A tre anni vuole mangiare solo minestrine

Gent.dott.ssa,
sono la mamma di un bambino che a fine giugno compierà 3 anni.
È molto vispo, anche troppo, e fondamentalmente sta bene, anche se la sua crescita è sempre stata costante, ma poca. Ora sfiora i 13 kg ed è alto cm.95.
Il suo problema, anzi il mio, è che tranne biscotti, caramelle, pizza e prosciutto crudo, non mastica nulla ed i suoi pasti sono ancora legati alle minestrine con pastina formato piccolo (puntine e gemmine) con aggiunta di omogeneizzati.
La cosa mi preoccupa, anche se mia madre mi racconta che anch’io da piccola, fino a sei anni, mangiavo solo minestre.
Cosa pensa lei della situazione? E per il peso c’è da preoccuparsi?
Distinti saluti

Da preoccuparsi proprio non credo, da cercare di cambiare le abitudini alimentari, dipende dalla voglia, dalla pazienza, dalla costanza e dal metodo di chi gli prepara e gli dà da mangiare. Se il bimbo mastica la pizza, non c’è motivo di pensare che non abbia ancora maturato la coordinazione motoria necessaria alla masticazione: allora può essere un problema di pigrizia mentale, assecondato, magari, da qualche vizietto extra pasto.
La prima cosa che farei è la sospensione immediata degli omogeneizzati, che a 3 anni sono veramente ridicoli. Se dovesse rifiutare la carne come sapore diverso da quelli ai quali il piccolo è abituato, per un po’ può mangiare legumi, formaggio e prosciutto, nonché uovo e pesce e non morirà certo di fame né avrà carenze di nessun tipo.
Tolti gli omogeneizzati, andranno poi eliminati i fuori pasto, che diventeranno un premio e una gratificazione solo ed esclusivamente se imparerà a masticare come si conviene alla sua età e a mangiare, pur nel rispetto dei suoi gusti individuali, come un bambino di tre anni.
Se si rifiuta e fa capricci, si può modificare un po l’atteggiamento, ma mai al 100%, assecondandolo in tutto e per tutto, al massimo al 50%.
Non trovando alternative, dopo alcuni giorni di capricci ostinati, la fame si farà sentire e farà scendere il bimbo a più miti propositi. Non so se il bambino, di giorno mangia alla scuola materna, ma se non lo fa, non sarebbe male pensare di iscriverlo a mensa, oppure, al massimo, non andare oltre il prossimo anno per farlo: con i compagni più maturi di lui saprà come non rimanere indietro. È vero, i bambini prima o poi maturano tutte le loro funzioni e com’è quasi impossibile trovare un adulto che fa ancora la pipì a letto, è altrettanto raro vedere un adulto che mangia omogeneizzati, però le tappe di crescita seguono delle regole, se non vi sono motivi di forza maggiore e spesso, assecondare troppo i bambini oltre ad un periodo considerato ragionevole, può portare comunque ad abitudini distorte, in questo caso, nei confronti del cibo.
Se un bambino, almeno in una acquisizione, stenta a crescere ed è portato a comportarsi con modalità fissate su schemi comportamentali superati, va aiutato a crescere e a cambiare, non va troppo assecondato adottando un atteggiamento passivo e consenziente: il bambino stesso sarà il primo a non giovarsene, anche quando per lui sembra doloroso sforzarsi di cambiare abitudini. Un buon genitore deve anche saper dire di no senza avere paura delle conseguenze che questi no possono portare.
Per quanto riguarda la crescita, pur essendo piuttosto snello, mi sembra che il bimbo sia perfettamente nella norma e per nulla denutrito: su questo non c’è proprio di che preoccuparsi.
Un caro saluto,
Daniela

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