Cisti ovarica

Gent. dott.ssa
attualmente sono alla 34 settimana di gestazione. All’ecografia di accrescimento fatta a 30 SG è stata riscontrata “formazione liquida settata a margini regolari delle dimensioni di 37x27x18 in campo annessiale sinistro compatibile in prima istanza con cisti ovarica”. Abbiamo fatto altri controlli che sembrano confermare che sia una cisti ovarica, non ha variato in questo mese nè di dimensioni nè di aspetto. Ci hanno prospettato la possibilità che ci sia stata una torsione ovarica ma non riescono a confermarlo. Alla fine i medici ritengono che si possa arrivare a termine di gravidanza e valutare la questione dopo la nascita. Lei che ne pensa? C’è qualche possibilità che, quando nasce, la cisti si riassorba? Sarebbe necessario che venisse “punta e drenata” subito o si può attendere qualche giorno?
La ringrazio per la sua risposta




Le cisti ovariche sono delle neoformazioni piuttosto rare da riscontrarsi in epoca fetale (più o meno un caso ogni 20.000 gravidanze di feti femmina). Si ritiene che la loro formazione dipenda dall’influsso di ormoni sia materni che fetali: estrogeni materni, HCG placentare e gonadotropine fetali stimolano, cioè, la fase follicolare dell’ovaio fetale determinando la formazioni di cisti chiamate, appunto, follicolari, visibili più o meno solo attorno alla 28°, 30° settimana di gestazione o poco più. Dopo la nascita, perste ancora per due settimane l’azione di tali ormoni per poi diminuire gradatamente inducendo, di conseguenza, una riduzione fino alla scomparsa, di almeno il 50% delle cisti osservate in epoca fetale. Pertanto, l’atteggiamento post-natale di pediatri e chirurghi è quello di attendere prima di intervenire, continuando a seguire la cisti con ecografie periodiche per valutare le variazioni di dimensioni e di aspetto e, in casi particolari, con tac o risonanza magnetica, nei casi che pongono alcuni dubbi. Bisogna, infatti, essere sicuri che la diagnosi di cisti ovarica sia quella giusta, perché altre neoformazioni potrebbero inizialmente avere lo stesso aspetto: per esempio una cisti o pseudocisti meconiale, una cisti mesenterica, ecc..
I rischi che possono insorgere in caso di cisti ovarica in un neonato sono costituiti essenzialmente dalla sua possibile torsione che porterebbe con se la torsione degli annessi ovarici e un ostacolo importante al flusso sanguigno e linfatico dell’ovaio che potrebbe avere conseguenze anche gravi come necrosi, emorragia, infezione, ecc. e, nel tempo, anche escludendo questi rischi gravi e acuti, potrebbe portare aderenze, infertilità, dolore pelvico cronico. Le cisti cosìdette semplici, cioè a contenuto liquido e con dimensioni inferiori a 4-5 cm, se asintomatiche, vengono solo monitorate nel tempo perché hanno una altissima probabilità di regredire spontaneamente nei primi 6 mesi di vita. L’intervento chirurgico di rimozione si impone, invece, se la dimensione della cisti è troppo grande, se tende alla torsione oppure se l’aspetto ecografico pone dei dubbi di possibile trasformazione maligna della stessa oppure se il dosaggio dei markers tumorali come l’alfa feto proteina risulta alterato. In epoca pre o perinatale, però, il rischio di trasformazione maligna di una cisti ovarica è praticamente nullo.
In conclusione, date le dimensioni attuali della cisti riscontrata nel feto e data l’età gestazionale, non vi sono indicazioni per intervenire in nessun modo. Dopo la nascita della bimba, si valuterà il problema nei primi mesi in base al risultato delle ecografie alle quali, suppongo, verrà sottoposta periodicamente fintanto che la neoformazione non sarà scomparsa. Un caro saluto, Daniela

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