Bambina irrequieta da quando non prende più latte materno.

Salve dottoressa e la scrivo perché da quando ho smesso di allattare la mia piccola al seno lei ha cominciato ad avere questi attacchi di quasi schizofrenia. Questi suoi momenti di irascibilità ci sono anche durante il giorno quando non ottiene ciò che vuole soprattutto se poi siamo in luoghi affollati anche per esempio sulla supermercato o nella sala d’attesa del pediatra.

Lei al momento non assume nessun tipo di latte fatta eccezione qualche volta con dei biscotti. Le scrivo dunque per capire se è una fase normale o se devo preoccuparmi e anche per sapere come devo comportarmi. Nell’attesa di una risposta le auguro buona giornata


 

bambina irrequietaNon mi precisi l’età della bimba e quali modalità hai attuato per sospendere l’allattamento al seno. Non so se sia stata una sospensione graduale dovuta a scarsità di latte o brusca dovuta, per esempio, ad una mastite o alla ripresa del lavoro.

Non so nemmeno come sia stato condotto l’allattamento nei mesi precedenti.

Generalmente i bambini che armano queste crisi isteriche ad ogni minima frustrazione, da una parte tendono a volere attrarre l’attenzione su di sé in ogni momento e dall’altra a non tollerare o ad avere una soglia molto bassa di tolleranza alle frustrazioni quando gli si nega qualcosa che credono di volere a tutti i costi. Questi bambini, a volte, ricevono cure e attenzioni in modo ambivalente: certe volte sono coccolati e anche, forse, viziati, mentre altre volte ricevono dei “no” un po’ bruschi e frettolosi ad una richiesta, magari troppo pressante, ma del tutto simile a quella che in precedenza aveva suscitato attenzione consensi e benevolenza.

Questo tipo di comportamento suscita nervosismo e frustrazione nel genitore e in chi accudisce il bambino, genitore che, forse, nei mesi precedenti, è stato fin troppo accondiscendente e protettivo e che, di punto in bianco, visto l’eccessivo spazio che il bambino comincia a prendersi quando cresce, si vede costretto a cambiare atteggiamento senza, a volte, mettere in campo l’autorevolezza che vorrebbe. In questi casi, il genitore che accudisce il bambino dovrebbe riflettere su eventuali errori commessi in precedenza, sulla presenza, a volte, per stress o stanchezza, di atteggiamenti ambivalenti, di relativa incapacità, nei momenti di maggiore stanchezza, di entrare in sintonia con i reali bisogni del suo bambino.

Le crisi di rabbia, nei bambini piccoli che non parlano ancora, sono energie accumulate o in eccesso che devono essere scaricate in qualche modo e che la mamma deve imparare a contenere mantenendo a sua volta il più possibile la calma e il giusto equilibrio tra lasciare al bambino il tempo di sfogarsi senza cedere alla tentazione di mettere a tacere il capriccio troppo presto con eccessive concessioni o eccessive repressioni e, una volta sfogata la fase più acuta del capriccio o della crisi, cercando di ascoltare i suoi bisogni gratificandolo con un atteggiamento rassicurante ed empatico con fare calmo senza entrare in competizione con lui giocando a chi grida più forte.

Bisogna poi sempre ricordare che un bambino che strilla forte è, in fin dei conti, un bambino che inconsciamente crede di non essere sufficientemente ascoltato e capito. Potrebbe essere un bambino insicuro, ansioso, accudito in modo molto protettivo, al quale possono essere state negate alcune esperienze importanti per la sua crescita psicologica armoniosa.

Naturalmente non so nulla della bimba e quindi i miei ragionamenti sono del tutto generici e non possono essere riferiti al caso specifico ma spero almeno di avere detto qualcosa che stimoli una riflessione.

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