Tosse, quando è il caso di allarmarsi

 

 

Salve gentilissima Dottoressa,

 

le chiedo un consiglio su cosa fare quando un bambino ha solo un po’ di tosse, mi spiego meglio: capita talvolta che i miei bambini (di uno e quattro anni) abbiano dei colpi di tosse durante la giornata, ma che essi non siano persistenti. Magari tossiscono un pochino in due o tre occasioni durante il giorno, oppure solo durante la notte. Tale tosse quindi non è continua. Talvolta questa tosse è catarrosa, ma magari diventa più profonda e secca per poi tornare di nuovo alta e catarrosa il giorno dopo.

 

Insomma, in questi casi in cui i bambini, specie il piccolino, non hanno una tosse forte e persistente ma che dura comunque da qualche giorno, devo secondo lei preoccuparmi di chiamare la pediatra e chiederle un trattamento?

 

Io di solito, se non intervengono altri sintomi tipo la febbre, non faccio nulla, ma mi chiedo se è corretto e quando sia il caso invece di preoccuparsi. La ringrazio molto dei chiarimenti che vorrà darmi.

Un saluto.

 

 

 

 

Le mamme, di solito, hanno antenne talmente lunghe, sottili e sensibili che quando qualcosa non le mette in agitazione deve trattarsi certamente di un problema minimo o addirittura di un non problema. Di solito, infatti, lo sforzo maggiore che deve fare il pediatra è quello di rassicurare e di ridimensionare, non il contrario.

 

Io non credo che tu sia diversa dalle altre mamme e sono portata a credere che la tua sensibilità sia più che sufficiente per distinguere un sintomo occasionale e del tutto privo di risvolti patologici da un sintomo che rimanda a qualcosa di più serio.

 

La tosse è un riflesso normalissimo che tutti noi abbiamo e che viene attivato dall’irritazione di particolari recettori – detti, appunto, della tosse – che sono terminazioni nervose situate sulla mucosa delle vie aeree, irritazione che può essere provocata dal muco, da un corpo estraneo, da una minuscola particella di pulviscolo atmosferico, dall’azione irritante di pollini o acari o altre sostanze chimiche o biologiche e, a volte, dalla saliva stessa. Essa serve a mantenere pulite le vie respiratorie staccando tali sostanze dalla mucosa permettendo così alle ciglia "spazzine" situate anch’esse sulla mucosa di veicolare la sostanza verso l’esterno per espellerla o, al limite, per deglutirla quando raggiunge il fondo del cavo orale.

 

Guai, quindi, se il riflesso della tosse non ci fosse. La tosse, di per sé, quindi, non è una malattia ma solo un sintomo e solo a volte è la spia di qualcosa che non va e che bisogna approfondire; non è come la febbre che è anch’essa un sintomo e non una malattia ma più spesso è la spia di qualcosa che non va e quindi deve allertare di più di una semplice tosse.

 

In presenza di un bambino che tossisce solo sporadicamente, che non ha febbre, che si comporta normalmente, ha appetito e voglia di giocare, che non ha difficoltà respiratoria di nessun tipo, non è particolarmente pallido; in presenza di una tosse che dura ormai da alcuni giorni senza tendere a peggiorare o a farsi più insistente, di una tosse che non si manifesta in modo particolare in alcuni momenti della giornata come dopo il pasto o di notte, che non disturba il bambino e non gli impedisce di continuare le sue normali attività, di solito non c’è nulla di particolare da fare e in ogni caso non c’è da preoccuparsi.

 

Certo, in caso di persistenza eccessiva, un controllo pediatrico è sempre opportuno perché senza visitare e auscultare il bambino poco si può dire e ogni caso è un caso a sé come ogni tosse, anche nello stesso bambino, ogni volta può essere un non problema o un problema diverso, ma allarmarsi e pensare ad una patologia da non sottovalutare già ai primi colpi di tosse mi sembra eccessivo, a meno che la mamma non sappia che suo figlio è asmatico, con possibilità che un semplice colpo di tosse, se trascurato, nel giro anche di pochi minuti possa trasformarsi in una crisi asmatica oppure soggetto a laringospasmo, cioè tutte patologie acute che, però, la mamma, dopo il primo episodio, impara a riconoscere e anche a prevederne l’aggravamento. Nei restanti casi, c’è tutto il tempo per valutare con calma la situazione.

 

Un caro saluto, Daniela

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