Cataratta

 

Buongiorno.

Sono mamma di un bambino operato a otto mesi da cataratta congenita bilaterale. Adesso ha un anno. Porta le lenti a contatto al silicone con grande fatica, continua mettersi le mani negli occhi. Ne ho già perse tre, ogni volta per farne richiesta all’Asl è una tragedia (l’ultima volta mi hanno chiesto di allegare la denuncia dei carabinieri). Attualmente sta facendo fisioterapia per ritardo motorio, ancora non si regge in piedi, non sta seduto da solo, è tutto su un mondo suo.
Cosa posso fare di più per il mio cucciolo, come sarà il suo futuro? Avrà una vita normale? Ci sono altri casi come il mio?

Ringrazio in anticipo.

Mamma disperata.

Gentile signora,

innanzitutto desidererei tranquillizzarla; la cataratta congenita è una condizione molto più frequente rispetto a quanto si possa immaginare. La lente a contatto rappresenta un ausilio fondamentale per lo sviluppo visivo dei bambini che ne sono affetti. Infatti permette di fornire a livello cerebrale delle immagini molto più nitide di quelle che verrebbero fornite da un occhiale. Normalmente la lente viene indossata dal bambino in maniera continuativa e la manutenzione viene effettuata inizialmente dall’applicatore e poi, dopo un periodo di familiarizzazione, dai genitori.

La lente deve essere gestita da personale altamente qualificato, vista la complessità dell’applicazione. Non è infatti solo importante applicare la lente, ma bisogna soprattutto valutarne il "fitting" sulla cornea (cioè come "veste") e l’interazione con le strutture oculari del piccolo paziente ed eventualmente apportare modifiche per salvaguardare la salute dell’occhio applicato. Saranno per cui indispensabili rigorosi controlli ad intervalli regolari.

La lente a contatto rappresenta pur sempre un corpo estraneo che, visto l’utilizzo continuato, tenderà normalmente a creare delle minime irritazioni a livello della congiuntiva; questo giustifica la tendenza dei bambini a "toccarsi" gli occhi costantemente e a stropicciarli. Durante le ore di veglia i genitori o chi per loro devono cercare di dissuadere il bambino evitando tale atteggiamento; purtroppo normalmente la lente viene espulsa dall’occhio durante le ore di sonno.

Il percorso riabilitativo visivo prevede anche l’occlusione con il tampone per stimolare lo sviluppo della funzione visiva e ridurre il più possibile la deprivazione causata dalla cataratta nei primissimi mesi, epoca di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’abilità visiva.
In numerosi casi l’assenza di stimoli visivi corretti nei primissimi mesi di vita può causa la presenza di ritardi psico-motori più o meno importanti. Comunemente con una corretta riabilitazione della psicomotricità è possibile raggiungere ottimi risultati. È chiaramente fondamentale mantenere un approccio multidisciplinare presso centri qualificati.

Sperando di esserle stato di aiuto e rimanendo a disposizione per ulteriori chiarimenti, le invio cordiali saluti.
 
Giancarlo Falcicchio

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