Troppa mamma?
Inviato: mer dic 09, 2009 1:09 pm
Sto leggendo Bernardi, "Imperfetti genitori".
Vi giuro mi sento male. Ho appena finito il capitolo sulle madri, in buona sostanza secondo Bernardi un'eccessiva presenza della madre e una sua eccessiva disponibilità,e addirittura "troppe smancerie", hanno effetti catastrofici, inibiscono dall'esplorare il mondo, impediscono il crearsi dell'oggetto transazionale che permette poi, da grandi, di trovarsi un oggetto transazionale "culturale" (la libertà, la fede, l'ideale). Più tutta una serie di cose accessorie, fino a scendere alle coliche (!).
Il problema è che io presente e disponibile lo sarò sempre, con tutta probabilità. E a una parte di me sembra pazzesco sentirsi in colpa perchè ho scelto di non lavorare... invece pare che anche questo sia deleterio, che "lasciarli qualche ora al giorno" faccia solo bene.
E ora passerò per sfaticata, ma io non avrei proprio voglia, finchè mi sento così realizzata a casa, di trovarmi un lavoro purchessia per non far subìre a mia figlia un eccesso della mia presenza, che è comunque anche una teoria che per un certo verso mi pare una stupidata. Ma nemmeno vorrei essere "ingombrante e collosa" come pare mi troverebbe Bernardi.
E anche sulla disponibilità.
E' possibile sentirsi in colpa per essere disponibile? Non dovrei? Dovrei fingere di non esserlo, impormi l'indisponibilità?
Non lo so, mi pare pazzesco, e se non avessi letto, prima di questo, La tenerezza e la paura e Vita segreta del bambino che mi erano piaciuti, lo definirei serenamente uno stronzo e userei il libro come fermaporte.
L'ho capito male io? O sto sbagliando tutto e non lo riesco a vedere?
Vi giuro mi sento male. Ho appena finito il capitolo sulle madri, in buona sostanza secondo Bernardi un'eccessiva presenza della madre e una sua eccessiva disponibilità,e addirittura "troppe smancerie", hanno effetti catastrofici, inibiscono dall'esplorare il mondo, impediscono il crearsi dell'oggetto transazionale che permette poi, da grandi, di trovarsi un oggetto transazionale "culturale" (la libertà, la fede, l'ideale). Più tutta una serie di cose accessorie, fino a scendere alle coliche (!).
Il problema è che io presente e disponibile lo sarò sempre, con tutta probabilità. E a una parte di me sembra pazzesco sentirsi in colpa perchè ho scelto di non lavorare... invece pare che anche questo sia deleterio, che "lasciarli qualche ora al giorno" faccia solo bene.
E ora passerò per sfaticata, ma io non avrei proprio voglia, finchè mi sento così realizzata a casa, di trovarmi un lavoro purchessia per non far subìre a mia figlia un eccesso della mia presenza, che è comunque anche una teoria che per un certo verso mi pare una stupidata. Ma nemmeno vorrei essere "ingombrante e collosa" come pare mi troverebbe Bernardi.
E anche sulla disponibilità.
E' possibile sentirsi in colpa per essere disponibile? Non dovrei? Dovrei fingere di non esserlo, impormi l'indisponibilità?
Non lo so, mi pare pazzesco, e se non avessi letto, prima di questo, La tenerezza e la paura e Vita segreta del bambino che mi erano piaciuti, lo definirei serenamente uno stronzo e userei il libro come fermaporte.
L'ho capito male io? O sto sbagliando tutto e non lo riesco a vedere?