Raccolta testimonianze di disagio nel post partum

evelyn73

la mia esperienza

Messaggio da evelyn73 » gio apr 09, 2009 5:03 pm

lascio volentieri la mia esperienza, nella speranza che posso essere di aiuto ad altre.
è un copia - incolla di quello che ho scritto quando non stavo bene, cioé quando la mia bambina aveva pochissime settimane
(é nata il 10.3.07).

Voglio condividere con voi quello che ho provato, e vorrei che passasse il messaggio che certi sentimenti sono NORMALI, non siamo MOSTRI perché NON AMIAMO subito la ns creaturina...e purtroppo é ancora un tabú, se ne parla troppo poco...

*****

La mia esperienza. Se interessa qualche dato:
sono nata nel 1973, mio marito nel 1971, entrambi buoni lavori in ente pubblico, nord Italia.
Il parto é filato liscio, tutto come l'ho sempre desiderato (tc a richiesta). Allattamento al seno fantastico, la bimba si é attaccata subito, mai avuto ragadi. Allattam fino al decimo mese.

Dal giorno delle dimissioni ospedaliere é iniziato il mio crollo a livello psicologico. In ospedale stavo psicologicamente bene, credo anche perché "intontita" dalle visite, e poi se c'era il minimo problema bastava chiamare l'infermiera.
A casa mi sentivo inadeguata in tutto, mi sembrava di strattonare in giro la bambina, mi sentivo incapace di toccarla, di sollevarla, di cambiarla, di accudirla.
Non scorderó mai il primo cambio del pannolino a casa, lo stesso pomeriggio delle dimissioni: in bagno non era proprio caldissimo...l'ho spogliata ed ha iniziato a tremare e poi a piangere dal freddo. Quel pomeriggio ho fatto il mio primo pianto di due ore, e piangendo ho trascorso + o meno le 6/8 settimane successive.

A parte il discorso allattamento per il primo mese ha fatto tutto mio marito (giá da tempo si era programmato che avrebbe preso un mese di ferie per la nascita della bambina); vedevo lui che continuava a parlare alla bimba, e io lí a piangere, non riuscivo a dire nulla a quella che consideravo una perfetta estranea che mi aveva sconvolto la vita. E si tenga conto che é sempre stata una bimba tranquilla: mai avuto coliche, solo i primi due mesi mangiava ogni 3 ore; dopo ha sempre dormito dalle 21 alle 7 !!! Tutt'ora mi chiedo come facciano quelli che passano mesi e mesi col sonno sempre interrotto..

Io non riuscivo a dire niente alla bambina, la guardavo completamente apatica e fredda e poi mi perdevo a guardare nel vuoto. In braccio al padre la vedevo sempre tranquilla, lui riusciva sempre a calmarla; ero convinta che lei iniziasse a strillare a causa mia, per come la tenevo. Mi sentivo veramente una schifezza xché sentivo di non amarla come invece dovrebbe essere. Mi sembrava di non meritare una bambina cosí, sana, brava, bella a detta di tutti.

Mi pareva di essere + leggera e libera se mio marito "me la tirava via".... immagina che sensi di colpa che avevo nel provare qs sentimenti!!! Io che mi sentivo fredda verso la bambina, e tutti a dire "che bello, che gioia, sarai alle stelle!!!"... La "pressione" sociale é tale per cui DEVI essere felice a tutti i costi e ti senti in colpa se non lo sei!
E poi la questione dello spazio per me: il padre, pur essendo attento e presente (anche troppo! della serie: mi sembra pallida, ha la pelle screpolata, ha freddo, ha il singhiozzo, ma mangia abbastanza?....) continuava comunque ad avere degli spazi suoi, mentre io ero totalmente assorbita dalla bambina e dovevo dipendere dalla presenza di qualcuno per andare a lavarmi! Mi sentivo in gabbia, in prigione, senza + spazio per me, x leggere, x andare a comperarmi una crema , per dormire...

POi piano piano questi sentimenti sono rientrati, credo anche (paradossalmente) per il fatto che mio marito é rientrato al lavoro e quindi per forza ho dovuto prendere in mano la situazione e ho visto che anch' io ero capace di accudire mia figlia....

Oggi la mia bimba ha 25 mesi, mi chiedo come potevo vivere prima senza di lei e ogni tanto si pensa al fratellino :-)
Qs per dire che é passato tutto, certo é stato tremendo, immagino tante donne che si tengono tutto dentro, magari credendo di essere le uniche a non provare nulla x il figlio...Io ne sono uscita grazie alla presenza emotiva di mio marito, che mi ha sempre ascoltata, supportata e anche sopportata!

****
Dalla mia esperienza ho riflettuto sul fatto che di questi vissuti ed emozioni (depressione / baby blues) si sa e si parla molto poco, mentre con un minimo di informazione/formazione si potrebbero prevenire davvero tanti ma tanti disagi che si ripercuotono poi negativamente sui bambini. Mi dicevo: se ne sono stata colpita io, con una forte rete familiare di sostegno e con un marito molto presente, cosa puó succedere a quelle donne sole, dimesse dopo soli 2 giorni dal parto?? la mancanza di aiuto e supporto in qs direzione è davvero un bel buco nella rete dei servizi, sono giunta alla conclusione che dovrebbero esserci le dimissioni protette, almeno per quelle al primo figlio..
Forse in qualche regione, sulla base delle politiche socio-sanitarie locali, l’ostetrica o l’assistente sanitaria va al domicilio delle neo mamme...lo spero; io ora riesco a capire i vissuti e lo stato d’animo delle donne che infieriscono sui figli, dal "piccolo" maltrattamento ai gravissimi fatti di cronaca...

*****
Io credo che quasi tutte (se non tutte!) le mamme vivano un momento di sconforto dopo la nascita dei propri figli.
il problema sai qual é? che non se ne parla, x una sorta di tabú!
Inoltre tutti sono concentrati sulla gravidanza e il parto e dopo si viene lasciate sole...
a mio parere é un grande vuoto nel sistema dei servizi sociali e sanitari italiani che non ci sia un'attenzione specifica al puerperio.
secondo il pensiero comune la maternitá é tutta rose e fiori, e da qui i grandi sensi di colpa quando ci rendiamo conto di quanto sia difficile, perché il cambiamento dopo la nascita di un figlio é enorme e coinvolge tutti gli aspetti: fisici, di coppia, di relazione col mondo...

Io sono stata male un paio di mesi dopo la nascita di mia figlia, ti dico solo qs: NON LA AMAVO!!! Non sentivo quel trasporto emotivo tanto "sbandierato" dai luoghi comuni, secondo cui dovresti innamorarti alla follia di tuo figlio non appena lo vedi se non prima...


emanuela1977

Messaggio da emanuela1977 » mer apr 22, 2009 11:09 am

Anche se un po' in ritardo, volevo lasciare la mia testimonianza. Ho già scritto qualcosa ma non tutto. La gravidanza (tanto desiderata) è andata benissimo. Non ho mai sofferto di nausea o problemi vari. Stavo benissimo! Il parto è stata una cosa da sogno: mi sono dilatata in pochissimo tempo e dopo 5 ore di sala parto è nata Agata. L'unica cosa di negativo (poi non tanto negativo) è che mi mancavano le spinte così la ginecologa di premeva sulla pancia per incanalare Agata. Il ricordo del dolore provato era già lontano solo dopo 2 giorni. Avrei rifatto un altro figlio già dopo una settimana. Le cose sono andate bene fino ai 3 mesi dopo il parto quando ho cominciato a soffrire di depressione. Non avevo più voglia di accudire ad Agata e non volevo più quella famiglia tanto desiderata. Le cose peggioravano di giorno in giorno fino a che mio marito non mi ha accompagnato al pronto soccorso in quanto non mangiavo e non bevevo più. Nonostante tutto avevo tanto latte da allattare mia figlia. Ho dovuto smettere di allattare e iniziare con gli antidepressivi. Ero messa male e se non avessi iniziato con i farmaci non so cosa sarebbe successo. Ho fatto di testa mia: ho iniziato con i farmaci. Le cose hanno inziato a migliorare dopo un mese. Ho iniziato a prendere coraggio e a riappropriarmi della mia vita. L'anno scorso ho dimezzato la dose di antidepressivi con la mia volontà e adesso assumo un dosaggio talmente basso che il medico mi considera guarita. Di settimana in settimana calo le gocce da prendere e le cose vanno bene. Sono soddisfatta di me stessa e mi dico che mi è servita questa prova durissima in quanto ho rafforzato il mio carettere. Agata è la mia gioia più grande e guai a chi me la tocca. Sto pensando ad un fratellino/sorellina che voglio porter regalare presto al mio angioletto biondo.
Non bisogna avere paura e pensare che tutte le altre mamme sono meglio di noi. Tutte hanno i loro problemi e pensieri. L'importante è prendere coscienza che si ha bisogno di aiuto e se i casi sono gravi non si deve aver paura di ricorrere ai medicinali.
Spero di essere stata di aiuto
emanuela
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Lella
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Messaggio da Lella » mer apr 22, 2009 11:21 am

Grazie Emanuela anche per il tuo racconto e ad Evelyn che è stata così esauriente e ha confermato le sensazioni comuni un pò di tutte, a me ha colpito quel sentirsi " in gabbia" che ho provato anch'io per un pò di tempo.
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franceschina
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Messaggio da franceschina » mer apr 22, 2009 3:59 pm

Sono ancora in tempo?
Sicuramente una gravidanza desiderata, la mia.
Anche se il mio approcciarmi alla vita sempre con la testa ha inevitabilmente coinvolto anche questa decisione, che abbiamo basato sicuramente sul legittimo desiderio, ma valutato in modo "illuminato" piuttosto che semplicemente col cuore.
Non mi sono mai sentita tagliata per fare la mamma, a dire il vero.
Non penso ai bambini come a dei dolci batuffoli, l'essere diventata mamma non me li ha resi più amabili e sono rifiorita quando io ed Elisabetta abbiamo finalmente raggiunto un dialogo "adulto" e comprensibile (ha quasi tre anni...).
In più sono una perfezionista, ipercritica ed esigente con me stessa, tanto da andare spesso oltre le mie stesse forze pur di affermare quello che sento di valere e nel modo che io credo migliore per farlo.
Altro elemento da considerare è che eravamo (e siamo) praticamente soli, io e mio marito, senza nessuno in famiglia che potesse supportarci ed aiutarci nella routine quotidiana.
Il disagio è cominciato da subito, già dal secondo giorno, in ospedale.
Elisabetta non voleva attaccarsi al seno ed io ero disperata.
Poi a casa è cominciato il senso di inadeguatezza, la sensazione di non essere all'altezza, la confusione che regnava sovrana in una casa prima maniacalmente ordinata, i vestiti sporchi, il rigurgito, i tempi che non erano più i miei e che non potevo scandire come volevo.
Insomma, piangevo sempre, e non sapevo come uscirne.
Mi dicevo di aver fatto la scelta sbagliata, di essere stata una stupida, di aver valutato male...
Poi piano piano mi sono convinta che quello che sentivo era dovuto allo scombussolamento chimico-ormonale e ai cambiamenti che la nostra vita stava subendo con l'arrivo di Elisabetta.
Sono tornata a lavoro dopo i canonici 4 mesi, senza prendermi un giorno di maternità facoltativa.
Tornavo a casa alle 12 perché volevo seguire lo svezzamento di Elisabetta, che la mattina rimaneva con la baby-sitter.
E mi dividevo letteralmente in impiegata inadeguata, madre inadeguata, moglie inadeguata...Si, perché facevo tutto in modo incompleto, col pensiero rivolto all'altra parte di me che trascuravo.
E il risultato era sempre più sconfortante.
Poi Elisabetta a 7 mesi ha cominciato con il nido. Rimanevo a lavoro fino alle 15 e cominciavo a rientrare in me.
Poi la prendevo da scuola ed era una gioia stare finalmente con lei, dopo essere riuscita anche a svolgere il mio dovere lavorativo.
Anche a casa l'equilibrio si è pian piano stabilizzato, con l'aiuto di mio marito e la sua dolce comprensione.
Ho cominciato a prendermi qualche spazio (poco) solo per me, lottando disperatamente contro il senso di colpa che mi minacciava giornalmente e dei tempi anche per me e mio marito come coppia, per ricostruire anche quella parte fondamentale del nostro vivere familiare.
Poi un trasloco, un secondo bimbo che abbiamo perso e bum! Male, peggio di prima.
Allora ho deciso di farmi aiutare e ho fatto un piccolo percorso mirato con l'aiuto di una psicoterapeuta che mi è servito moltissimo.
Oggi va meglio.
In fondo, in fondo, il mio malessere di vivere c'è sempre e credo che sempre ci sarà.
C'era prima di Elisabetta, non è passato con lei.
Ma ora so come riconoscere certi segnali che il mio corpo mi manda e corro subito ai ripari. Prima di raggiungere il punto di non ritorno e sentirmi di nuovo risucchiata nel buco nero.
Ora siamo alla caccia di un'altra cicogna.
Ho paura, ma non di quello che potrebbe succedermi dopo il parto.
Quella bestia ora la conosco e so quali sono le armi a mia disposizione per combatterla.
E so che insieme possiamo sconfiggerla.
Francesca
nikole

Messaggio da nikole » mer apr 29, 2009 7:13 pm

Bhè vengo anche io a testimoniare:-) Io sono madre di 3 figli di 9-5-1 anno, Il problema del post-parto (specialmente per il primo figlio) è un notevole problema, anche se sembra un controsenso, vale a dire che la nascita di un figlio, che è la cosa più bella che ci possa capitare, ti riduca in cenere psicologicamente subito dopo il parto. Anche a me è successo al primo figlio, ed ero davvero in crisi, piangevo e il panico mi attanagliava per qualsiasi cosa, oltretutto ero anche molto ingrassata, e tornando a casa non avevo più niente che mi andasse bene. Insomma una vera catastrofe:-( Situazione che invece non si è presentata per gli altri due parti. Sarà che oramai sapevo ed ero preparata psicologicamente, e già esperta ! Se avete domande chiedete pure ! ciaoo
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Messaggio da Rie » mer apr 29, 2009 9:57 pm

franceschina ha scritto:Sono ancora in tempo?
Ma certo, siete ancora in tempo!

Francesca, grazie del tuo racconto, che spero venga letto da emanuela1977, preoccupata per la seconda maternità dopo il disagio nel post partum della prima.

Grazie anche a nikole.
emanuela1977

Messaggio da emanuela1977 » lun mag 04, 2009 2:22 pm

Grazie Nikole: la tua testimonianza mi tranquillizza. Sono sempre più convinta che farò un secondo figlio non appena sarò guarita del tutto. La voglia del secondo figlio si fa sentire sempre di più ogni giorno che passa.
Grazie
emanuela
marzia76

Messaggio da marzia76 » mer mag 20, 2009 4:36 pm

ciao, di testimonianze perfette in cui mi ritrovo ce ne sono tantissime e temo che mi ripeterei. Intanto mi presente, sono marzia, ho 32 anni e due bimbi, una di 31 mesi e un bimbo di 4 mesi e mezzo. Mi fa piacere che esistano questi forum, non capisco perchè ai corsi pre-parto non si parla di questo e altre consigli sull'allattamento ma solo di teorie che poi spesso neanche riesci ad applicare.

Le mie gravidanze sono state volute e abbastanza ok, pesanti ma fisiologiche, più che altro 9 mesi sono lunghi e te ne capitano di tutti i colori,quando si vorrebbe restare in pace (tipo parenti all'ospedale, altri pensieri e faccende da risolvere). Quanta stanchezza ricordo per entrambe e quanta frustrazione non riuscire a fare certe cose, per fortuna ho sempre avuto accanto un marito molto sensibile e attento che si arrabbiava se mi mettevo a fare i lavori di casa e che alla 2a gravidanza ha accudito la mia primogenita in modo impeccabile. I parti sono andati bene, esperienze fortissime che credo che ogni donna dovrebbe fare e poi li ritengo delle grandi "prove di coppia". anch'io come tante mamme, donna ritenuta forte, coi parti ho scoperto che avevo e ho delle grandi fragilità. sono felice per i miei bimbi che sono tutta la mia vita e per le prove di coppia superate brillantemente e che mi hanno legato ancora di più a mio marito. Sono fortunata, mi rendo conto, ma forse è anche perchè non ho nessun sostegno da parte di mia madre (la quale, oltre a non muovere un dito, ha sempre sminuito la mia fatica e depressione post-partum o addirittura mi ha detto che non ce l'avrei mai fatta!!!) e mia suocera vorrebbe ma non ne è capace. Così la stanchezza è tanta e ho scoperto che mio marito, spesso a torto ritenuto fragile dai suoi genitori, ha dimostrato di essere molto in gamba e in grado di sorreggermi in questi momenti terribili che ho vissuto. La prima volta sono andata in crisi con l'allattamento, il primo figlio è sempre più diffiile, col secondo è andata un po' meglio, ma se alla prima esperienza qualcosa è andato storto, nella seconda hai di nuovo le stesse paure. Mi spiego: con la prima alla fine sono passata all'allattamento artificiale, ma al punto in cui si è arrivati è stato meglio così perchè siamo rinate, ormai il latte era andato via e poi essendo la bimba calata troppo nei primi giorni, il controllo in ospedale fu così vicino che non fece in tempo a recuperare un po' di peso e quindi fu ricoverata; ovviamente lo stress post parto e i sensi di colpa mi hanno portato a pianti e insicurezze per alcuni mesi e alla fine ho ceduto al biberon perchè era l'unica cosa che mi rassicurava. col secondo, stavo per cedere al biberon, perchè piangeva disperato, finchè la pediatra (che non era la stessa della mi prima figlia, non a caso!!) mi ha rassicurato sul fatto che erano coliche e di stare serena e di delegare il più possibile a mio marito il bambino (ovvero, alla sera e alla notte, allattare e poi darlo a lui). Anche mio marito, mi ha sostenuto quando volevo buttare tutto all'aria e alla fine sto allattando benissimo questo secondo bimbo come non avrei mai creduto, a dispetto di mia suocera che mi aveva già comprato tanto latte artificiale. E' vero però che ogni bimbo è diverso, ma le mie insicurezze riguardo l'allattamento le ho riavute anche col secondo, la sensazione di non riuscire nemmno ad uscire dalla porta, la voglia, a volte di rinchiudermi, sperano che i primi tre mesi passassero in fretta... ora sono molto felice, ho ripreso il rapporto interrotto con la mia prima bimba che anche lei aveva bisogno di me...spero un giorno, se sarò nonna, di stare vicino a mia figlia o a mia nuora e fare tutto quello che io non ho ricevuto, perchè mio marito, seppur fantastico, fa parte del "club dei stanchi", visto che la più grande ha ancora molto bisogno di noi e anche lui per dei mesi ha dormito pochissime ore per permettere a me di dormire e non scendere nel baratro. Tante cose mi piacerebbe dire ma sarei ripetitiva, anch'io mi sono detta tante volte" ma chi me l'ha fatto fare" ma ora sono così felice e mi sento molto appagata dai miei bimbi e da mio marito che ho scoperto essere forte e comprensivo, anche quando la stanchezza delle notti insonni è anche sua!!! un bacio a tutte le future mamme e alle neo-mamme e un forte abbraccio ed incoraggiamento.
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