Ittero neonatale e sonnolenza

Gentile dottoressa,

la mia piccola Chiara di 23 giorni è risultata affetta da ittero poco dopo le dimissioni ospedaliere (anche se -secondo me – era già gialla al nido dell’ospedale e non si è mai attaccata al seno con voracità, ma è praticamente sempre stata sonnolenta). È stata ricoverata 8 giorni dopo la nascita perché non cresceva e non si svegliava nemmeno per mangiare e appena attaccata al seno si addormentava, mi tiravo il latte ma anche dal biberon faceva fatica.

Al momento del ricovero la bilirubina capillare era di circa 12, è stata idratata tramite flebo ed ho continuato a tirarmi il latte e a darglielo con il bibe. Ci hanno dimesse dopo 3 gg, anche se Chiara continuava a dimostrare sonno e a volte dovevo comunque svegliarla per mangiare altrimenti passavano troppe ore. I medici mi dicevano che tempo qualche gg e la situazione sarebbe migliorata. Ma così non è stato, Chiara si sveglia certo da sola per mangiare (mio latte dal bibe, 6/7 pasti da 100 ml circa), cresce ma continua a dormire tutto il santo giorno, il suo svegliarsi per mangiare è limitato a pochi minuti, dopo di che cade nel suo torpore, non la vedo presente.

Ho insistito con la mia pediatra per un ulteriore controllo, abbiamo rifatto un prelievo e la bilirubina risulta -a ieri- a circa 7; sono tornata dai medici del ricovero ma mi hanno detto di non preoccuparmi perché Chiara comunque cresce e la sua sonnolenza è dovuta alla bilirubina che sta scendendo molto lentamente.

Sono una mamma apprensiva ma mi sembra che l’ittero di mia figlia stia durando da troppo tempo, temo che il suo sonno sia dovuto ad altro, tipo – leggendo da internet – da malattie rare tipo l’encefalopatia da ittero (kernittero) o da malattie genetiche che coinvolgono il fegato. Non so più cosa fare, se ritenermi tranquilla per le rassicurazioni dei medici e imparare ad attendere che Chiara partecipi sempre più alla vita o rivolgermi a qualche specialista o cosa.

Mi aiuti lei per favore.

Grata per l’attenzione, le porgo cordiali saluti.

Laura


Cara Laura,

l’ittero neonatale, effettivamente, dà sonnolenza ma i valori pericolosi che tu tanto temi, sono quelli di una bilirubina libera che supera i 20 mg nelle primissime ore di vita e non certo 12 o 7, come ha tuttora la piccola. Io ho troppe poche notizie della bimba per capire, ma potrebbe trattarsi di ittero da latte materno, dovuto ad alcune sostanze contenute nel latte materno che, per essere metabolizzate attraverso il fegato, devono coniugarsi con determinati enzimi che sono gli stessi necessari per coniugare la bilirubina libera presente nel sangue e poterla poi eliminare sia attraverso le feci che attraverso le urine.

In certi bambini, la digestione del latte materno comporta l’utilizzo di enzimi che non sono quindi più disponibili per il metabolismo della bilirubina: quest’ultima, non essendo coniugata, cioé legata a questi enzimi, non puo’ essere eliminata attraverso urine e feci e si accumula nel sangue e nei tessuti per molto tempo finché gli enzimi stessi non iniziano ad essere prodotti in quantità sufficiente sia per metabolizzare il latte che per coniugare la bilirubina. Un ittero dovuto ad allattamento materno puo’ durare molte settimane e la diagnosi definitiva è data da una prova che non sempre viene consigliata: quella di sospendere per uno, massimo due giorni, il latte materno sostituendolo con latte artificiale. L’ittero dovuto al latte materno, in questo caso, crolla e la diagnosi è certa. Si puo’ allora riprendere l’allattamento al seno e non preoccuparsi più di formulare una diagnosi per questa lunga persistenza dell’iperbilirubinemia. Il latte materno, nel frattempo, si puo’ continuare a tirare e conservare o in frigo o in freezer. Pochi pediatri hanno voglia di fare questa prova per paura di allergizzazioni al latte artificiale e quindi non sarò io a consigliartela, ma visto che già tiri il tuo latte perché la piccola non si attacca, saresti facilitata nela prova. Ti consiglio di dare molto da bere alla bimba, col cucchiaino o col biberon, solo acqua, in modo da stimolare la diuresi e favorire l’eliminazione della bilirubina; eliminazione che sarà definitiva quando vedrai le feci di colore intensamente verde e le urine un po’ più scure del solito. Tutto questo per quanto riguarda l’ittero dovuto ad allattamento materno. Ma le cause di una iperbilirubinemia neonatale prolungata possono essere di altri tipi: ammesso che l’iperbilirubinemia sia di tipo indiretto, cioé che la bilirubina in eccesso sia libera e non coniugata, vi possono essere itteri dovuti ad un eccesso di distruzione dei globuli rossi per malattie emolitiche o incompatibilità di gruppi sanguigni tra madre e bambino, itteri da difetti enzimatici della membrana del globulo rosso che comportano una aumentata fragilità del globulo rosso stesso con conseguente emolisi, itteri da anomalie dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi, itteri da farmaci, da riassorbimento di raccolte ematiche, per esempio se il bambino ha avuto un cefalo ematoma o la frattura della clavicola durante il parto, itteri da pletora, cioè da eccessiva quantità di globuli rossi al momento della nascita, itteri da ipotiroidismo, da stenosi ipertrofica del piloro, da digiuno eccessivo e, in ultimo, itteri da malattie ereditarie che consistono in difetti o mancanza totale o parziale di glucuronil transferasi, che sarebbe l’enzima necessario per coniugare la bilirubina e poterla così fare arrivare al fegato per essere metabolizzata ed eliminata: si tratterebe, in questo caso, di malattia di Gilbert o di Crigler-Najjar tipo II°, visto che il tipo I° è costituito dall’assenza totale dell’enzima ed è cararatterizzato da ittero elevatissimo, oppure altre patologie congenite simili.

La negatività della prova della sospensione del latte materno, cioé la persistenza dell’ittero nonostante il neonato assuma da almeno un giorno latte artificiale, suggerirebbe un approfondimento diagnostico per capire se si è in presenza di uno di questi ultimi itteri elencati. Ma penso che il o i pediatri che seguono la bimba vi abbiano già pensato. Per ora ti consiglio soltanto di farla bere molto e di esporla al sole con quanta più possibile superficie cutanea scoperta (anche a vetri della finestra chiusi). Il pediatra curante, eventualmente, ti suggerirà il da farsi.

Un caro saluto,

Daniela

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