Cambio di città e il bimbo si ammala: per quale motivo?

Gentile dottoressa,

sono una mamma di un bimbo di due anni e cinque mesi, abitiamo in Lombardia. Circa tre volte l’anno torniamo in Sicilia dai parenti per quindici giorni e ogni volta il mio bambino si ammala: la prima volta tonsillite, la seconda gastroenterite e febbre, l’ultima volta stomatite herpetica.

Le scrivo perché si avvicina il giorno dell’ennesima partenza e sono preoccupata. Secondo un suo parere le circostanze cui faccio riferimento possono dipendere da un problema di clima, aria, etc. o perché povero di anticorpi (anche perché si rifiuta di mangiare frutta)?

La ringrazio anticipatamente.

cordiali saluti


Bisognerebbe capire se il bimbo ha i primi segni di malattia appena arriva in Sicilia oppure se si ammala durante il soggiorno o al ritorno.

Se i primi sintomi compaiono uno, massimo due giorni dopo il suo arrivo in Sicilia, probabilmente si tratta di una malattia contratta prima della partenza che era già in incubazione; se si ammala durante il soggiorno o al ritorno, il contagio, con tutta probabilità, avviene in Sicilia.

Cambio di ambiente, di clima, di persone con le quali viene a contatto, magari più numerose di quelle che frequenta a casa sua, ambienti più affollati, in un bambino, magari, ancora un po’ stressato dal viaggio, possono costituire un motivo di maggiore facilità di rottura di quel delicato equilibrio che viene comunemente chiamato salute, però non dimentichiamoci che il bimbo non ha nemmeno tre anni e il suo sistema immunitario è ancora immaturo: la probabilità di malattie frequenti e subentranti, soprattutto se frequenta altre persone, magari bambini anche loro malati o portatori, sarebbe alta comunque e la coincidenza con la permanenza in Sicilia, solo una pura casualità.

Un bambino in età prescolare, specie nella fascia di età 0-3 anni, può ammalarsi anche dalle sei alle otto volte all’anno (qualche volta di più se frequenta l’asilo) senza che questo costituisca motivo di preoccupazione.

Io non mi preoccuperei più di tanto, cercherei di fargli fare uno o due cicli di vitamine C e A oltre che D, darei dei probiotici con regolarità e, volendo, anche una preparazione a base di propoli, benché evidenze scientificamente documentate della sua efficacia, a tutt’oggi, non ve ne siano tante e cercherei le modalità meno faticose per intraprendere questo lungo viaggio (lungo per il bimbo, s’intende).

Un caro saluto,

Daniela

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