Gentile dottoressa,
sono mamma di quattro figli, due maggiorenni, un’ adolescente e l’ultimo di 23 mesi il quale va al nido da settembre.
Purtroppo a volte non mi vuole lasciare e inizia a piangere irrigidendosi, tremando e urlando. Come mi devo comportare io? Non vorrei che con il passar del tempo covasse del risentimento verso di me, è possibile?
Grazie
Tutti i bimbi piccoli, soprattutto quando ancora parlano male, provano un normalissimo disagio quando vengono allontanati dalla loro mamma e lo dimostrano in vari modi in base al loro carattere e alla loro personalità.
Ma se sei riuscita a sviluppare e a fare maturare un legame affettivo su base sicura con il bimbo il problema si risolverà presto con un po’ di pazienza e senza cedere ogni volta alle richieste del bimbo.
Assicurati che al nido vi sia un ambiente sereno e che le maestre o puericultrici siano comprensive, pazienti ed affettuose con il bimbo; fatti raccontare come si comporta quando lo lasci e quanto tempo ci mette per consolarsi e rasserenarsi, fatti raccontare anche come si comporta con gli altri bimbi, se è socievole, se gioca, se segue le attività di reparto eccetera.
Quando sei a casa con lui riservagli sempre molte attenzioni nonostante la famiglia numerosa e le varie età degli altri tuoi figli, gioca con lui, parla con lui e mostrati sempre serena oltre che determinata.
Crea delle abitudini, dei piccoli spazi durante la giornata dove stare soltanto con lui come se fosse figlio unico e fargli capire che, nonostante il distacco doloroso ma necessario, lui sarà sempre il cocco di mamma e di tutta la famiglia e ci saranno sempre ogni giorno momenti per stare assieme. Quando lo lasci la mattina promettigli una bella sorpresa quando tornerai a riprenderlo, vai a prenderlo sempre tu se puoi e mantieni sempre la promessa che, più che un regalo, dovrebbe essere quella di fare qualcosa assieme tipo andare ai giardini, alle giostre o condividere momenti di gioco proprio con te anche se sono sicura che il bimbo giocherà con gli altri fratelli e non potrà mai sentirsi solo.
Però la mamma resta la mamma.
Un caro saluto, Daniela