Polmonite da settembre

Buongiorno,

sono mamma di un bimbo di 4 anni che si chiama Lorenzo.
Le ho già scritto un paio di volte per avere la sua opinione.
Lorenzo si ammala spesso e si è sempre ammalato molto, fin dalla nascita.
Sempre febbre alta e tanto catarro.
Abbiamo fatto moltissimi esami e visite per capire quale possa essere la causa (esclusa anche la mucoviscidosi), ma non siamo ancora arrivati a nessuna conclusione.
Ora ha una polmonite da settembre (almeno), che non riusciamo a risolvere.
All’auscultazione non si sente nulla ma radiograficamente si vede.
Lorenzo è seguito nel reparto di immunologia all’ospedale di Brescia e oggi ha fatto una TAC.
L’esito della Tac è stato: area di addensamento parenchimale a livello del segmento mediale del lobo medio, a sede periferica. Due piccoli linfonodi in sede ascellare bilaterale.
Intuisco che non ci sia nulla di grave, e che il bambino ha ancora polmonite. I 2 linfonodi significano qualcosa?
Abbiamo anche fatto a Verona (nel reparto di fibrosi cistica) un brusching ciliare di cui stiamo aspettando risposta.
In tutta sincerità non sappiamo più come uscirne.
Il bambino non frequenta la scuola da mesi e inizia a sentirne le conseguenze sul tono dell’umore ma qualsiasi cosa si faccia non si viene a capo di nulla e appena rientra in società si aggrava.
Lei cosa mi può consigliare?
Grazie, Gloria.

Purtroppo, benché tu mi abbia scritto altre volte, non conoscendo il bimbo non sono in grado di inquadrarlo come si dovrebbe e per di più non mi fornisci abbastanza informazioni su di lui e su quali analisi sono già state eseguite e con quali risultati perché io possa chiarirmi le idee.

In particolare, mi dici che il tuo bimbo si è sempre ammalato molto: molto significa che ha contratto ogni volta malattie di una certa gravità oppure si è solo ammalato frequentemente sin dalla nascita? Ha contratto malattie dello stesso tipo, cioè sempre infezioni alle vie respiratorie? Nell’ambito di queste infezioni vi sono state polmoniti ricorrenti oppure bronchite e polmonite sono state le complicazioni occasionali di una infezione circoscritta alle prime vie respiratorie? In occasione di eventuali precedenti broncopolmoniti ha effettuato rx torace per approfondire meglio oppure no? Ha sempre avuto bisogno di terapia antibiotica per guarire oppure alterna banali infezioni virali con altre più serie? Dal momento che si ammala, dopo quanti giorni guarisce? Dopo la guarigione, tra una malattia e l’altra, sta perfettamente bene o ha sempre qualche piccolo problema come tosse continua, scolo di muco dal naso, apnee notturne, ecc.? Esclusa la fibrosi cistica, ha una malattia di base che lo predispone alle infezioni? Ha già approfondito la funzionalità del suo sistema immunitario non solo con il semplice dosaggio delle immunoglobuline e dei globuli bianchi ma anche con uno studio funzionale di questi ultimi, in particolare dei linfociti
anche andando a studiare la funzionalità midollare, se necessario? Ha già approfondito le indagini per capire se vi fossero alterazioni o malformazioni anatomiche di alcune zone del polmone che potrebbero predisporlo alla raccolta di muco con conseguente sviluppo di batteri? Il bambino soffre o ha sofferto da piccolo di reflusso? Hai mai avuto il sospetto che abbia, anche in passato, potuto inalare un piccolo corpo estraneo? Sono state eseguite ricerche per alcuni microrganismi come clamidia e micoplasma, oppure per i batteri tubercolari, classici o atipici? Per infezioni più rare? Il bambino è allergico o è di costituzione iperreattiva? Vi sono fumatori in casa? Vive in una zona ad alta concentrazione di smog, vicino a fabbriche ad emissioni di sostanze chimiche?

Purtroppo, senza tutti questi chiarimenti e per di più senza poter conoscere e visitare il bambino, posso solo formulare delle domande ma difficilmente sarò in grado di dare delle risposte. L’infettivologo e l’imunologo, assieme al pneumologo sono certamente gli specialisti più idonei a trovare una risposta al problema del piccolo. Purtroppo, però, spesso è necessario molto tempo e capisco come questo possa influire sul carattere del bimbo. L’importante è che i medici che lo hanno in cura non se la prendano comoda e arrivino velocemente ad un orientamento diagnostico aiutati da una buona organizzazione del reparto dove attualmente si trova.

Un caro saluto, Daniela

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