Il mio attimo fuggente

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Lella
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Messaggio da Lella » dom gen 03, 2010 6:50 pm

Senti non è possibile, dimmi che già lo sai che l'attimo fuggente è il mio film in assoluto preferito! L'altra sera è stata una beffa, io avevo capito che lo porgrammavano su raiuno e volevo condividerne la visione con i miei bambini tant'è che ho cercato di spiegare in parole semplici il significato di quel film, solo che alla fine ce lo siamo perso pensando che avessero cambiato all'ultimo la programmazione.
Che dire? Che come madre, come te, vorrei riuscire a trasmettere ai miei bambini il senso dell'attimo che fugge, di imparare a godere di ogni momento, di ogni piccola cosa e di non perdere tempo prezioso dietro a cose futili che non danno niente dentro e di non arrivare alla fine della propira vita accorgendosi di non aver vissuto........


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Messaggio da Lella » dom gen 03, 2010 6:53 pm

gingerale ha scritto:Enel grido dell'amico che sale sul tavolo "o capitano, mio capitano" ci vedo tutta la rassegnazione alla crudeltà della vita e della socità.
.
ma no perchè? io ci vedo invece il coraggio di dimostrare platealmente, andando contro le regole, che si è imparato una grande lezione, è la scena sublime del film, la più toccante a mio parere.
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gigia
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Messaggio da gigia » dom gen 03, 2010 7:43 pm

l'ho visto anch'io ,ma non lo ricordo più,però ricordo che mi aveva preso molto ,e che mi è rimasto nel cuore,credo che andrò a rivederlo
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Messaggio da ginger » dom gen 03, 2010 9:16 pm

Lella ha scritto:ma no perchè? io ci vedo invece il coraggio di dimostrare platealmente, andando contro le regole, che si è imparato una grande lezione, è la scena sublime del film, la più toccante a mio parere.
non hai quotato tutto il pezzo...
dicevo anche che c'è il coraggio di viverla nonostante tutto. la vita e la società sono spesso crudeli ma ne vale la pena lo stesso!
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Messaggio da Rie » lun gen 04, 2010 12:20 pm

Che bello il tuo post, Simo...
Io amo molto quel film.
Grazie per avermici fatto ripensare.
Sarà adolescenziale, ma lo trovo bellissimo.

Nel rivederlo da adulta ho notato uno sbalzo dal "pathos" (il senso di vita, di onnipotenza, le mille possibilità della gioventù) alla "pietas" (il suicidio che tutto sommato a 16 anni mi sembrava grandezza, impossibilità di rassegnarsi, mi provoca solo dolore, e persino quel padre odioso mi viene da immaginarlo distrutto dal rimorso, dopo).

Nella mia personale esistenza, forse l'attimo m'è sfuggito.
L'Attimo con la A maiuscola, almeno, quello che invera tutto il resto.
Sono più disullusa, disincantata, raccolgo attimi con la "a" minuscola.

Ma spero che l'Attimo tocchi ai miei figli, e prego che dall'adolescenza, quell'età potente nel bene e nel male, possano trarre il meglio, magari senza spegnersi vent'anni più tardi nella fine dei sogni com'è successo a me.
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Messaggio da Teresa » lun gen 04, 2010 3:42 pm

vi leggo e sorrido.
quella radice di napoletaneita' che in me (e che non difendo!) mi ha fatto guardare sempre con un po' di malcelato sospetto questo film.

Non so, ma il carpe diem io continuo a tradurlo con la versione terra terra (Orazio mi perdonera') dell'ogni lasciata e' persa.

Che e', appunto, la sintesi della strada, la sintesi del marciapiede.
La sintesi delle sintesi.
Dici che non c'entra nulla?

Non so, ma cogliere l'attimo per me' e' legato alla possibilita' di goderne.

MEntalmente sono gia' dopo l'attimo, in quel momento successivo in cui riesci a godere di cio' che hai colto.

Non ho il taglio degli eroismi
D'altro canto la mia esistenza e' fatta di eterni compromessi, di quell'accontentarsi per poi gidere.

Meta' e meta', direbbe qualcuno con il ghigno delle perversione...

Ma e' pur sempre godere ed e' una figura retorica ricorsiva.
Anche accontentarsi di godere meta' meta' e' pur sempre una forma di godimento..

Il film e' un bel film, ma mai nella mia vita di adolescente (e di donna matura) mi sono misurata con il senso dell'esistenza in modo cosi' intenso.

Insomma difendo il senso dell'esistenza fatta anche di amorevoli compromessi.
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tati
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Messaggio da tati » lun gen 04, 2010 4:01 pm

Che bel post Simo…
Tralasciando il film che non ho mai visto( da adolescente guardavo horror, o film stile i ragazzi dello zoo di berlino), il cambiamento della visione della vita, delle opportunità, di qualunque attimo, cambia davvero in relazione all’ età.

Forse nemmeno tanto in relazione all’età, o forse non solo in relazione a quella ma a diversi piccolo punti della propria vita.
Prendo un esempio stupido, perché non avendo visto il film non posso confrontarmi parlando di quello( ne ho sentito parlare, ho letto qui, su internet, ma non è come vederlo presumo):
ricordo gli occhi della madre di Paolo al suo funerale.
Non una lacrima, non un sorriso. Niente.
Mi sembrava vuota, la vedevo persino antipatica.
Come se volesse sembrare più alta di tutti noi, come se per lei quel dolore non era nulla, come se viaggiasse chissà dove con la testa e non volesse dire ciao a suo figlio.
Io ho pianto per un ora sulla sua tomba, e lei, sua madre, niente.
Lì davanti a noi non faceva nulla, non diceva nulla.
Alle volte sembrava quasi sorridere, e questo mi dava ancora più ai nervi.
Per anni( avevo 12 anni) l ho vista così, come se quella morte non avesse dato nessun problema in lei.
La vedevo in centro come se nulla fosse, frequentare gli stessi posti, camminare nello stesso modo, vivere come sempre.
E a 12 anni, a 13, a 14, fino a 18… l ho odiata. Perché io anche in momenti assurdi mi fermavo e mi veniva il magone per quel bambino che non c’ era più.

Poi la nascita di mia figlia, perché per me più che un crescere è stato un diventare madre che mi ha fatto cambiare prospettiva di vita, modo di vedere le cose.
Ho letto cosa c’era davvero negli occhi di quella signora solo quando il pensiero “ e se succedesse una cosa simile ad Eli?” è nato dentro di me.
Da allora la vorrei prendere sottobraccio ogni volta che la incontro, e dire che va tutto bene, che Paolo vive in noi anche se non c’è più-
Perché solo ora so che quelle lacrime non scese non sono scese perché erano finite, e quel sorriso finto forse perché suo figlio finalmente smetteva di star male, come solo lei sa. E che quel continuare a vivere era un modo per sopravvivere ad una vita troppo crudele, non un vivere spensierata e felice la vita di prima.
Ma appunto, sono dovuta diventare madre, per poter anhce solo lontanamente capire cosa si possa provare, per guardare quella situazione in modo diverso.

Non centrava nulla col film, scusa.
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