Cianosi da spasmi affettivi?

Buongiorno Dottoressa,
mio figlio ha da poco compiuto un anno e presenta da quando aveva 3 mesi episodi di cianosi.
Inizialmente dovuti ad un reflusso gastroesofageo, che con lo svezzamento e cure appropriate è andato a scomparire (gli è rimasta la tendenza ad avere una digestione più lunga e episodi di "acidità"); ora il pediatra mi ha detto che gli episodi di cianosi sono semplicemente spasmi affettivi, ma vorrei avere delle informazioni in più al riguardo.

È vero che la causa scatenante è sempre il fatto che vorrebbe qualcosa che non gli viene data perché magari non lo capiamo subito (all’inizio dello svezzamento succedeva spessissimo mentre mangiava), ma all’inizio del pianto espelle tutta l’aria senza riuscire poi a riprenderla; insomma è come se perdesse il "controllo della situazione".

L’unica soluzione è aspettare, magari soffiandogli in viso, ma passano sempre quegli "interminabili secondi" e, quando  si riprende, è madido di sudore, si rilascia senza perdere coscienza e a volte la pipì fuoriesce dal pannolino.
Cosa possiamo fare per evitare questi momenti, che, per fortuna non sono così ravvicinati nel tempo?
Grazie,
Alessandra

 


 

Cara Alessandra,
ho già affrontato l’argomento degli spasmi affettivi in occasione della risposta ad un’altra mamma con lo stesso tuo problema, alla quale ti rimando per non ripetermi. Francamente mi sfugge il nesso tra gli spasmi affettivi – che sono, come tu sai, una risposta emotiva di stampo vagamente isterico ad una frustrazione o al mancato raggiungimento di uno scopo che il bambino vuole ottenere – e il reflusso gastroesofageo, comune a molti bambini sotto l’anno di vita e praticamente indipendente da situazioni emotive se non fosse per il frequente riscontro di questo problema in bambini che si suppone abbiano vissuto problematiche stressanti anche a partire dalla vita intrauterina (gravidanze problematiche sia dal punto di vista del decorso clinico come la gestosi, sia dal punto di vista psicologico materno).
Stati di nervosismo e tensione continua posso anche essere dovuti ad allergie o intolleranze alimentari, ma il nesso tra queste varie patologie e gli spasmi affettivi non riesco a trovarlo con chiarezza.
Ci sono bambini che non tollerano per temperamento nessuna frustrazione: non aspettano il mangiare quando hanno fame, non sopportano i rimproveri quando ricevono i no che non è possibile non dire in situazioni non tollerabili o pericolose, sono incapaci di consolarsi da soli se non dopo molto tempo e molte tragedie. Spesso questi bambini hanno sofferto di coliche da piccoli o soffrono di problemi legati al sonno o all’addormentamento. Sono bambini molto impegnativi e molto difficili da gestire. Per questo, spesso, si cede alla tentazione di accontentarli il più possibile e al più presto e si tende a viziarli anche senza volerlo. Il circolo vizioso è quindi facilmente creato e più si avvicina l’età dei primi capricci e dei primi no (secondo e terzo anno) più la vita si fa dura.
Che fare allora?
Con un po’ di buonsenso la soluzione arriva da sola. Prima di tutto vanno escluse tutte le patologie organiche che possono manifestarsi con i sintomi presentati dal tuo bambino: non conoscendolo e non avendo assistito di persona ad una delle sue crisi ti direi pure di farlo visitare da un neurologo per escludere che si tratti di equivalenti convulsivi visto che mi dici che perde molta pipì quando si rilassa dopo l’episodio di cianosi (il riflesso di svuotamento della vescica è comunque fisiologico dopo un certo lasso di tempo trascorso in condizioni di asfissia o in carenza relativa di ossigeno).
Risolto ogni dubbio con l’elettroencefalogramma, io adotterei un compromesso tra l’atteggiamento indulgente che dà credito e rispetta l’impazienza del bambino e l’atteggiamento un po’ distaccato e più autorevole teso a minimizzare il problema quando si pone (nessuna soffiata sul viso o altre manovre inutili, solo attesa tranquilla della fine della crisi senza intervenire), molta comunicazione con il bambino giocando insieme a lui, inventando favole, leggendone altre, facendolo distrarre con pensieri che lo portino "fuori" da se stesso ad incontrare il mondo e ad interessarsi di tutto quello che succede attorno a lui, partecipando con lui a tutte le nuove scoperte come se si fosse tornati bambini.
Responsabilizzarlo, insomma, anche se è ancora molto piccino.
Una medicina non più tanto moderna tentava, in questi bambini, un trattamento a base di integrazione con  calcio e vitamina D che ne favorisce l’assorbimento, sapendo che il calcio interviene in tutti i processi legati all’eccitabilità nervosa (dal punto di vista neurologico non psicologico).
Se il tuo bimbo tende ad essere anche lievemente ipertonico, tarda a lasciare andare una cosa dalle mani quando la stringe, era ipereccitabile con tremori anche spontanei agli arti nei primi mesi di vita, ha riflessi tendinei un po’ esagerati, si puo’ anche tentare questa innocua terapia per alcuni mesi, altrimenti bisognerebbe analizzare la sua calcemia e più precisamente la concentrazione del calcio ionizzato nel siero del suo sangue che è altra cosa dalla calcemia totale.
Più precisa, non conoscendolo, purtroppo non posso essere, non conoscendolo più di tanto. Se si tratta sicuramente di spasmi affettivi, essi troveranno comunque una soluzione attorno all’età scolare se non prima. 
Un caro saluto,
Daniela

 

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