A 19 mesi non cammina

Carissima dott.ssa. sono particolarmente giù perché la mia piccola di 19 mesi ancora non cammina. Un mese fa è stata visitata da un fisiatra e secondo lui è solo questione di tempo. Ma quanto? Io sono sempre più preoccupata..gattona, si solleva attaccandosi al divano, ai mobili, al letto e di muove solo aggrappandosi. Se provo a lasciarla da sola lei chiude immediatamente gli occhi per paura di cadere. E’ alta circa 80 cm per 11 kg. E’ una bellissima e dolcissima bambina e mi fa male non vederla ancora camminare. La rivedranno fisiatra e fisioterapista il 1 di febbraio se fino ad allora non dovesse camminare. C’è qualcosa che posso fare per aiutarla? Grazie di cuore.Patrizia

 

 

Un lattante, di solito, sperimenta i primi passi, incerti ma senza appoggio, attorno all’anno di età. Però la variabilità è molto ampia e, solitamente, non ci si deve preoccupare almeno fino ad un anno e mezzo se questo non avviene. Quello che è soprattutto importante valutare, oltre al fatto che l’esame neurologico generale del bimbo sia normale, incluso il tono muscolare, sono tre o quattro parametri: primo, quali sono stati i tempi delle varie tappe dello sviluppo sia motorio che psichico, cioè quando ha tenuto la testa dritta, quando è stato in grado di stare seduto in equilibrio, quando ha iniziato a gattonare, quando ha iniziato a tirarsi su in piedi da seduto con le sue proprie forze aggrappandosi a qualcosa ma senza aiuto del genitore e così via… Un ritardo in una qualsiasi di queste acquisizioni porta con sé un ritardo in tutte le altre. Secondo punto: è importante valutare che, settimana dopo settimana, il bimbo progredisce nelle sue capacità motorie, cioè esegue sempre più speditamente i movimenti e le acquisizioni motorie alle quali è giunto fin’ora anche se non sembra fare ulteriori progressi: ogni bambino matura neurologicamente con i suoi tempi e l’importante è, non solo non fare paragoni con altri bambini o con i fratelli maggiori. Terzo: cercare di sapere a che età i genitori hanno camminato (vi è familiarità nelle modalità di sviluppo psicomotorio) e valutare, come ho già detto, se le precedenti tappe sono state acquisite anch’esse con ritardo o meno (per esempio a sei mesi e mezzo non stava ancora seduto bene, a 10 mesi gattonava ancora goffamente, ecc.) Quarto punto: evitare di essere troppo protettivi o facilitanti o, al contrario, troppo insistenti nel cercare di far fare al bimbo quello che ancora non sa o non può. Uno o due mesi di osservazione lasciando il piccolo libero di muoversi come vuole e come può, non soccorrendolo troppo quando cade o quando è in difficoltà, non tenendolo a lungo in braccio, eliminando le facilitazioni come il box o, peggio ancora, il famigerato girello e incoraggiandolo quando riesce nei suoi intenti oppure assecondandolo se desidera camminare con un appoggio ma dandogli come appoggio il manico di una cariola con le ruote e non più sempre la mano del genitore permetteranno di valutare i progressi che, più che le acquisizioni che un genitore desidererebbe vedere nel bimbo, sono i reali parametri di valutazione del suo corretto sviluppo. Un caro saluto, Daniela

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