Controlli sul neonato in seguito a profilassi antibiotica per streptococco beta emolitico

 

Buongiorno Dottoressa,

la mia è un’ansia che mi avvolge da quando ho partorito Francesco il 20/12/2008 alla 32a settimana, quindi prematuro, in quanto sono risultata positiva allo streptococco beta emolitico e durante il travaglio, esattamente 4 ore prima di partorire, ho eseguito il trattamento antibiotico con amplicillina (Amplital).

A questo punto i neonatologi, su mia richiesta, mi hanno detto che non c’era bisogno di effettuare il controllo sul bambino perché l’antibiotico è sicuro al 100%, ma a riguardo mi sono pervenuta voci contrastanti, in quanto in altri ospedali in zona, controllano l’eventuale infezione del neonato anche se la mamma ha fatto l’antibiotico.

Mi domando quindi se devo continuare a preoccuparmi o devo fare come mi ha detto anche la pediatra e cioè di stare tranquilla visto che i sintomi da contagio streptococco si avvertono subito dopo la nascita ed il mio bambino tra qualche giorno compie un mese di vita e sembra abbastanza vitale.

La prego, mi dia un consiglio, soprattutto per la salute del mio bambino, cercando di eliminare tutti i miei dubbi.

La ringrazio anticipatamente e ne approfitto per augurarLe Buon Anno.

Io, come neonatologa e come pediatra, faccio parte delle voci contrastanti e avrei preferito che, nonostante la profilassi antibiotica che ti è stata praticata, anche al bimbo, nelle prime ore di vita, fossero stati praticati tutti gli accertamenti del caso: quantomeno un emocromo, una Pcr e tutti i tamponi batteriologici.

Escluse alcune gravissime forme di sepsi fulminante da streptococco beta emolitico gruppo B, che possono insorgere in un neonato talmente precocemente e repentinamente da non dare nemmeno il tempo alle risposte delle analisi di arrivare in reparto, benché il prelievo sia stato fatto tempestivamente (poche ore bastano, infatti, in certi casi, per mandare al creatore un neonato affetto da sepsi da SBEGB, cioè streptococco beta emolitico gruppo B), in linea di massima, un bambino contagiato manifesta i sintomi, nel 50-90% dei casi tra i 10 ed i 30 giorni dopo il parto, ma una percentuale non trascurabile (20-30%) di neonati può incorrere nella così detta sepsi tardiva, con sintomi che compaiono nell’arco del secondo mese di vita.

Una iniezione di antibiotico a scopo profilattico almeno 4 ore prima della nascita, cioè in travaglio, in un bambino prematuro nato per via vaginale, statisticamente è ben protettiva, certo, ma ciò non toglie che alcune analisi di base, al neonato, sarebbe stato, a mio avviso, più prudente farle. A questo punto, che dire? Meglio tenere il bimbo sotto controllo per alcune settimane ancora e, se non vuoi praticare analisi, almeno che il comportamento generale del bimbo, il colorito, la sua attività respiratoria, il suo comportamento neurologico, la temperatura e, complessivamente, il suo stato generale siano ben sorvegliati fino alla fine del secondo mese di vita, ben ricordando, comunque, che una buona profilassi è stata comunque fatta e che non è certo il caso di seminare un terrore ingiustificato.

Un caro saluto, Daniela

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