Uno sfogo...
Inviato: ven nov 20, 2009 6:55 pm
Sono giorni che medito di scrivere ancora qui... quando sono approdata sul forum, questa è stata la prima sezione su cui ho scritto e speravo, pensavo che non l'avrei fatto più... solo che le cose sono sempre così difficili...
Non esiste UN giorno in cui non mi senta inadeguata a portare avanti Andrea, a crescerlo e dargli quello di cui necessita. Spesso, mi ritrovo a piangere, pensando che forse sarebbe stato meglio se avesse continuato a non arrivare, se quell'anno di ricerca si fosse protratto e magari prima o poi mi sarei messa l'animo in pace e non avrei più cercato un figlio.
Non riesco a essere serena, proprio non ce la faccio. Lui che di giorno non dorme praticamente mai, che poppa ogni due ore, che a volte di notte si sveglia anche 5 volte tra mezzanotte e le sette del mattino, poppando ogni volta e io arrivo distrutta a cominciare un'altra giornata con lui che si stufa presto di tutto, che si arrabbia in continuazione e piagnucola nervoso. E per me, sempre più spesso, le giornate iniziano in lacrime, con un "Non ce la faccio più" e altri pensieri, anche peggiori.
Vivo in 30 mq e non riesco a gestirli, non riesco a dare una rassettata, stendere una lavatrice, cucinare un pasto completo se non di rado. Trascuro persino la mia cagnolina, che amo tanto, ma non riesco a dedicarle del tempo, perchè è tutto per Andrea, tutto. Fatico persino a trovare venti minuti per una doccia e se mio marito tiene il bambino, è un frignare continuo. Un po' perchè Andrea non vuole starci e un po' perchè lui non ci bada molto... prima mi sono arrabbiata, ero furente: aveva messo Andrea nel seggiolone in cucina, mentre lui era al pc e ovviamente il bambino s'è incazzato! Sembra che non riesca a comprendere quando suo figlio è infastidito, eppure non ci vuole molto per aprire le orecchie e sentire che si sta lamentando, no??
E poi la dermatite... non riesco a capacitarmene, vado sempre ricercando una motivazione per cui ha questi sfoghi maledetti nonostante lo unga di continuo, lo idrati, lo vesta solo con indumenti di cotone... Lo so che nella maggioranza dei casi non c'è relazione tra dermatite e allergie alimentari, ma un paio di pediatri incontrati al Bambin Gesù la pensa diversamente e così mi arrovello su quale alimento possa dargli fastidio, ma non riesco a torvarne. Ho ripreso a consumare cibi con dentro latte due settimane fa, eppure lo sfogo serio lo ha da un paio di giorni. Ergo, non dovrebbe essere il latte. Eppure, mi sento in colpa se mangio questo o quello, allora nei due giorni successivi osservo la sua pelle, per vedere come va e so che due giorni fa non ho mangiato nulla di particolare che gli abbia fatto esacerbare la dermatite.
Ma il senso di colpa, il senso di inadeguatezza sono sempre lì, pronti ad assalirmi...
E stamattina, per la prima volta nella mia vita, ho avuto un attacco di panico. Un rigurgito, cosa che succede ogni giorno ovviamente, mi ha mandata nel pallone. Non riuscivo a capire cosa fare, come comportarmi, ho cominciato a tremare e piagnucolare io stessa.
In tutto questo, c'è mio marito con me. Lui c'è sempre, ma litighiamo anche spesso, urlando a volte. Qualche giorno fa sono arrivata a dirgli che forse è meglio lasciarsi, che non è cosa continuare così. Mi sono ritrovata a non volerlo nel letto assieme a me e al bambino, un rifiuto totale. E non voglio essere toccata, baciata, nulla.
Non mi sento mamma, non mi sento donna. Non so più neanche cosa sono e non riesco a trovare rimedio a nulla. Le mie giornate si susseguono, tutte atrocemente uguali, con gli stessi pensieri, le stesse lacrime, gli stessi sfoghi, la stessa sensazione di solitudine e nessuno che mi dia retta, tutti troppo impegnati a chiedere di andare a trovarli... E mai una volta che mia suocera sia venuta in questo buco di casa per chiedermi se avessi bisogno di un aiuto, però pretende che si vada da lei ogni settimana.
Sono stanca...
Non esiste UN giorno in cui non mi senta inadeguata a portare avanti Andrea, a crescerlo e dargli quello di cui necessita. Spesso, mi ritrovo a piangere, pensando che forse sarebbe stato meglio se avesse continuato a non arrivare, se quell'anno di ricerca si fosse protratto e magari prima o poi mi sarei messa l'animo in pace e non avrei più cercato un figlio.
Non riesco a essere serena, proprio non ce la faccio. Lui che di giorno non dorme praticamente mai, che poppa ogni due ore, che a volte di notte si sveglia anche 5 volte tra mezzanotte e le sette del mattino, poppando ogni volta e io arrivo distrutta a cominciare un'altra giornata con lui che si stufa presto di tutto, che si arrabbia in continuazione e piagnucola nervoso. E per me, sempre più spesso, le giornate iniziano in lacrime, con un "Non ce la faccio più" e altri pensieri, anche peggiori.
Vivo in 30 mq e non riesco a gestirli, non riesco a dare una rassettata, stendere una lavatrice, cucinare un pasto completo se non di rado. Trascuro persino la mia cagnolina, che amo tanto, ma non riesco a dedicarle del tempo, perchè è tutto per Andrea, tutto. Fatico persino a trovare venti minuti per una doccia e se mio marito tiene il bambino, è un frignare continuo. Un po' perchè Andrea non vuole starci e un po' perchè lui non ci bada molto... prima mi sono arrabbiata, ero furente: aveva messo Andrea nel seggiolone in cucina, mentre lui era al pc e ovviamente il bambino s'è incazzato! Sembra che non riesca a comprendere quando suo figlio è infastidito, eppure non ci vuole molto per aprire le orecchie e sentire che si sta lamentando, no??
E poi la dermatite... non riesco a capacitarmene, vado sempre ricercando una motivazione per cui ha questi sfoghi maledetti nonostante lo unga di continuo, lo idrati, lo vesta solo con indumenti di cotone... Lo so che nella maggioranza dei casi non c'è relazione tra dermatite e allergie alimentari, ma un paio di pediatri incontrati al Bambin Gesù la pensa diversamente e così mi arrovello su quale alimento possa dargli fastidio, ma non riesco a torvarne. Ho ripreso a consumare cibi con dentro latte due settimane fa, eppure lo sfogo serio lo ha da un paio di giorni. Ergo, non dovrebbe essere il latte. Eppure, mi sento in colpa se mangio questo o quello, allora nei due giorni successivi osservo la sua pelle, per vedere come va e so che due giorni fa non ho mangiato nulla di particolare che gli abbia fatto esacerbare la dermatite.
Ma il senso di colpa, il senso di inadeguatezza sono sempre lì, pronti ad assalirmi...
E stamattina, per la prima volta nella mia vita, ho avuto un attacco di panico. Un rigurgito, cosa che succede ogni giorno ovviamente, mi ha mandata nel pallone. Non riuscivo a capire cosa fare, come comportarmi, ho cominciato a tremare e piagnucolare io stessa.
In tutto questo, c'è mio marito con me. Lui c'è sempre, ma litighiamo anche spesso, urlando a volte. Qualche giorno fa sono arrivata a dirgli che forse è meglio lasciarsi, che non è cosa continuare così. Mi sono ritrovata a non volerlo nel letto assieme a me e al bambino, un rifiuto totale. E non voglio essere toccata, baciata, nulla.
Non mi sento mamma, non mi sento donna. Non so più neanche cosa sono e non riesco a trovare rimedio a nulla. Le mie giornate si susseguono, tutte atrocemente uguali, con gli stessi pensieri, le stesse lacrime, gli stessi sfoghi, la stessa sensazione di solitudine e nessuno che mi dia retta, tutti troppo impegnati a chiedere di andare a trovarli... E mai una volta che mia suocera sia venuta in questo buco di casa per chiedermi se avessi bisogno di un aiuto, però pretende che si vada da lei ogni settimana.
Sono stanca...