Idrocele

 

Gentilissima dottoressa,

Mi rivolgo a lei e già la ringrazio per il tempo che potrà dedicarmi perché ho bisogno di informazioni circa la cisti del funicolo, per cui devo operare il mio bimbo di 2 anni e mezzo. Nato prematuro, ha risolto l’idrocele che aveva fin dalla nascita, ma è rimasto liquido all’interno del testicolo e mi hanno spiegato che in questi casi si tratta della cisti. So già che a questa età è impossibile che si risolva da sé e che la via chirurgica è la prassi consigliata, ma siccome prima di prendere qualsiasi decisione voglio sapere tutto e non adeguarmi solo alla prassi. Spesso la mia pediatra è così impegnata che non riesco a parlarci neppure a telefono perché è sempre occupata, la capisco, comunque vorrei il parere di un medico.

A giugno l’ho portato dal chirurgo pediatrico al Meyer e ci siamo messi in lista per l’intervento che è in day hospital e dura mi hanno detto circa 20 minuti. Alla prima chiamata a settembre la pediatra mi ha chiesto di farlo rivedere perché la dimensione del testicolo era significativamente ridotta e quasi assente il liquido. Alla 2° chiamata a Ottobre avevamo fatto il vaccino per lo pneumococco e mi hanno detto che non si può operare prima di un mese dal vaccino.

Adesso mi trovo ad avere la visita dal chirurgo fra 2 settimane e nel frattempo il liquido è tornato abbondante perché è da un mesetto che è indisposto fra raffreddori e febbre. È inutile che lo porti dal chirurgo… Mi direbbe le stesse cose! Allora le mie domande sono le seguenti :

1. Può darsi che come per l’idrocele in caso di febbre o virus il liquido aumenti?

2. Cose devo controllare per valutare se è da portare al pronto soccorso in caso di necessita? Il testicolo è più gonfio alla sera che al mattino, comunque non è mai teso. Da sdraiato è più morbido, il colore è normale, ne’ viola ne’ rosso e se lo tocco il bimbo non è minimamente infastidito, non sente male.

3. Che danni si causano se tenendolo sotto osservazione rimando ancora l’operazione? Voglio dire è strettamente necessario operarlo perché può avere problemi gravi oppure posso aspettare che sia un po’ più grande?

La ringrazio anticipatamente per il suo aiuto. Saluti, Alice

Durante la vita fetale, sia nella femmina che nel maschio, su uno dei foglietti di tessuto che formano i vari strati della parete addominale si formano due estroflessioni chiamate diverticoli, uno a destra e uno a sinistra a livello inguinale. Nel maschio, questa estroflessione, incanalandosi nel canale inguinale, accoglie in un certo senso i testicoli che all’inizio della loro formazione si trovano all’interno dell’addome e li accompagna come fosse una sacca nella loro discesa fin nella loro sede definitiva, cioè nella cavità scrotale, per poi obliterarsi del tutto e scomparire salvo nella parte inferiore dove rimane a formare una delle guaine protettive attorno al testicolo stesso.

Questi diverticoli o estroflessioni, nel maschio, vengono chiamati dotti peritonei vaginali, uno destro e uno sinistro, perché prima della differenziazione sessuale l’embrione è comunque femminile e solo in un secondo tempo si evidenziano i caratteri sessuali tipici del sesso maschile. Nella femmina lo stesso diverticolo, chiamato di Nuck anziché peritoneo vaginale, termina a livello delle grandi labbra della vagina che, nel maschio, durante la differenziazione sessuale fetale, saranno destinate a trasformarsi in sacche scrotali.

Quando, dopo avere accompagnato il testicolo nella sua discesa nello scroto attraversando il canale inguinale, il funicolo peritoneo vaginale non si oblitera del tutto, possono succedere due cose: nella cavità si può insinuare un’ansa intestinale e in questo caso si avrà l’ernia inguinale o inguino scrotale, oppure si può insinuare soltanto del liquido sieroso proveniente dal peritoneo e in questo caso, se la raccolta di liquido è circoscritta, si parla di cisti del funicolo, mentre se la raccolta è abbondante tanto da riempire tutta la sacca scrotale, si parla di idrocele.

Molto spesso queste raccolte di liquido si riassorbono da sole con gli anni e, a meno che non siano molto voluminose o impediscano in qualche modo per schiacciamento la normale circolazione sanguigna che va ad irrorare il testicolo o all’interno del dotto peritoneo vaginale rimasto aperto non si insinui un’ansa intestinale provocando un’ernia, non si interviene né tanto meno si interviene fintanto che la cisti del funicolo alla palpazione si mostra di una grandezza simile ad un grosso chicco di uva o una noce, almeno fino al compimento del secondo anno di età.

Nel tuo caso, una raccolta di liquido che non è permanente ma tende a riassorbirsi in posizione sdraiata mi fa pensare ad un idrocele comunicante, cioè ad una raccolta di liquido nel dotto peritoneo vaginale che alla nascita non si è obliterato che scende per gravità quando il bambino è in posizione eretta ma che, comunicando con la cavità addominale, si riassorbe riportando il liquido in cavità addominale di notte dopo ore di posizione sdraiata. La speranza che una cisti del funicolo si riassorba da sola senza bisogno di intervento si può avere quando si nota con il passare dei mesi che la raccolta stessa tende a diminuire in modo permanente o quando essa crea una cisti di dimensioni, come ho detto, non superiori ad una noce o ad un grosso chicco di uva. Negli altri casi non credo che si possa fare a meno del piccolo intervento chirurgico di chiusura del dotto peritoneo vaginale che impedirebbe al liquido peritoneale di defluire costantemente nello scroto.

Non vi è urgenza di intervenire chirurgicamente fintanto che il liquido non è tanto da creare fastidiose tensioni o fintanto che non si creano torsioni dolorose del testicolo o attraverso il dotto peritoneo vaginale ancora pervio non si insinua un’ansa intestinale oltre al liquido creando un’ernia inguinale, però, se la raccolta di liquido fosse grossa, poche sarebbero le speranze di vederla riassorbirsi da sola se questo, in due anni e mezzo, non è ancora successo. La decisione di operare e di quando farlo, però, spetta al chirurgo, non certo a me. La febbre, di solito, provocando una relativa disidratazione transitoria del soggetto, riduce il liquido eventualmente presente nelle sacche scrotali, non vedo il motivo di un suo aumento a meno che non vi sia tosse, in quanto i colpi di tosse aumentano la pressione endoaddominale facilitando la discesa di liquido ed eventuale ernia scrotale. Non devi arrivare ad un intervento di emergenza per ernia strozzata o torsione del funicolo stesso: in entrambe i casi ci sarebbe dolore forte, testicoli duri e dolenti al tatto, eventualmente alterazione del colorito della cute dello scroto, però, ripeto, un intervento di urgenza non è mai come un intervento programmato dove tu puoi scegliere il chirurgo e anche il momento giusto per farlo quando il bambino sta bene.

Pertanto non devi arrivare a tanto e devi deciderti all’intervento, qualora fosse veramente necessario, senza aspettare chissà che cosa. Si pratica in day hospital quindi vuol dire che è praticamente una passeggiata e nemmeno l’anestesia è profonda altrimenti sarebbe necessario un ricovero più lungo di una giornata. Le complicazioni che potrebbero insorgere se non si intervenisse chirurgicamente sono quelle che ti ho elencato prima: possono essere rare o meno rare ma il rischio c’è sempre e siccome l’intervento è minimamente invasivo, non vedo la necessità di aspettare che sia più grande se il chirurgo ti consiglia di farlo ora. Il bimbo, ora, non ricorderà nulla o quasi mentre crescendo potrebbe essere psicologicamente più impegnativo, sempre nei limiti della semplicità della cosa. Quindi il mio consiglio è di toglierti il pensiero se ti viene detto che prima o poi bisogna fare l’intervento.

Un caro saluto, Daniela

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