Sulla televisione

 

Gentilissima Dottoressa,

torno a rivolgermi a lei con fiducia, ma stavolta anche col timore circa la sua risposta, per un parere su una questione forse non strettamente medica ma che mi sta particolarmente a cuore: gli effetti della televisione sui bambini.

I recenti categorici divieti australiani hanno risollevato nuovamente la questione anche sui giornali, e le opinioni degli esperti sono unanimi: no alla tv per i piccoli. E qui cominciano i miei (grossi) sensi di colpa, perché il mio bimbo di 15 mesi la televisione la vede. La cosa paradossale è che io sono sempre stata un’accanita anti-tv: infatti non l’ho mai avuta in camera da letto e neppure usata come sottofondo, ma la accendevo solo se desideravo guardare uno specifico programma. Il mio motto era: "la tv è un elettrodomestico come un altro: terremmo mai acceso un frullatore senza usarlo?"…

Poi, non so neppure io come, è successo. Il mio bimbo ha intercettato le immagini televisive, ha iniziato a guardarle dapprima con curiosità, poi con sempre maggiore attenzione, infine partecipando direttamente, a modo suo, ad esempio indicando gli animali che conosce o battendo le manine al suono di una musichetta.

È successo che la tv, in un periodo (tra i 10 mesi e l’anno) in cui "non mangiava" (le virgolette sono d’obbligo, ma lei sa bene come noi mamme siamo pronte ad angosciarci di fronte ad un rifiuto del cibo, e ben poco vale la consapevolezza razionale che nessun bambino si lascerà mai morir d’inedia), mi è sembrata l’unica soluzione: ipnotizzato dalle immagini, Davide finiva la pappa. E anche ora che è diventato "una buona forchetta", che ha imparato a mangiare da solo e mangia buona parte del cibo che preparo per tutta la famiglia, ad un certo punto del pasto indica la tv, e la maggior parte delle volte cediamo, anche perché è così felice quando gliela accendiamo e durante la visione del programma… Programma che, per altro, è sempre lo stesso, perché da un po’ ho cercato di "limitare i danni" (temo che ancora una volta siano d’obbligo le virgolette…) e l’unica cosa che Davide vede sono dei dvd con i cartoni dello Zecchino d’Oro: cioè le musiche dello Zecchino accompagnate, ciascuna, da un disegno animato che le rappresenta, dal contenuto ovviamente più che innocuo, almeno apparentemente.

E Davide, malgrado il fatto che ormai li abbia visti decine e decine di volte, ne va pazzo (so che i bambini piccoli amano la ripetitività, ma gli adulti un po’ meno… ma !).

Comunque, se sommo la quantità totale del tempo che il bimbo trascorre davanti alla tv, mi rendo conto che ceti giorni supera l’ora, anche se frazionata in diversi momenti della giornata, e cioè a colazione, pranzo e cena: confesso che alla mattina, senza l’aiuto di questi cartoni, non riuscirei neppure a prepararmi per andare al lavoro (per fortuna non lavoro tutte le mattine: sono insegnante e da quando è nato Davide ho scelto un contratto part-time).

Durante il resto della giornata il mio bambino non ricerca la tv e trascorre il suo tempo con persone a lui molto care (me, mio marito nel week end, il nonno, la tata) perché non frequenta il nido; tre volte la settimana io o mio marito lo accompagniamo presso strutture in cui ha la possibilità di incontrare altre bambini (sempre coi genitori presenti), di giocare, di partecipare a piccoli laboratori (musicali, sensoriali ecc.): insomma, io credo che il resto della sua giornata sia costituita da un tempo "di qualità" e che stia facendo, in rapporto alla sua età, delle esperienze stimolanti. È un bimbo sereno ed allegro, si addormenta senza problemi sia dopo pranzo che alla sera, e le educatrici che conducono i laboratori di cui le parlavo prima dicono che ha anche una buona capacità di attenzione, poiché mette in atto giochi finalizzati che lo impegnano abbastanza a lungo. E’ anche molto coccolone, nel senso che essendo abituato ad avere la mia compagnia per buona parte della giornata ricerca molto il mio contatto, da cui per altro traiamo reciproca gioia. Aggiungo, per concludere, che se andiamo a pranzo dai nonni lui mangia tutto senza tv…

Mi rendo conto che se ho scritto così a lungo è forse perché, oltre ad un parere sugli effettivi danni della tv e sull’uso che sarebbe opportuno farne (o non farne!…) vorrei tanto un’assoluzione…

Rinnovandole la mia sincera stima, le invio un caro saluto.

Valentina

La paura è uno stato d’animo molto importante che attiene all’istinto di conservazione e che tende a preservare l’integrità e la salute globale della persona. Però, quando la paura e le remore si fanno eccessive, esse non sono più al servizio dell’uomo ma, al contrario, l’uomo ne può diventare schiavo assumendo nei confronti dell’oggetto o della situazione che si teme eccessivamente un atteggiamento troppo limitativo e troppo poco libero.

La paura, quando eccessiva rispetto alla situazione dalla quale si intende cautelarsi, diventa a sua volta una sorta di dipendenza al negativo che può far perdere il senso di realtà. La televisione, lo hai detto bene tu, non è altro che un elettrodomestico che, se viene acquistato, deve essere usato, altrimenti non avrebbe senso tenerlo a casa a meno che non lo si riduca alla stregua di un semplice oggetto da collezione o da decorazione. Allora: televisione si quando serve ma con i cartoni e i programmi idonei per il bimbo o con quelli che inserirai tu. Limiterai la loro fruizione una o due volte al giorno in modo che in tutto il bimbo non stia davanti allo schermo per più di un’ora al giorno anche frazionata ma anche meno: il tempo lo deciderai tu.

Piano piano, quando il bimbo imparerà a parlare, sostituirai parte della tv con favole che gli racconterai tu stessa, classiche della letteratura o inventate da te in modo che il bimbo prenda confidenza sia con la parola che con le pagine stampate e disegnate. Fai bene, comunque, a cominciare sin d’ora a porti dei limiti nella fruizione della televisione ma ricordati che questi limiti saranno comunque sempre importanti e man mano che passeranno gli anni dovrai lavorare per continuare a mantenerli con coerenza, incluso l’uso di videogiochi e di computer. Essi saranno sempre delle ottime fonti di stimoli, studio, ricerca ed esperienza, ma solo se si manterrà l’equilibrio non solo tra realtà e virtualità, ma tra tempo di movimento fisico e tempo di riposo in relax, tempo di solitudine e tempo di interazione con altri bambini e sempre se la carta stampata che ora, purtroppo, sembra essere sempre più desueta, continuerà ad avere il suo giusto posto e il suo giusto spazio nell’ambito delle varie attività quotidiane del bimbo.

Mi raccomando, quindi, lettura, lettura e ancora lettura: prima fatta da te leggendo fiabe della buona notte, anche a questa età, poi regalando libri idonei al bimbo quando sarà in grado di leggere e di disegnare. L’idea del libro deve crescere assieme al bambino, non arrivare solo quando il bambino è in grado di leggere e i libri, anche chiusi, devono essere visti dal bimbo, che si deve abituare alla loro presenza anche da chiusi. La responsabilità di questo tipo di educazione non può che ricadere sui genitori in quanto la scuola arriva troppo tardi e costituisce soltanto una piccola parte del processo educativo del bambino. So bene che tu sai tutto ciò per il lavoro che svolgi ma la deleteria tendenza a delegare alla scuola la maggior parte dell’educazione oltre che dell’istruzione di un bambino è una abitudine che sta prendendo sempre più piede tra le famiglie e i genitori e che deve assolutamente essere contrastata per il bene delle future generazioni in quanto non ci sarà progresso vero senza cultura vera e per formare una cultura vera bisogna che la mente sia da subito abituata al pensiero e a coltivare la curiosità innata del bambino in modo proficuo.

Il cervello è un contenitore che ha una enorme elasticità nei primissimi anni per poi irrigidirsi piano piano: pertanto, quanti più valori e abitudini positive si riuscirà a collocarvi dentro nei primissimi anni di vita, quanto più facile sarà, poi, fare spazio ad altre conoscenze e ad altro sapere, ma se questo cervello non si sarà sufficientemente dilatato nei primissimi anni, in seguito sarà molto più difficile se non impossibile recuperare il tempo e l’elasticità perduti. Questo sempre, comunque, nel rispetto dei normali processi evolutivi del bambino, delle sue tendenze innate e dei gusti soggettivi e sempre nell’intento di valorizzare le potenzialità di ognuno, non di creare dei piccoli robot standardizzati. E’ sullo sviluppo dell’intelligenza che bisogna puntare inizialmente, per poi nutrire, in seguito, adeguatamente, questa intelligenza con i cibi della mente più sani.

In questa ottica la televisione, che in Italia, checché se ne dica, non è pessima, anzi, è uno strumento come tanti altri e può nutrire bene o male alla stregua di tante altre sollecitazioni così come una mela che, se mangiata cruda da coltivazione biologica e appena staccata dall’albero avrà sull’organismo ben altri effetti rispetto ad una mela trattata con pesticidi, conservata in celle frigorifere e mangiata, magari, fritta con un olio di colza. Sempre mela sarà, ma con quali differenze…

Un caro saluto, Daniela

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