A 6 anni già 13 tonsilliti da streptococco: è stato sbagliato curarla con gli antibiotici?

Gentile dottoressa, ho letto la sua risposta ad una mamma preoccupata per il figlio (streptococco) e sono rimasta un po’ destabilizzata: a me la pediatra ha sempre prescritto antibiotico per 10 giorni anche le rare volte in cui lo streptococco si è manifestato asintomatico. Mia figlia ha 6 anni e dai 3 anni ha avuto finora 13 tonsilliti da streptococco accompagnate spesso, ma non sempre, da febbre, mal di gola e dolori articolari. Siamo in lista d’attesa per la tonsillectomia, ma spero sempre nel miracolo…. Ho dunque sbagliato in questi anni a somministrare sempre antibiotici? Lei parla di non darlo quando è asintomatico, ma a me è stato detto in realtà che lo streptococco può essere subdolo…. Sono confusa e stanca perché allo stato attuale una medicina preventiva nei confronti di questo batterio non esiste e questo è disarmante. …
La ringrazio
Cordialmente Francesca

Avere 13 tonsilliti in 3 anni, in fondo, significa averne avute in media 4 all’anno: non sono poche ma nemmeno una quantità fuori dal comune nella fascia di età prescolare. Essere portatore sano di streptococco significa non avere sintomi del tutto pur in presenza di streptococco in gola.

Ora, non so se il tuo pediatra ha creduto di eseguire il tampone faringeo anche in momenti in cui la piccola stava bene ma certo è che se accusava mal di gola e/o dolori articolari anche in assenza di febbre, del tutto asintomatica non era. Vi sono innumerevoli ceppi di streptococco e questo batterio deve essere temuto solo per alcune complicazioni, del resto non troppo frequenti, che possono insorgere solo a determinate condizioni. In particolare mi riferisco alla malattia reumatica e alla glomerulonefrite acuta post streptococcica.

La prima è più temibile, la seconda, anche se impegnativa, nell’infanzia regredisce solitamente senza esiti. Entrambe le complicanze, per manifestarsi, hanno bisogno di due condizioni coincidenti: lo streptococco in questione deve appartenere ad un determinato ceppo e non ad altri e deve essere presente sulle tonsille di un soggetto predisposto dal punto di vista immunologico a sviluppare una reazione autoimmune in presenza del batterio.

Senza la coincidenza di questi due fattori non ci sono complicazioni particolari da temere in seguito alla presenza di uno streptococco in gola o sulle tonsille di un bambino. Ora, è ovvio che il semplice tampone faringeo, che sia quello a risposta rapida che effettua il pediatra in ambulatorio o quello tradizionale del laboratorio analisi, non tipizza gli streptococchi quindi non stabilisce se si tratta di un ceppo potenzialmente pericoloso per le sue conseguenze autoimmuni, ma la tendenza a sviluppare reazioni autoimmuni in seguito ad infezioni streptococciche solitamente è ereditaria quindi, se in famiglia vi sono stati altri casi di malattia reumatica o di nefrite acuta, specie se post streptococcica, se il soggetto è cardiopatico o portatore di una malformazione cardiaca specie se valvolare, meglio profilassare comunque il bambino con streptococco in gola con antibiotico oppure prescriverlo anche in assenza di sintomi importanti.

Ma nel caso di un bambino sano con anamnesi familiare negativa per malattie autoimmuni o reumatismo articolare acuto o altre patologie simili, la presenza di streptococco sulle tonsille rilevata occasionalmente senza che vi siano sintomi di infezione acuta come febbre, placche in gola, dolori, malessere generale, ecc. non giustificherebbe la somministrazione di antibiotico ma un semplice controllo del bambino nei giorni successivi. Gli antibiotici ai quali è sensibile lo streptococco, infatti, sono solitamente ad ampio spettro, il che significa che possono essere attivi anche contro molti altri batteri occasionalmente presenti sulle tonsille uccidendoli o neutralizzandoli.

Non sempre questi batteri sono patogeni e non sempre vengono neutralizzati completamente. Quelli non neutralizzati completamente possono modificare il loro corredo genetico e trasformarsi nei temibili batteri resistenti agli antibiotici, mentre altri batteri sensibili all’antibiotico somministrato scompaiono sovvertendo l’equilibrio della flora batterica presente sulle tonsille rendendo così la vita più facile ad altri batteri nuovi o meno nuovi che possono svilupparsi a causa della loro resistenza agli antibiotici.

Questa è la temibile conseguenza dell’abuso di terapie antibiotiche con antibiotici a largo spettro che suggerisce al medico e al pediatra in particolare di prescrivere con molta attenzione e oculatezza l’antibiotico nei bambini. Nel caso dello streptococco, poi, si sa che molti bambini lo ospitano sulle loro tonsille soprattutto in inverno quando frequentano aule scolastiche o di asilo chiuse e affollate di coetanei e si sa anche che i bambini in età prescolare si ammalano più spesso, ma nell’80% dei casi o poco meno, si tratta di infezioni virali e non batteriche che purtroppo hanno sintomi simili a quelle batteriche, almeno all’inizio.

Quindi è facile che un bambino con febbre e mal di gola sia affetto da semplice influenza, abbia le tonsille infiammate e, occasionalmente, lo streptococco in gola senza che sia, in quel momento, l’agente patogeno responsabile della febbre. Capirlo con certezza è quasi impossibile, quindi si è tentati di prescrivere l’antibiotico per prudenza, ma ci si può sbagliare. La situazione va quindi valutata caso per caso, tenendo presente sempre che non succede proprio nulla se si inizia una terapia antibiotica con alcuni giorni di ritardo quando non si è certissimi che la febbre o i sintomi lamentati dal bambino siano dovuti a infezione batterica o streptococcica.

Questo intendevo dire quando raccomandavo di non trattare con antibiotico i bambini portatori sani di streptococco: una esortazione a riflettere molto bene prima di prescriverlo indiscriminatamente e una esortazione a non pensare automaticamente che un bambino con febbre e tonsille infiammate che ha sofferto in precedenza di tonsillite streptococcica che presenta nuovamente febbre dopo alcune settimane sia per forza affetto da una ulteriore infezione streptococcica anche se si sa che in alcuni casi lo streptococco recidiva e lo fa ad intervalli piuttosto regolari.

Non esiste profilassi per le infezioni dovute allo streptococco ma solo periodici allontanamenti da luoghi affollati e chiusi, aria pure, assenza di fumo in casa, molto mare in estate e un controllo periodico dall’otorino per valutare lo stato reale delle tonsille anche quando non presentano infiammazione acuta.

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