Mamma,insegnami a leggere e scrivere
Lo piloti, Mirko, anche in altri modi, ma tu parlavi di un periodo particolare.
Quello che dicevo io è che probabilmente non a caso c'è un periodo in cui il cervello forma tutte ste connessioni e non esisteva metodo globale quando questo è successo
Secondo te la natura spreca opportunità, oppure le esperienze che si fanno naturalmente in quel periodo (coccole, ascoltare i grandi parlare, guardare, gattonare) sono quelle preposte a "pilotare" questa fase?
e cambiandole, che ne sappiamo di che effetti possa avere?
Poi da scettica chiedo: avete controllato i titoli di chi dice di conoscere così bene il funzionamento del cervello?? Titzer?
Vedo che ha scritto una caterva di libri su questo metodo, ma nella letteratura scientifica ha UNA pubblicazione. Dico, un po' pochino per insegnarci come funziona il cervello.
Quello che dicevo io è che probabilmente non a caso c'è un periodo in cui il cervello forma tutte ste connessioni e non esisteva metodo globale quando questo è successo
Secondo te la natura spreca opportunità, oppure le esperienze che si fanno naturalmente in quel periodo (coccole, ascoltare i grandi parlare, guardare, gattonare) sono quelle preposte a "pilotare" questa fase?
e cambiandole, che ne sappiamo di che effetti possa avere?
Poi da scettica chiedo: avete controllato i titoli di chi dice di conoscere così bene il funzionamento del cervello?? Titzer?
Vedo che ha scritto una caterva di libri su questo metodo, ma nella letteratura scientifica ha UNA pubblicazione. Dico, un po' pochino per insegnarci come funziona il cervello.
- Mirko e i furetti
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:ehehe:Cos73 ha scritto:Lo piloti, Mirko, anche in altri modi, ma tu parlavi di un periodo particolare.
Quello che dicevo io è che probabilmente non a caso c'è un periodo in cui il cervello forma tutte ste connessioni e non esisteva metodo globale quando questo è successo
Secondo te la natura spreca opportunità, oppure le esperienze che si fanno naturalmente in quel periodo (coccole, ascoltare i grandi parlare, guardare, gattonare) sono quelle preposte a "pilotare" questa fase?
e cambiandole, che ne sappiamo di che effetti possa avere?
e' qui che ti volevo.
le esperienze che i bambini dovrebbero fare sarebbero quelle di imitazione degli adulti perche' (tralasciando gli ultimi 4-5000 anni che noi consideriamo tanto importanti ma che biologicamente sono un batter di ciglio) i bambini dovrebbero stare appiccicati 24h/24h ai genitori e imparare, osservando, come si sta al mondo. ed e' per questo che il cervello in quel periodo assorbe tutto.
la natura non spreca opportunita', sono gli individui che lo fanno.
ma infatti gli studi non sono suoi.Cos73 ha scritto: Poi da scettica chiedo: avete controllato i titoli di chi dice di conoscere così bene il funzionamento del cervello?? Titzer?
Vedo che ha scritto una caterva di libri su questo metodo, ma nella letteratura scientifica ha UNA pubblicazione. Dico, un po' pochino per insegnarci come funziona il cervello.
quando domenica parlava io non ho imparato da lui cose nuove, ma ho risentito concetti che gia' conoscevo.
si sta sempre sulle spalle di qualche gigante.
saluti piccoli
Mirko
perché nelle lingue non fonetiche, come l'inglese, le difficoltà sono maggiori quindi un dislessico "lieve" con l'italiano o lo spagnolo che sono facili raggiunge un livello "normale" e non viene rilevato dalle statistiche,Solange ha scritto:Ma se viene prima, allora perche' sono piu' soggetti i bambini di lingua inglese (o nella cui lingua ad una lettera non corrisponde un suono univoco)?
mentre nelle lingue non fonetiche, "difficili", incontra cmq difficoltà tali da essere rilevato.
- Mirko e i furetti
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bello bello questo tema.Azur ha scritto:perché nelle lingue non fonetiche, come l'inglese, le difficoltà sono maggiori quindi un dislessico "lieve" con l'italiano o lo spagnolo che sono facili raggiunge un livello "normale" e non viene rilevato dalle statistiche,
mentre nelle lingue non fonetiche, "difficili", incontra cmq difficoltà tali da essere rilevato.
qualcuno ci spiega in maniera semplice come funziona la dislessia?
non solo gli effetti ma il meccanismo e, se si sanno, le cause?
saluti assetati
Mirko
Io non sono propriamente un'esperta, ma ti dico quello che so da letture e dalla mia esperienza d'insegnamento: la dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che si rileva in bambini con intelligenza nella norma o brillante, in assenza di problemi neuro-sensoriali e a prescindere dall’ambiente socio-culturale di appartenza.
È presente sin dalla nascita, ma si evidenzia solo all’inizio del percorso scolastico: il bambino dislessico puo' leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiche' non puo' farlo in maniera automatica.In pratica non acquisisce mai l'automatismo della lettura.
Ci sono vari gradi di dislessia, di solito si riconosce perchè il bimbo mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati( confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la "b" e la "d"); ha difficoltà a leggere in maniera sequenziale, cioè come facciamo noi da destra a sinistra e spesso salta il rigo o inverte le sillabe all'interno della parola (palora invece di parola).
E' molto intuitivo e memorizza tutto quello che ascolta, per lo studio si può fare uso di schemi.
Bisogna però considerare che oltre alla dislessia esistono anche altri disturbi come la disgrafia (che a volte è collegata), la discalculia e la disprassia.
Spero di essere stata chiara
È presente sin dalla nascita, ma si evidenzia solo all’inizio del percorso scolastico: il bambino dislessico puo' leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiche' non puo' farlo in maniera automatica.In pratica non acquisisce mai l'automatismo della lettura.
Ci sono vari gradi di dislessia, di solito si riconosce perchè il bimbo mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati( confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la "b" e la "d"); ha difficoltà a leggere in maniera sequenziale, cioè come facciamo noi da destra a sinistra e spesso salta il rigo o inverte le sillabe all'interno della parola (palora invece di parola).
E' molto intuitivo e memorizza tutto quello che ascolta, per lo studio si può fare uso di schemi.
Bisogna però considerare che oltre alla dislessia esistono anche altri disturbi come la disgrafia (che a volte è collegata), la discalculia e la disprassia.
Spero di essere stata chiara
- Mirko e i furetti
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Premetto che anche io glisserei ma se proprio il bambino insiste dovresti lavorare sulle sillabe (così fece in prima elementare mio figlio). Il metodo si chiama “letto-scrittura”. Prima si impara a mettere insieme le sillabe scrivendole e poi a leggerle.
Per esempio: parti dalla sillaba BA e devi chiedere al bambino di dirti tutte le parole che gli vengono in mente che iniziano con BA. Scrivi BA in rosso (in stampatello maiuscolo sempre) e il resto della parola in un altro colore.
Domani fai la sillaba BE e così via.
Dopo che ne avete fatte diverse potete iniziare a giocare a metterle insieme ed infine leggerle.
Sarebbe bello accompagnare le parole da disegni. Marco ha imparato così e a dicembre già leggeva. I bambini con questo metodo leggono tutti tra dicembre e febbraio (considerando che l’inizio dell’anno scolastico è settembre).
Ciao ciao
Per esempio: parti dalla sillaba BA e devi chiedere al bambino di dirti tutte le parole che gli vengono in mente che iniziano con BA. Scrivi BA in rosso (in stampatello maiuscolo sempre) e il resto della parola in un altro colore.
Domani fai la sillaba BE e così via.
Dopo che ne avete fatte diverse potete iniziare a giocare a metterle insieme ed infine leggerle.
Sarebbe bello accompagnare le parole da disegni. Marco ha imparato così e a dicembre già leggeva. I bambini con questo metodo leggono tutti tra dicembre e febbraio (considerando che l’inizio dell’anno scolastico è settembre).
Ciao ciao
credo che sia più corretto di parlare di dsa cioè disturbo specifico dell'apprendimento, genericamente si chiamano tutti dislessici ma la dislessia si può manifestare in molti modi diversi non necessariamente con l'inversione o il non riconoscimento di certe lettere. le ultime ricerche hanno individuato anche la parte del cervello che ne è responsabile e si sta iniziando a valutare anche la possibilità dell'ereditarietà o quantomeno di una certa predisposizione famigliare.