Episodio di asma e spray con distanziatori

Salve,
sono una mamma di Bologna. Ho due bambini, di 9 e 2 anni.
Il più piccolo ha avuto un episodio a febbraio di asma, non sono state prescritti esami per vedere se era presente qualche allergia.
È stato curato con cortisone e broncodilatatori. Da qualche giorno ha di nuovo la tosse, la stessa di febbraio.
Il pediatra l’ha visitato e mi dice che non ci sono infezioni nelle vie respiratorie ma sente un fischio nei polmoni.
La cura prescritta è quindi aerosol con broncodilatatori (e se arriva la febbre antibiotico!).
Mi sono anche arrivate voci di spray con distanziatori che lavorano molto meglio degli aerosol, me lo conferma?
La mia domanda comunque è: a due anni non si possono fare esami per verificare allergie?
Cortisone e/o broncodilatatori, dati così, "sulla fiducia", non mi tranquillizzano un granché.
Grazie, intanto.

Barbara


Cara Barbara,
gli apparecchi con distanziatore sono comodi e validi sostituti degli apparecchi ad aerosol che non sono mai molto ben accettati dai bambini: però i piccoli devono collaborare, altrimenti il dubbio che non riescano ad inalare la dose corretta di farmaco persiste lo stesso, così come c’è quando si prescrive l’aerosol. Perché una aerosolterapia con distanziatore funzioni perfettamente bisogna che il soggetto impari a fare inspirazioni lente, lunghe e innaturali (circa 7 secondi) per assumere il farmaco nebulizzato, seguite da espirazioni rapide e intense dopo avere trattenuto il respiro per qualche istante (7-10 secondi) per permettere al farmaco di essere assorbito e perché, durante l’espirazione, ne venga rimandato fuori il meno possibile: capisci bene che, a due anni, sarebbe pretendere troppo.
Per quanto riguarda eventuali accertamenti non prescritti, sarei d’accordo anch’io di aspettare: non si sottopone un bambino di due anni, al suo secondo episodio di asma, o quantomeno di broncospasmo, specie se in periodo primaverile, alle analisi.
Non è che non si possa fare, però, anche se si scoprisse che è allergico, magari, a qualche polline, l’unica terapia possibile sarebbe il vaccino specifico che a 2 anni è presto per prescrivere. La crescita migliora molte cose e attenua molte sintomatologie.
Mi sembra, quindi che l’unica cosa da fare sin d’ora sia quella di una corretta igiene ambientale per ridurre acari, polvere di casa, fumo passivo, gatti o animali vari se ci sono, tappeti, moquette, tende troppo voluminose e difficili da lavare spesso, troppi peluche in camera, coperte di lana o piumoni o cuscini di lana o di piume.
Poi, la solita aria di mare come cura intensiva per tutti i mesi caldi (il più possibile mare di scoglio) e rivalutazione del problema dopo il compimento del terzo, se non quarto, anno di vita, età in cui la terapia specifica con vaccini desensibilizzanti può essere iniziata, se proprio necessario.
Di conseguenza mi sembra logico posticipare anche le ricerche allergologiche perché le cose, stagione dopo stagione, possono sempre cambiare in un bambino così piccolo, soprattutto se non vi è famigliarità per allergia. Considera inoltre che, nei bambini di due o tre anni, le cause di asma unicamente di origine allergica e non infettiva (qualsiasi banale virus delle prime vie respiratorie può dare, in un bambino predisposto, crisi broncostruttive) sono solo un terzo di tutti gli episodi di broncospasmo, il che vuol dire che 2/3 dipendono da una qualche infezione e non da specifica allergia, dove virus e batteri si comportano come degli allergeni. 
Per quanto riguarda l’uso dei distanziatori per la terapia locale dell’asma, certo, rispetto agli spray pre-dosati che richiedono una perfetta coordinazione tra l’erogazione del puffo di farmaco e l’inspirazione, con il distanziatore questa perfetta coordinazione non è strettamente necessaria perché, una volta erogato, il farmaco resta nell’ampolla del distanziatore e non si perde nell’aria come con gli spray predosati. Tuttavia fino a circa 4-6 anni il modo migliore per praticare l’aerosol a un bambino resta sempre il tradizionale apparecchio pneumatico (meglio ancora di quello ad ultrasuoni dove spesso le onde d’urto degli ultrasuoni rompono le molecole del farmaco e possono inattivarlo) con applicazione di mascherina.
Il farmaco va predosato e posto nell’ampolla dell’apparecchio e diluito uno a 3, cioè una parte di farmaco e tre di soluzione fisiologica e fatto respirare al bambino con mascherina, anche in più tempi se il piccolo non collabora e anche un po’ sovradosato per tenere conto degli inevitabili sprechi quando il bimbo non respira. Il distanziatore è pratico perché evita l’apparecchio rumoroso e ingombrante ma non è ottimale nei bambini molto piccoli.
Un caro saluto,
Daniela

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