione corretta quando si alimenta, se, con alcuni suoi movimenti o atteggiamenti, dà segni di reflusso gastro esofageo sintomatico e così via.

4) In caso di vomito o rigurgito non costante dopo le poppate, consiglierei sia di interromperle a metà per alcuni minuti in modo da far fare il ruttino al piccolo prima che il suo stomaco sia del tutto pieno di latte, sia di frazionarle aumentando il loro numero e diminuendo la quantità di latte ad ogni poppata, consigliando sempre di non mettere in culla il piccolo dopo la poppata se non dopo 15-20 minuti di posizione sollevata, magari in braccio con la testa sulla spalla di chi lo tiene.

Per quanto riguarda le scariche: nei primi tempi, soprattutto con il latte artificiale, il loro aspetto può variare molto, sia di consistenza che può andare dal semiliquido simile alle scariche da latte materno al completamente formato e piuttosto duro, sia di colore che può essere giallo chiaro ma anche grigiastro o verdastro, sia come numero di evacuazioni giornaliere che può variare da una scarica dopo ogni poppata ad una scarica ogni due o tre giorni emessa senza problemi o con segni più o meno evidenti di disagio o sofferenza. Di nessuna di queste variabili comportamentali mi preoccuperei, inclusi i rigurgiti subito dopo la poppata o a distanza di tempo fintanto che:

1) il bimbo, nel complesso, si mostra tranquillo e sereno e compie giorno dopo giorno i suoi piccoli progressi dal punto di vista psicomotorio.

2) mostra appetito al momento della poppata e succhia volentieri, indipendentemente dal fatto che finisca o meno la quantità preparata.

3) cresce di peso e di lunghezza in modo soddisfacente, sempre in rapporto alla sua costituzione valutata anche considerando quella dei genitori, pesandolo non più settimanalmente come solitamente si fa nel primo mese, ma solo mensilmente.

4) si addormenta piuttosto tranquillamente quando è sazio e, nell’arco delle 24 ore, ha almeno un periodo di sonno prolungato di circa 6 ore, sia che questo avvenga, come ci si augura, di notte, sia che avvenga di giorno.

5) non mostra segni evidenti di allergia alle proteine del latte vaccino come dermatiti importanti, dolori addominali sangue nelle feci, evidente o occulto.

Qualora gli eventuali rigurgiti di latte subito dopo la poppata o i vomiti lontano da essa fossero costituiti da latte liquido, privo di grumi e di muco, senza odore particolarmente acido e pungente, io non farei nulla se non prescrivere la terapia posturale antireflusso (posizione eretta del tronco durante la poppata e subito dopo per 15 minuti, sollevamento del materasso a 30 gradi, ecc.) ed eventualmente ridurre la quantità delle poppate aumentandone il numero. Il reflusso è un evento fisiologico nei primi mesi e le sostanze addensanti contenute nei latti antireflusso possono dare alcuni problemi di digestione nei primissimi tempi, soprattutto se si tratta di semi di carrubo, provocando a volte dolori addominali, a volte stitichezza relativa.

Non darei nemmeno troppa importanza alle evacuazioni e, qualora fossero rare, non stimolerei il piccolo né con supposte o microclismi e tantomeno con blandi lassativi in così tenera età se non dopo il terzo o quarto giorno trascorso senza evacuare.

L’intestino immaturo deve imparare a coordinare neurologicamente la sua peristalsi per renderla funzionale alla evacuazione delle feci e questo avviene con il tempo e, magari, con regolari e idonei massaggi al pancino se non addirittura a tutto il corpo imparandoli ad un corso di massaggio infantile, non con i farmaci.

Se, poi, il bimbo, anche dopo due o tre giorni senza evacuazioni, emette spontaneamente feci di consistenza normale e non dure e secche di tipo caprino, non si deve parlare di stitichezza ma di semplice pigrizia intestinale e quest’ultima non va trattata con farmaci. Al compimento del secondo mese, se proprio il reflusso non dovesse cessare ma fosse tale da fare perdere troppo latte al bambino tanto da non farlo  crescere di peso in modo soddisfacente, si può somministrare un latte antireflusso contenente come addensante, però, solo amido di mais o di riso e non semi di carrubo e se il bimbo dovesse regolarmente evacuare con molta difficoltà non tutti i giorni ma solo dopo 3 o 4 giorni, lo si può aiutare con saltuari microclismi a base di camomilla senza che diventi una abitudine perché altrimenti l’intestino si impigrirebbe ancora di più e si abituerebbe ad evacuare solo dopo stimolo esterno. Anche i probiotici e i fermenti lattici possono aiutare ad equilibrare la flora intestinale migliorando la digestione e l’aspetto delle feci.

Quello che si può fare è incrementare la quantità di liquidi della giornata proponendo spesso da bere al piccolo, preferibilmente solo acqua e non tisane dolcificate oppure cambiando l’acqua di diluizione del latte se non utilizzi il latte liquido.

Anche la preparazione del latte in polvere deve essere fatta con cura riempiendo i misurini prescritti in base alla quantità di acqua in modo corretto ed eliminando la quantità di polvere eccedente rendendo piatta la superfice del misurino. Nelle prime settimane di vita il bambino ha bisogno di essere valutato nel suo complesso: deve esserci uno sguardo d’insieme, non fissato su ogni singolo particolare o atteggiamento. Si tratta di un organismo in rodaggio che deve ancora imparare a funzionare al meglio, non di un organismo malato o difettoso.

Se lo si considera da quest’ultimo punto di vista si rischia di esagerare con gli interventi medici o farmacologici e, ancora peggio, con iniziative poco basate sull’evidenza correndo il rischio che nessuno dei cambiamenti effettuati funzioni davvero: i fallimenti fanno aumentare l’ansia e rischiano di convincere sempre di più chi assiste il bambino della presenza di chissà quale problema misterioso che ci si ostina a voler risolvere a tutti i costi. La morale è: non avere fretta di risolvere ogni singolo problema di un neonato ad ogni costo: i falsi problemi o i non problemi, con il tempo, si risolvono da soli e solo dopo, quelli che rimangono, possono essere considerati degni di essere presi in considerazione.

Quindi, per piccoli disturbi che non incidono sul benessere generale di un neonato o di un lattante, spesso un atteggiamento di attenta osservazione e di vigile attesa, tranquillizzante per la mamma, può essere più saggio dell’istinto di dare risposte farmacologiche o nutrizionali affrettate pur di risolvere in fretta il sintomo. Cambiare spesso latte può essere inutile se non controproducente: fermati sull’ultimo somministrato, se ti sembra il migliore, purché sia numero uno, adatto per i primi mesi, valuta con calma se quelle che tu definisci troppe scariche dovute al novolac siano realmente troppe. Se novolac antireflusso contiene semi di carrubo sostituiscilo con novolac semplice e non antireflusso.

Molte mamme e me compresa apprezzano il neolatte, tra l’altro, credo, più economico di tanti altri, ma io vorrei che tu uscissi dalla nefasta spirale della ricerca affannosa del latte ideale perché nessun latte artificiale è ideale in assoluto e sono tutti talmente simili fra loro a parte quelli dietetici o per necessità specifiche che non serve andare a caccia di quello miracoloso. Dopo il secondo mese, qualora la persistenza di un eventuale reflusso gastro esofageo avesse dato luogo ad una esofagite sintomatica responsabile di dolori e bruciori fastidiosi, allora sì che si potrebbero prendere provvedimenti farmacologici, così come se persistessero frequenti ed abbondanti vomiti a getto lontano dai pasti sarebbe opportuno accertarsi che non vi sia una ipertrofia pilorica soprattutto se vi fosse arresto di crescita ponderale e se i sintomi appena descritti si accompagnassero a dermatiti o eczemi importanti, a coliche e feci mucose con o senza presenza di sangue, si potrebbe pensare ad una allergia alle proteine del latte vaccino e prendere adeguati provvedimenti.

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