Risvegli notturni: bisogno di mamma o altro?

Cara dott.ssa,

mia figlia ha dieci mesi, ha sempre dormito bene la notte fin dal secondo-terzo mese, svegliandosi una volta o anche nessuna a volte; in ogni caso bastava dare biberon o cullarla pochi minuti e si riaddormentava per 5-6 ore.

Da un paio di settimane però ha preso l’abitudine di svegliarsi ogni ora o due. Sta mettendo il secondo dentino e a volte ha problemi di aria nella pancia, ma non vorremmo innescare qualche meccanismo sbagliato per cui non riesca più ad addormentarsi senza il nostro aiuto.

Viviamo negli USA e qui sono un po’ troppo spartani per i nostri gusti…dicono "fatela piangere fino a 50 minuti", e basta, ma non riesco a farla piangere più di 15 minuti e la prendo. Dorme nel lettino nella nostra stanza. In genere mangia tutto, è molto organizzata negli orari del cibo, vivace e attiva. Fa un pisolino di un’ora e mezzo circa, il pomeriggio verso le tre.

Qui suggeriscono di dare antidolorifici, ma come si fa a capire se sta male o ha solo attacchi di mammite acuta?

Negli ultimi giorni (notti!) sta diventando un po’ pesante… Cosa ci consiglia?

Grazie.


Di solito, un bambino che piange per un dolore o un disturbo organico, anche se preso in braccio e assecondato tenendolo nel lettone, non si calma immediatamente, perché le coccole possono eliminare la componente ansiogena del dolore o del malessere, ma non il dolore stesso.

Quindi, se la bimba, appena presa in braccio, si calma magicamente, è quasi certo al 100% che ha soltanto problemi di mammite o simili, come dici tu. Se, invece, continua a piangere e devi faticare un po’ per calmarla e consolarla, si potrebbe pensare ai dentini.

Se sei in grado di capire che quando dorme tende a digrignare i denti, anzi, le mandibole, o a tenerle molto serrate tra loro, il motivo del pianto potrebbe essere il dolore alle gengive e allora un antidolorifico potrebbe aiutarla; se sta muovendo i primi passi ed è ancora incerta, se, ogni tanto, è caduta all’indietro o si è sbilanciata: le prime cadute lasciano un po’ di paura che può tradursi in qualche brutto sogno notturno.

Se qualcosa è cambiato nella vita della bimba (sei tornata al lavoro, ha cambiato baby sitter, è stata inserita all’asilo…), ugualmente la bimba può esprimere nel sonno qualche suo disagio.

Ma se non ci sono motivi per pensare ad un dolore fisico o ad un disagio psicologico (controllare sempre le orecchie per escludere otite catarrale, verificare che non mangi troppo la sera o cibi di difficile digestione come troppi formaggi o una cena troppo abbondante, eventualmente, se ai risvegli fosse associata anche inappetenza, valutare l’opportunità di effettuare un esame delle urine, escludere l’ipotesi del reflusso gastroesofageo), si tratta di avere pazienza per alcuni mesi e di cercare di non abituarla a dormire in braccio o nel lettone, ma, magari, soltanto cullandola o accarezzandola senza alzarla dal letto.

Nel dubbio, però, un antidolorifico ogni tanto, tanto per capire se fosse efficace e quindi per dedurre che un doloretto da qualche parte, forse, realmente c’è, sarebbe una ipotesi da non scartare del tutto: non è mai molto semplice capire il motivo del pianto di un bimbo o dei suoi risvegli e qualche volta una terapia "ex juvantibus" può aiutare a chiarire la situazione.

Un caro saluto,

Daniela

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